SALMI BIBLICI: “EXAUDI DEUS, DEPRECATIONEM MEAM” (LX)

SALMO 60: EXAUDI DEUS, Deprecationem meam

CHAINE D’OR SUR LES PSAUMES

ou LES PSAUMES TRADUITS, ANALYSÉS, INTERPRÉTÉS ET MÉDITÉS A L’AIDE D’EXPLICATIONS ET DE CONSIDÉRATIONS SUIVIES, TIRÉES TEXTUELLEMENT DES SAINTS PÈRES, DES ORATEURS ET DES ÉCRIVAINS CATHOLIQUES LES PLUS RENOMMÉS.

[I Salmi tradotti, analizzati, interpretati e meditati con l’aiuto delle spiegazioni e delle considerazioni seguite, tratte testualmente dai santi Padri, dagli oratori e dagli scrittori cattolici più rinomati da …]

Par M. l’Abbé J.-M. PÉRONNE,

CHANOINE TITULAIRE DE L’ÉGLISE DE SOISSONS, Ancien Professeur d’Écriture sainte et d’Éloquence sacrée.

[Canonico titolare della Chiesa di Soissons, Professore emerito di Scrittura santa e sacra Eloquenza]

TOME DEUXIÈME.

PARIS LOUIS VIVES, LIBRAIRE-ÉDITEUR 13, RUE DELAMMIE, 1878

IMPRIM.

Soissons, le 18 août 1878.

f ODON, Evêque de Soissons et Laon.

Salmo 60

In finem. In hymnis David.

[1] Exaudi, Deus, deprecationem meam,

intende orationi meæ.

[2] A finibus terræ ad te clamavi, dum anxiaretur cor meum; in petra exaltasti me. Deduxisti me,

[3] quia factus es spes mea, turris fortitudinis a facie inimici.

[4] Inhabitabo in tabernaculo tuo in sæcula; protegar in velamento alarum tuarum.

[5] Quoniam tu, Deus meus, exaudisti orationem meam; dedisti hæreditatem timentibus nomen tuum.

[6] Dies super dies regis adjicies; annos ejus usque in diem generationis et generationis:

[7] Permanet in æternum in conspectu Dei: misericordiam et veritatem ejus quis requiret?

[8] Sic psalmum dicam nomini tuo in sæculum sæculi, ut reddam vota mea de die in diem.

[Vecchio Testamento Secondo la Volgata Tradotto in lingua italiana da mons. ANTONIO MARTINI Arciv. Di Firenze etc.

Vol. XI

Venezia, Girol. Tasso ed. MDCCCXXXI]

SALMO LX

Orazione dell’uomo giusto e della Chiesa, peregrinante in mezzo alle tribolazioni dell’esilio, ed aspirante alla quiete della patria celeste.

Per la fine: su’ cantici di David.

1. Esaudisci, o Dio, le mie suppliche; porgi orecchio alla mia orazione.

2. Dalle estremità della terra a te alzai le mie grida; mentre il mio cuore era in affanno, sopra un’alta pietra mi collocasti.

3. Tu fosti mia guida, perché tu se’ mia speranza, torre fortissima contro il nemico.

4. Abiterò per sempre nel tuo tabernacolo; sarò protetto sotto il velo delle tue ali.

5. Perché tu, o Dio, hai esaudita la mia orazione; hai data l’eredità a quelli che temono il nome tuo.

6. Giorni tu aggiungerai a’ giorni del re; gli anni di lui fino al di d’una e d’altra generazione.

7. Egli dura in eterno al cospetto di Dio; chi potrà penetrare la misericordia di lui e la verità?

8. Così io per tutti i secoli canterò inno di laude al nome tuo; per rendere ogni giorno i miei voti.

Sommario analitico

Davide, esiliato lontano dal tabernacolo, nella città di Malianaïm, sul monte Galaad, durante la ribellione di suo figlio Assalonne, rappresenta qui la Chiesa ed il fedele che, nell’esilio di questa vita, sospira al cielo.

I. – Egli fa professione di quattro virtù nei riguardi di Dio:

1° La preghiera, di cui determina: – a) il luogo, « delle estremità della terra »; – b) il modo « io ho invocato »; – c) il tempo « quando il mio cuore era nella tristezza »; (2);

2° la fede, per mezzo della quale Dio lo eleva sulla pietra ferma che è Gesù-Cristo;

3° la speranza, che gli merita di avere Dio come conduttore e guida (3);

4° la carità, per la quale deve essere conservato e difeso da Dio stesso (3).

II. – Egli loda la bontà di Dio nei suoi confronti.

1° Dio allontana da lui i mali che lo minacciano: a) traendolo nel suo tabernacolo come in un asilo sicuro (4); b) mettendolo al coperto sotto le sue ali (4).

2° Egli lo ricolma di beni: – a) dei beni di fortuna, esaudendo la sua preghiera e ristabilendolo sul suo trono (5); – b) dei beni del corpo, aggiungendo alla sua vita nuovi giorni, ed estendendo la sua protezione sui suoi discendenti (6); – c) dei beni dell’anima, dandogli la gloria eterna e come riconoscimento di questi magnifici doni, Davide promette di cantare nel corso dei secoli, le lodi di Dio (7,8).

Spiegazioni e Considerazioni

I. — 1-3.

ff. 1. – L’ardore del Profeta in preghiera, condanna quasi tutte le nostre preghiere, perché noi le facciamo con cuore lasso, insensibile, vuoto di un desiderio vero. « Se voi pregate – dice S. Agostino – abbiate dunque il cuore elevato a Dio. Io dico il cuore elevato verso Dio, non contro Dio. Se voi avete il cuore pieno di orgoglio, esso è levato contro Dio, e non verso Dio. Colui che leva sinceramente il suo cuore verso Dio, lo depone tra le mani di Dio. Dio ricede il suo cuore, lo tiene nella sua potenza e gli impedisce di tornare verso terra ». (S. Agost.).

ff. 2. – È sempre dai confini della terra che noi gridiamo verso il Signore. Egli è infinitamente elevato al di sopra di noi, e noi siamo infinitamente lontani da Lui (Berthier).

ff. 3. – « Voi mi avete condotto, perché siete diventato mia speranza ». Se il Signore non fosse diventato la nostra speranza, Egli non ci condurrebbe. Egli ci conduce come nostro capo; Egli ci conduce in Lui come nostra via; Egli ci conduce come nostra ricompensa nella patria. Egli dunque ci conduce. Perché? Perché Egli è divenuto la nostra speranza. Come è divenuto nostra speranza?  Per la ragione che noi sappiamo che Egli è stato tentato, ha patito ed è stato resuscitato: è divenuto così la nostra speranza. In Lui voi vedete la vostra sofferenza e la vostra ricompensa: la vostra sofferenza, nella sua passione; la vostra ricompensa nella sua Resurrezione. È così dunque che Egli è diventato la nostra speranza; perché noi abbiamo due vie, una nella quale siamo oggi, l’altra nella quale noi speriamo. Quella nella quale noi siamo, ci è sconosciuta. Sopportate pazientemente quel che avete, ed otterrete ciò che non avete ancora (S. Agost.). – Gesù-Cristo è questa torre forte contro il nemico, il fondamento indistruttibile, fuori dal quale non vi sono altri, questa pietra angolare e ferma sulla quale la Chiesa e tutti i membri della Chiesa sono elevati e raffermati contro tutte le tentazioni del demonio. Voi temete di essere colpiti dal demonio? Rifugiatevi allora nella fortezza. Giammai – in questa fortezza – i dardi del demonio potranno colpirvi: voi dimorerete in un rifugio sicuro. Ma come rifugiarsi in questa fortezza? Essa è davanti a voi, chiamate il Cristo ed entrate nella fortezza. Ma come richiamare il Cristo? Se qualche sofferenza vi opprime, pensate che Egli ha sofferto prima di voi, e pensate poi per quale scopo: per morire e resuscitare (S. Agost.). 

II. — 4 – 8.

ff. 4, 5. – Il tabernacolo di Dio è la patria dei giusti. Essi si considerano in questo mondo come degli stranieri; tutto ciò che li circonda quaggiù, sembra loro un’ombra fuggitiva; essi hanno dei desideri, ma solo per il cielo. « Io cerco – diceva S. Agostino – un essere semplice, veritiero, durevole, e non si trova che nella santa Gerusalemme, sposa del mio Dio. Nel suo soggiorno non c’è né morte, né imperfezione, né giorno che passa; ma c’è un giorno permanente, perché esso non è preceduto né dal giorno di ieri, né cancellato dal giorno di domani » (S. Agost.). –  « Io sarò al coperto sotto le vostre ali ». Ecco perché noi siamo in sicurezza in mezzo a sì gravi tentazioni, fin quando arriverà la fine dei secoli, ed i secoli eterni ci riceveranno: eccoci al riparo coperti dalle ali di Dio. Il calore in questo mondo è terribile, ma c’è un’ombra di frescura sotto le ali di Dio (S. Agost.). 

ff. 6. – Questo Re, è il Cristo, nostro capo e nostro Re. Voi gli avete dato giorni su giorni, non solo i giorni di questo tempo che avrà fine, ma dei giorni senza fine oltre questi primi giorni. Io abiterò – Egli dice – nella casa del Signore, per tutta la durata dei giorni, (Ps. XXII, 6). E perché dire: per la durata dei giorni, se non perché i giorni presenti non conoscono che brevità? In effetti ogni cosa che deve aver fine, è breve; ma questo Re possiede giorni su giorni, di modo che non solo regnerà sulla sua Chiesa in questi giorni passeggeri, ma ancora i Santi regneranno con Lui per tutti i giorni senza fine. In cielo non c’è che un solo giorno, e questo giorno racchiude giorni interminabili. È perché questi giorni sono numerosi che il Profeta ha detto, come sta per ricordare: « durante il corso dei giorni »; perché questo giorno è unico, egli dice in questo senso: « Voi siete mio Figlio, io oggi Vi ho generato » (Ps. II, 7).  Oggi non designa che un giorno, ma questo giorno non è posto tra una veglia e un indomani. La fine di una veglia non è il suo inizio, e l’inizio dell’indomani non è una fine; perché è detto degli anni di Dio: « Ma Voi, Voi siete sempre lo stesso, ed i vostri anni non finiranno mai » (Ps, CI, 28).  Anni, giorni, un giorno solo, è la stessa cosa: Dite quel che volete per esprimere l’eternità. Voi potrete dire quel che volete per esprimere l’eternità. Voi potrete dire ciò che vi pare dell’eternità, perché, qualunque cosa diciate, non direte mai troppo poco. Ma occorre che diciate qualche cosa per almeno pensare ciò che non potete esprimere (S. Agost.). – I giorni dell’eternità siano aggiunti ai giorni caduchi di questa vita: è la sola legittima speranza dei Cristiani.

ff. 7. – Gesù-Cristo dimora eternamente alla presenza di Dio, sempre vivente, al fine di intercedere per noi (Heb. VII, 25). Chi può approfondire questa misericordia con la quale ha riscattato gli uomini, e queste verità per la quale si è impegnato, e si impegna tuttora fedelmente nelle sue promesse? – « Chi cercherà presso il Signore la sua misericordia e la sua verità? » Che vuol dire « presso il Signore »? Non è sufficiente dire: « Chi cercherà »? perché il Profeta ha aggiunto « presso di Lui », se non perché molti sono coloro che cercano di conoscere la misericordia e la verità di Dio nei libri di Dio e che, dopo averla conosciuta, vivono per se stessi e non per Lui (II Cor. V, 15); cercando i propri interessi e non quelli di Cristo (Filip. II, 12); predicano la misericordia e la verità e non praticano né la misericordia né la verità? Ma predicandole essi le conoscono; perché non le predicheranno senza che le conoscano. Ma colui che ama Dio ed il Cristo, predicando la sua misericordia e la sua verità, le cercheranno per il Cristo e non per se stessi, cioè allo scopo non di trarre da questa predicazione dei vantaggi temporali, ma di essere utili ai membri del Cristo, distribuendo loro, in spirito di verità, ciò che hanno appreso. (S. Agost.).

ff. 8. – Se cantate dei salmi in onore del nome di Dio, non vi limitate a cantare per un certo tempo. Volete cantare nei secoli dei secoli? Volete cantare per l’eternità? Offritegli le vostre voci di giorno in giorno. Che vuol dire offrite le vostre voci di giorno in giorno? Dal giorno attuale al giorno dell’eternità. Perseverate nell’offrire a Lui voci in questo giorno finché non arriviate al giorno che non finisce mai; ciò equivale a dire che « … colui che avrà perseverato fino alla fine, sarà salvato » (Matt. XXIV, 13) – (S. Agost.). – Vi sono tre punti di vista importanti in questo versetto: il Nome di Dio, l’obbligo di rendergli omaggio tutti i giorni, il ricordo degli impegni che noi abbiamo assunto con Lui al Battesimo. Rendere omaggio al Nome di Dio, santo, ammirevole, al di sopra di ogni nome, è cominciare fin da questa vita ciò che farà la nostra gloria e la nostra felicità nell’eternità; le promesse fatte al Battesimo con Dio, sono come il giogo di Gesù-Cristo: piene di dolcezze. (Berthier).