Ancora una volta si ode l’eco delle parole che Dio imponeva al suo Profeta: … « Clama, ne cesses, quasi tuba exalta vocem tuam, et annuntia populo meo scelera eorum, et domui Jacob peccata eorum» In questa breve ma drammatica lettera Enciclica, il Santo Padre denunzia le violenze perpetrate nei confronti della Chiesa di Cristo da un governo di stampo massonico che dominava allora la Nuova Granata, l’attuale Columbia [.. che sta ancora pagando con i cartelli della droga e con la violenza civile], usurpando, violando, massacrando corpi e soprattutto anime, violando i più elementari diritti di inermi cittadini e religiosi zelanti: è la persecuzione che da sempre accompagna i seguaci di Cristo. Oggi la persecuzione è ancor più subdola, perché cerca, trasfigurata da “angelo di luce”, di uccidere soprattutto l’anima, il vero obiettivo del demonio. I governi mondiali e mondialisti, solo tutti dello stesso stampo oramai, le persecuzioni materiali avvengono nei Paesi ancora non totalmente sottomessi al dictat dei “figli della vedova”, persecuzioni che non avvengono apparentemente nei Paesi in cui la setta del “novus ordo” [… è lo stesso che dire i figli del baphomet-signore dell’universo] ha il pieno controllo della situazione politico-spirituale. Ma è proprio là infatti che si annida il nemico di Cristo e del suo Vicario, come fu ben profetizzato dal terrorizzato Santo Padre Leone XIII, voce dello Spirito Santo, nella sua tremenda visione che diede luogo alla composizione della preghiera a San Michele che Papa Pecci indulgenziò con 500 giorni … anche questo è Magistero ordinario ed universale e Profezia divinamente ispirata: « … ubi sedes beatissimi Petri et Cathedra veritatis ad lucem gentium constituta est ibi thronum posuerunt abominationis et impietatis suæ » … più chiaro di così! E allora, pusillus grex, non mollare: la lotta è sempre più dura, occorre serrare le fila, condurre la buona battaglia fino alla fine anche se occorresse il martirio – grazia che garantisce l’eterna salvezza – nella certezza della corona finale … CLAMA, NE CESSES!
Pio IX
Incredibili afflictamur
Siamo afflitti da incredibile dolore e gemiamo insieme a voi, Venerabili Fratelli, considerando in quale maniera crudele ed empia il Governo della Repubblica di Nuova Grenada assale, sconvolge e dilacera la Chiesa. – Neppure possiamo esprimere con le parole i molteplici sacrileghi ardimenti con i quali lo stesso Governo, recando gravissime offese a Noi ed a questa Sede Apostolica, tenta di conculcare e distruggere le nostra santissima Religione, i suoi diritti consacrati, la dottrina, il culto e i suoi sacri ministri. – Soprattutto da due anni, infatti, tale Governo ha emanato leggi esecrabili e decreti che ostacolano la Chiesa Cattolica, la sua dottrina, la sua autorità e i suoi diritti. Per effetto di queste leggi e di questi decreti iniqui, ai sacerdoti è, tra l’altro, proibito di esercitare il ministero ecclesiastico senza l’autorizzazione del potere civile, e tutti i beni della Chiesa sono stati sequestrati e venduti; per questo motivo sono rimaste prive delle loro rendite le parrocchie, le famiglie religiose di entrambi i sessi, il clero, gli ospedali, le case di rifugio, le pie confraternite, i benefici e persino le cappellanie sotto diritto di patronato. – Inoltre, per queste stesse leggi e per questi decreti ingiustissimi è totalmente contrastato il legittimo diritto della Chiesa di acquistare e possedere; è sancita la libertà per ciascun culto non Cattolico; sono state tolte di mezzo tutte le comunità religiose, maschili e femminili, stabilitesi nel territorio di Nuova Grenada e ne è stata completamente vietata l’esistenza; vietata anche la divulgazione di tutte le Lettere e di qualunque Rescritto proveniente da questa Sede Apostolica, con la pena dell’esilio per gli ecclesiastici che rifiutassero di attenersi alle disposizioni, e di multe e carcere per i laici. – Per di più, con queste detestabili leggi e questi decreti è stabilito che sia comminata la pena dell’esilio a tutti i religiosi, secolari o regolari, che abbiano tentato di sottrarsi alla legge che prevede la spoliazione dei beni ecclesiastici; che gli ecclesiastici non possano assolutamente adempiere al loro ministero se non dopo aver giurato fedeltà alla Costituzione della Repubblica di Nuova Grenada ed a tutte le sue leggi (così contrarie alla Chiesa) già promulgate e che verranno pubblicate in futuro, contemporaneamente viene inflitta la pena dell’esilio a tutti coloro che si rifiutino di prestare un giuramento tanto empio ed illecito. Queste norme e molte altre, assolutamente ingiuste ed inique – che ripugna enumerare nel dettaglio – sono state fissate dal Governo della Repubblica di Nuova Grenada contro la Chiesa, in spregio di tutte le leggi divine ed umane. – Tuttavia, poiché voi, Venerabili Fratelli, per il vostro egregio spirito religioso e per la vostra virtù non avete mai smesso di opporvi costantemente, con le parole e con gli scritti, alle prevaricazioni ed ai decreti del Governo, così empi e sacrileghi, e di propugnare impavidi la causa ed il diritto della Chiesa, il furore del Governo non ha smesso di infierire contro di voi; contro tutti gli ecclesiastici a voi sottomessi, memori del loro impegno e della loro vocazione; contro tutto ciò che è della Chiesa. – Quasi tutti voi siete stati perseguitati miserevolmente, schiacciati dalle forze armate, allontanati violentemente dal vostro gregge, buttati in prigione, cacciati in esilio, relegati in regioni dal clima pernicioso; i sacerdoti e i membri delle famiglie religiose che si sono meritoriamente opposti alle criminali disposizioni del Governo sono stati mandati in carcere, oppure hanno trovato la morte nell’esilio, o sono obbligati a vivere alla macchia. – Quando tutte le vergini consacrate a Dio furono cacciate violentemente dai loro monasteri e ridotte alla miseria più totale dal Governo, esse furono accolte nelle case di alcuni pii fedeli, profondamente commossi dalla loro tristissima condizione. Ma il Governo, che non può tollerare ciò, minaccia di cacciarle anche dalle case di questi fedeli e di disperderle. – I templi santi ed i cenobii sono stati denudati, spogliati, profanati, adibiti a stazioni militari; le loro sacre suppellettili ed i loro ornamenti saccheggiati; il culto divino abolito; il popolo cristiano, privato dei suoi pastori legittimi e lasciato miseramente senza il soccorso della nostra Religione divina, corre gran rischio – con massima preoccupazione Nostra e vostra – per quanto riguarda la salvezza eterna. – Quale persona, animata da spirito cattolico od umano, non si addolorerebbe profondamente vedendo la Chiesa Cattolica, la sua dottrina, l’autorità, i suoi rappresentanti consacrati, combattuti con tanta violenza e crudeltà persecutoria dal Governo di Nuova Grenada, che reca ingiurie tanto grandi anche alla suprema autorità Nostra e di questa Sede Apostolica? – Ciò che soprattutto va deplorato, Venerabili Fratelli, è che possano esistere alcuni ecclesiastici che non hanno esitato ad obbedire alle disposizioni ed alle inique leggi del Governo, ad appoggiarle ed a prestare l’illecito giuramento di obbedienza sopra citato, con grandissimo dolore vostro e Nostro, meraviglia e lutto di tutte le persone per bene. – In tanto disastro per la Chiesa Cattolica e in tanto pericolo per le anime, doverosamente memori dei Nostri compiti apostolici e soprattutto solleciti del bene di tutte le Chiese, considerando come detta a Noi la frase del Profeta “Grida, non smettere, esalta la tua voce come una tromba e annuncia al mio popolo i loro delitti e alla casa di Giacobbe i loro peccati ” (Is LVIII, 1), con questa Lettera eleviamo la Nostra voce apostolica lamentando senza sosta e rinfacciando tutti i gravissimi danni e le offese che il Governo di Nuova Grenada ha inflitto alla Chiesa, alle persone e alle cose consacrate, e a questa Santa Sede. – Tutti questi attentati ed anche quelli commessi contro la Chiesa in altre materie del diritto ecclesiastico, sia dal Governo di Nuova Grenada, sia anche dai suoi sottoposti e dai suoi magistrati, attentati portati a termine in qualunque maniera, Noi li stigmatizziamo e condanniamo. Abroghiamo con la Nostra stessa autorità le leggi, i decreti e le norme che ne sono derivati e li dichiariamo di nessun effetto e di nessuna forza, né per il passato né per l’avvenire. – In nome di Dio supplichiamo gli autori di questi misfatti affinché aprano infine gli occhi davanti alle gravissime ferite inferte alla Chiesa; affinché si ricordino e prendano in serio esame le censure e le pene che le Costituzioni Apostoliche e i decreti dei Concilii generali infliggono a coloro che invadono il diritto della Chiesa e che perciò stesso incorrono in esse; affinché abbiano pietà delle loro anime, tenendo presente “che severissimo sarà il giudizio per coloro che sono al comando” (Sap V, 6). – Con il massimo impegno ammoniamo ed esortiamo quegli ecclesiastici che, appoggiando il Governo, sono venuti miseramente meno ai loro doveri: ricordandosi della santa vocazione, si affrettino a ritornare sulla via della giustizia e della verità, e seguano l’esempio di quegli ecclesiastici che, per un’infelice caduta, prestarono il prescritto giuramento d’obbedienza al Governo e tuttavia in seguito si sono gloriati di ritrattare e condannare tale giuramento, con grande soddisfazione Nostra e dei loro Vescovi. – Intanto, le più grandi e le più meritate lodi esprimiamo a voi, Venerabili Fratelli, che – impegnandovi come valorosi soldati di Gesù Cristo e combattendo con singolare costanza – non avete mai smesso di far sì che tramite vostro si potesse difendere, con la parola o con gli scritti, la causa della Chiesa, la sua dottrina, i codici, la libertà; che si potesse curare la salvezza del vostro gregge, rafforzandolo contro l’empia distruttività dei nemici e i pericoli che aggrediscono la Religione. Tutto ciò avete fatto sopportando con forza vescovile anche le offese più gravi, anche gli attacchi più aspri. – Perciò non possiamo dubitare che con altrettanto impegno, quanto ce n’è in voi, continuerete a propugnare la causa della nostra divina Religione e a preoccuparvi della salute dei fedeli, così come avete fatto tanto lodevolmente fino ad ora. – Lodi dovute esprimiamo anche al fedele clero della Repubblica di Nuova Grenada che, geloso della propria vocazione e stretto a questa Cattedra di Pietro ed ai suoi Vescovi, gravemente perseguitato per la Chiesa, la verità e la giustizia, ha sopportato e sopporta con pazienza pesantissimi oltraggi di ogni genere. – Non possiamo non lodare e non ammirare tante vergini consacrate a Dio che, pur espulse violentemente dai loro monasteri e ridotte in triste miseria, tuttavia si sono mantenute tanto strettamente legate allo Sposo celeste; sopportano con cristiana virtù la terribile condizione nella quale si trovano; non cessano di effondere notte e giorno i loro cuori davanti a Dio, pregandolo in umiltà e zelo per la salvezza di tutti, compresi i loro stessi persecutori. – Insieme lodiamo anche il popolo cattolico di Nuova Grenada, che in larghissima maggioranza continua a dimostrare l’antico amore, la fede, la riverenza e l’obbedienza nei confronti della Chiesa Cattolica, di Noi, della Sede Apostolica e dei suoi maestri. – Non cesseremo nemmeno, Venerabili Fratelli, di rivolgerci con fiducia al trono della grazia; di pregare umilmente e scongiurare con le più ferventi orazioni il Dio delle misericordie e Padre di ogni consolazione, affinché sorga e giudichi la sua causa; tolga dalle calamità la sua Santa Chiesa, vessata qui come in quasi tutte le parti del mondo; la consoli con il suo opportuno aiuto, e generosamente le elargisca la pace e la serenità, tanto desiderate in così numerose e gravi avversità. Che Egli abbia pietà di tutti secondo la sua grande misericordia, e con l’onnipotente sua virtù faccia si che tutti i popoli, le genti, le nazioni adorino Lui, il Suo Figlio Unigenito Signore Nostro Gesù Cristo, insieme con lo Spirito Santo; li temano, li riconoscano e li amino con tutto il cuore, l’anima, la mente, ed osservando religiosamente i mandati e i precetti divini camminino come figli della luce sulla strada del bene, della giustizia e della verità. Infine, in vista di ogni dono celeste e come indubitabile pegno della Nostra benevolenza speciale nei vostri confronti, impartiamo con affetto l’Apostolica Benedizione, sgorgata dal profondo del cuore, a voi, Venerabili Fratelli, e al gregge affidato alla vostra custodia.
Dato a Roma, presso San Pietro, il 17 settembre 1863, anno diciottesimo del Nostro Pontificato.