LO SCUDO DELLA FEDE (68)
[S. Franco: ERRORI DEL PROTESTANTISMO, Tip. Delle Murate, FIRENZE, 1858]
PARTE SECONDA.
FRODI PER CUI S’INTRODUCE IL PROTESTANTISMO
CAPITOLO III
TERZA FRODE: RIGETTARE TUTTE LE PRATICHE ESTERIORI DELLA FEDE.
I Protestanti, come avete veduto nel Capitolo precedente, non solo non hanno la vera Fede, ma la distruggono anche negli altri. Ora perché l’hanno sempre in bocca e la lodano e la raccomandano? Che fine può avere questa loro finzione ed ipocrisia? Io ve lo scoprirò ed in esso vi darò a conoscere un altro inganno che tendono alla vostra Religione. Lodano ed esaltano la Fede per aver poi buona grazia a mettere a terra tutte le pratiche della pietà cattolica. Avete osservato quel che fanno certi mormoratori? Cominciano sulle prime a dire un po’ di bene delle persone per esser creduti veritieri, poi prendono a tagliar loro i panni addosso, e Dio vi dica come le conciano. Così adoperano costoro: fanno sulle prime un panegirico della Fede, e poi per seconda parte scendono a condannare tutte le pratiche più sante che la Chiesa adopera per nutrire la pietà dei fedeli. Vi raccoglierò qui alcune di queste loro insinuazioni maligne, perché di certe altre ve ne parlerò più di proposito in altro luogo. Dicono adunque lodando la Fede, che non è poi necessario raccogliersi nelle Chiese per pregare, essendo buono ogni luogo allo stesso modo, che non sono necessari tanti riti e tante cerimonie che sono in uso presso i Cattolici, che basta non far male a nessuno, che Dio non domanda nient’altro da noi. Costoro sono come lo scorpione, hanno il veleno proprio nella coda. Facciamo dunque loro un poco i conti addosso.
Non è necessario andare in Chiesa,
… dicono: e perché? Perché Dio si trova dappertutto. Dunque rispondano a me: ed anticamente Iddio non si trovava da per tutto? Certo sì. E perché Iddio ciò non ostante ha voluto che gli si fabbricasse un tempio sontuosissimo in Gerusalemme e che tutti vi si recassero anche da paesi lontani? Se Iddio si trova da per tutto poteva dispensarli da quel viaggio. Perché inoltre lo stesso Gesù vi è intervenuto? Oh che aveva bisogno della Chiesa Egli, per raccogliersi, mentre era l’uomo-Dio? Sapete il perché? Perché sebbene Iddio sia da per tutto, non vuole dare da per tutto la stessa udienza. Ed ha voluto invece che ci recassimo in Chiesa, che ivi stessimo più raccolti, che la nostra pietà fosse anche aiutata da tanti mezzi esteriori d’immagini, di Crocifissi, di cerei, di apparati, di buono esempio dei nostri fratelli. Ha voluto la Chiesa, perché ha voluto, che la nostra preghiera fosse fatta in comune, ed ha dichiarato che dove saranno diversi in comune radunati in nome suo, Egli sarà in mezzo a loro. Ma vi è poi un’altra ragione potentissima, che per non vederla, bisogna essere più ciechi delle talpe. Gesù Cristo Signor nostro avendo istituito come vi ho detto sopra il Sacramento augustissimo del suo Corpo divino e del suo Sangue prezioso, si compiace di abitare con noi, e si trattiene nel santo Ciborio sopra dei nostri altari: epperò qui abbiamo oltre la sua divinità, la quale veramente si trova da per tutto, anche la sua Umanità sacrosanta, la quale non si trova se non in cielo, e nelle Ostie consacrate. Chi non vede adunque quanta debba essere la sollecitudine dei Fedeli per istare nelle Chiese? I Santi certo ne formavano le loro delizie e raccogliendosi in ispirito e venerando profondamente il loro divin Salvatore, entravano con riverenza in compagnia degli Angeli e degli Arcangeli che sempre circondano il loro Dio Sacramentato a lodarlo, a ringraziarlo, a benedirlo ed adorarlo. Ecco perché si sta nella Chiesa. É poi anche necessario l’intervenirvi, perché in essa sola si celebra il nostro gran Sacrifizio, in essa per riverenza (quando non siamo infermi, o non abbiamo qualche altro motivo che ce ne dispensi), si partecipa ai Sacramenti del Battesimo, della Cresima, della Penitenza e della Eucaristia, in essa si dispensa a tutti i Fedeli congregati il tesoro della divina parola, secondo la verità. In essa noi ci uniamo a pregare in comune, per essere esauditi più prontamente. Poi l’unione stessa materiale, che noi facciamo nella casa di Dio terrena, è un’immagine dell’unione che speriamo godere un giorno nella Gerusalemme celeste; come l’altare è il Simbolo dello stesso Gesù il quale è la pietra angolare che riunì i due Testamenti, che congiunse il popolo Ebreo ed il Gentile nella perfetta adorazione di Dio: i quali misteri con molti altri che sarebbe lungo l’enumerare, mostrano con quanta ignoranza e malizia condannino questi sciagurati l’intervento nelle Chiese. – Ma se volete un’ultima prova, voi l’avrete nella ragione sciocca che adducono di queste loro bestemmie. Gesù Cristo, essi osservano, ha detto che pregassimo nella propria casae che chiudessimo la nostra porta per orare in segreto (Matth. VI, 6), e poi che sarebbe venuto tempo in cui non si sarebbe pregato più né sopra un cotal monte, né in Gerusalemme, ma in ogni dove (Joan. IV, 25). E con queste parole di GesùCristo credono di potere negare che si abbia da pregare nelle Chiese. Insensati! Che cosa volle dire Gesù quando disse che pregassimo in segreto? Volle riprendere, (come si vede chiaro leggendo il S. Vangelo) volle riprendere l’ipocrisia dei Farisei, i quali si mettevano dritti in piedi sui crocicchi delle strade e negli angoli delle piazze a pregare per farsi vedere dagli altri, e per farsi stimare santi. A questi Gesù diede l’avviso che pregassero nella propria casa e che non istessero a far quelle ostentazioni piene di superbia e di vanità. Ed anche al presente quando noi vediamo di questi ipocriti che fanno il simile, ricordiamo loro lo stesso avviso di Gesù: ma qui che ci ha che fare il frequentare o no la Chiesa? S’intende da sé che non s’inculca la frequenza alle Chiese, perché si vada a dare uno spettacolo di se stessi. Le altre parole Gesù le diresse alla Samaritana la quale aveva la superstizione di dover pregare sopra una certa montagna, perché la preghiera fosse buona, e riprendeva i Giudei perché pregavano invece nel tempio di Gerusalemme. Ora Gesù le fece una bella profezia e fu il dirle che sarebbe venuto tempo in cui si sarebbe pregato daper tutto, senza aver nessun riguardo né a quella montagna, né a Gerusalemme. E questa profezia noi la vediamo verificata, mentre i fedeli pregano da per tutto e nelle loro case private e nelle chiese che sono erette a gloria di Gesù in tutta la terra. Ecco quello che volle dire Gesù, e costoro guastando il senso profondo delle belle parole di Gesù, lo depravano per loro e vostra perdizione. – Riprendono poi anche i riti e le cerimonie della S. Chiesa e vorrebbero levarle, per ridurci ad essere come i barbari ed iselvaggi, ma anche qui si vede al solito la loro ignoranza e malizia. Si vede la loro ignoranza, perché non sanno né chi abbia istituiti quei riti, né che cosa significhino. Dovete dunque sapere che la maggior parte di quei riti e di quelle cerimonie sono state stabilite dagli stessi Santi Apostoli o da loro approvate, oppure messe in opera dall’autorità incontrastabile di S. Chiesa, e sono state stabilite per significare misteri sublimi e profondi e per chiarirgli in qualche modo al popolo fedele. Ve ne darò almeno un esempio. Nel S. Battesimo si fa fermare il bambino fuor delle porte della Chiesa, e perché? Perché si sappia che non è ancora del bel numero dei fedeli, che ne viene introdotto sol quando i Padrini in nome di lui chiedono il dono della S. Fede. Il sacerdote gli soffia poi lievemente in faccia: che cosa vuol significare? che la S. Chiesa, coll’autorità che Gesù Cristole ha data, allontana da lui lo spirito infernale di cui pel peccato di origine è ancora in possesso. Gli pone poi sul labbro un poco di sale, e per quale effetto? Siccome il sale è quello che conserva gli oggetti dalla corruzione e gli rende saporiti, così viene significato che quell’anima avrà la vita immortale dal sacramento che è per ricevere e che sarà come condita da tutti i doni ed a tutte le grazie che lo Spirito Santo diffonderà sopra di lei. E quando poi è introdotto nella S. Chiesa, quanto sono di nuovo belle e profonde tutte le cerimonie che precedono il S. Battesimo! Gesù toccando con la sua saliva gli occhi del cieco nato lo illuminò; il ministro di Gesù toccando le orecchie e le nari al bambino lo risana spiritualmente, cioè gli apre le orecchie della mente perché intenda poi tutta la s. legge del Signore, gli conforta l’odorato, perché corra dietro alla soavità ed ai profumi divini di Gesù. Vengono poi le rinunzie che egli deve fare. Gesù è venuto a debellare il demonio, il mondo e tutte le sue opere inique: ora il bambino, prima di essere fatto figliuolo di Dio, riconosce tutti i suoi nemici e fa una bella professione di volere essere seguace vero di Gesù. Gli si conferisce il Battesimo con una candida stola, in segno dell’allegrezza con cui la S. Chiesa accoglie quel suo nuovo figliuolo e del candore dell’innocenza con cui lo riveste. Non vi dirò poi tutte le belle preghiere, con cui accompagna queste sante azioni, gli affetti infocati con cui raccomanda a Dio questo novello figliuolo, gli esorcismi potenti con cui lo sottrae a tutte le potestà infernali, che sarebbe opera infinita; esclamerò solo: O santi riti o meravigliose cerimonie e piene di ogni santità! E quello che io vi ho detto dei riti del Battesimo, voi intendetelo di tutti gli altri riti della S. Chiesa; dei bei cantici con cui accompagna la S. Messa; dei suoni degli organi che significano le melodie degli Angeli del cielo; del sacro incenso che rappresenta le preghiere dei fedeli che salgono al cielo in odore di soavità; dei lumi che ardono che significano la luce spirituale che si diffonde nelle anima e le virtù e gli affetti che ardono nei nostri cuori; degli apparati splendidi della Chiesa e dei sacri ministri che simboleggiano la purezza di quelli che debbono trattare e ricevere e partecipare a quei santi misteri. Io non finirei mai se volessi percorrere tutte queste particolarità e riscontrarle tutte. – In tutto l’anno la S. Chiesa ha sempre nuove feste ed in esse riti e cerimonie bene adattate che riempiono l’anima di stupore e di pietà. Ricordatevi solo della bella notte di Natale, quando la Chiesa ci mostra Gesù bambino, che venuto dal cielo in terra sta a tremare di freddo tra il bue e l’asinello sopra la paglia: ricordatevi della settimana santa in cui ci mette sott’occhio tutta la Passione, la prigionia, gl’insulti nei tribunali, la flagellazione, la coronazione di spine ed il portare della Croce, l’agonia e la morte del nostro caro Gesù. Non sono bellissime tutte queste cerimonie, non sono piene di affetto, non sono opportunissime a riempirci l’anima di soavità? Che dirò poi delle Processioni tanto belle per cui Gesù Cristo viene portato in mezzo ai nostri paesi ed alle nostre campagne, perché sparga da per tutto le sue celesti benedizioni? Che dirò delle Rogazioni per cui il Sacerdote ed il popolo invocano da Dio la benedizione anche sulle nostre terre, sui nostri frutti, sulle nostre case, ponendovi per intercessori la SS. Vergine e tutti i Santi del cielo? Ah mostri che osano disprezzare riti sì santi e cerimonie così pietose! Gli è perciò miei cari che oltre all’ignoranza per cui bestemmiano quello che non conoscono,io vi diceva che c’è anche una sterminata malizia. Non possono non vedere che tutte queste cerimonie di S. Chiesa hanno una forza ammirabile a risvegliare nella nostra mente pensieri più vivi delle cose divine e ad accendere i nostri cuori di affetti più sentiti verso il Signore. Ma se non possono non vedere ciò, perché ci vogliono privare di tutti questi mezzi che sono sempre stati tanto adoperati dalla S. Chiesa, tanto pregiati dai Santi, tanto cari a tutti i Fedeli, e tanto efficaci al nostro spirituale vantaggio? Essi con queste declamazioni fanno lega con tutti gli increduli, con tutti i filosofastri, con tutti gli empi che vorrebbero vedere sterminato il culto del Signore dalla terra, e ridurci per pochi anni a vivere da bestie, senza Chiesa, senza culto, senza Sacerdoti, senza anima e senza Dio, per farci poi vivere un’eternità fra le strida, i pianti, le disperazioni, nel fuoco eterno. Iddio non lo permetta mai per sua misericordia. E voi invece ponete ben mente a quel che vi dico: non vi lasciate mai intepidire nell’amore a queste belle pratiche di pietà: anzi andatevi a bello studio più sollecitamente e mostratevi in esse più devoti e più riverenti. Il demonio è un serpente. Dove mette una volta la testa, vi fa passare anche tutto il corpo. Se comincerà a levarvi questi oggetti dalla mente e dal cuore, poi vi leverà i Sacramenti, il Sacrifizio e tutti i mezzi della salute. – Finalmente dicono che basta non far male, che basta aver carità, che tutte le cose sopradette non sono necessarie. Avevamo proprio bisogno di queste loro moine! Basta non far male eh? Ma dunque perché hanno tanto interesse a levarci tutti i nostri esercizi di pietà? Io non credo che noi facciamo male ad alcuno con essi e che non manchiamo alla carità con chicchessia nei nostri riti e cerimonie: perché dunque si sveleniscono tanto contro di essi? Perché non cominciano essi a praticare un poco la carità con noi e ci lasciano in pace? Perché vengono a seminare la discordia ed il malcontento nel paese? E questa è la carità che predicano? Ipocriti! Ma poi diciamo loro chiaramente. No, non basta non far male. bisogna anche fare del bene, non basta aver carità come la intendono costoro, bisogna avere anche giustizia, anche aver fede, anche aver pazienza, anche avere umiltà che è appunto quella che manca a cotesti predicatori, bisogna anche avere ubbidienza, che essi non conoscono né punto né poco, bisogna avere tutte le virtù. Il non far male, il non rubare, il non ammazzare è molto poco, perché è molto poco anche diciamolo chiaro, il fare un po’ di bene al prossimo. Questo basta per gettare un poco di polvere negli occhi alla gente, questo basta per farsi un po’ di reputazione, questo basta per piacere al mondo, ma per piacere a Dio ci vuole ben altro. Bisogna sottomettere il capo alla S. Fede, e checché la nostra superbia ci suggerisca, stare sottoposto alla S. Chiesa: praticare tutto quello che essa c’insegna, sentir la S. Messa, confessarsi, comunicarsi quando essa comanda, rispettare le astinenze, i digiuni quando essa li impone; osservare le Domeniche e le Feste come essa prescrive; bisogna domare le proprie passioni, sottomettere l’ira, l’invidia, la superbia, la gola, disprezzare il mondo con tutte le sue pompe, infrenare la propria carne e non concederle quello che essa pretende: conviene far tutto ciò e farlo davvero. Non bastano quattro smorfie in lode della carità, che neppure si finisce di conoscere quel che sia. – Io castigo il mio corpo, dice S. Paolo, io lo tengo in servitù, io non batto l’aria (Cor. IX, 27) come fanno costoro con le loro parole melate di carità con le quali gabbano tanti sciocchi. – Di che poi potete conchiudere che è falsissimo anche quello di che tanto si vantano, cioè che non fanno male; perché in realtà ne fanno moltissimo, tralasciando tutto il vero bene, mancando della vera carità nell’atto in cui più la vantano, ed essendo ripieni d’ogni nequizia. Il vero Cattolico è quello che non fa male perché rispetta tutti i diritti di Dio, adempie tutti i doveri che ha col prossimo, e procura di non mancare neppure a se stesso. Chi la intende cosi, intende tutta la dottrina nel santo Vangelo. Chi non la intende così o è un pazzo che inganna sé medesimo, o è un furfante che inganna gli altri.