IL TRATTATO DELLO SPIRITO SANTO
Mons. J. J. Gaume:
[vers. Ital. A. Carraresi, vol. I, Tip. Ed. Ciardi, Firenze, 1887; impr.]
CAPITOLO XIV
(continuazione del precedente )
Agilità degli angeli cattivi — Loro potenza — Passo notabile di Porfirio.
L’agilità. — L’agilità dei demoni non gli rende meno terribili che la loro intelligenza. Per trasportarsi da un luogo ad un altro, occorre all’uomo un tempo relativamente abbastanza lungo: minuti, ore, giorni e settimane. Sovente i mezzi di trasporto gli mancano; altre volte l’infermità, o la vecchiaia gl’impediscono di muoversi. Al pari dei buoni angeli, i demoni non conoscono nessuno di questi ostacoli. In un batter d’occhio essi si trovano a volontà, presenti nei punti i più opposti dello spazio. Quindi quella risposta di satana riferita nel libro di Giobbe: « Donde vieni tu, gli chiede il Signore? ». satana risponde: « Io vengo dall’aver fatto il giro del mondo, circuivi terram. » Siccome non esiste distanza per i demoni, ciò che accade attualmente nel fondo dell’Asia, possono essi dirlo nel fondo dell’Europa e viceversa. Questa agilità, lo si comprende facilmente, è tanto pericolosa per noi quanto è indiscutibile. È pericolosa, perché i demoni non hanno mezzo più possente di gettar l’uomo nello stupore e dallo stupore giungere alla fiducia, dalla fiducia alla familiarità, alla sottomissione, al culto stesso. È indisputabile: chi non ammirerebbe i consigli di Dio? Poco fa una scienza, sospetta d’origine, giovine d’età, povera di meriti, non ricca di presunzione, la geologia, veniva ad attaccare la genesi. Iddio ha detto alla terra: Apriti; mostragli gli avanzi delle creature nascoste dentro al tuo seno da seimila anni in qua. E la geologia, battuta dalle sue proprie armi, si è vista costretta a rendere uno splendido omaggio al racconto mosaico. – Il nostro tempo materialista si è fatto lecito di negare gli esseri spirituali e le loro proprietà. Per confonderlo, Iddio gli ha riserbato la scoperta dell’elettricità. Mercé di questo misterioso veicolo l’uomo può rendersi presente non solamente col pensiero ma con la parola su tutti i punti del globo, in un tempo impercettibile. Alla vista di un simile risultato, come fare a negare l’agilità degli spiriti?
La potenza. — Nella stessa guisa che il corpo appunto perché corpo, è naturalmente soggetto all’anima; cosi il mondo visibile in ragione della sua inferiorità, è naturalmente soggetto al mondo angelico. Subitoché si ammette altra cosa che la materia, la negazione di questa verità diviene una contradizione in termini. Ora, i demoni non hanno perduto nulla della superiorità o potenza inerente alla loro natura. [Da ciò deriva che Nostro Signore medesimo chiama il demonio il Forte armato, Fortis armatus.]. Ella si estende come quella dei buoni Angeli, senza eccezione, a tutte le creature: la terra, l’aria, l’acqua, il fuoco, le piante, gli animali e l’uomo stesso, nel suo corpo e nella sua anima. Essi possono variarne gli effetti in mille maniere che sorprendono la nostra ragione, come allarmano la nostra debolezza. Questa potenza essenzialmente benefica negli Angeli buoni, è al contrario essenzialmente malefica nei demoni. Lucifero nell’assoggettarsi mediante il peccato il re della creazione, si è assoggettato anche la creazione tutta intera. All’uomo ed al mondo ei fa sentire la sua tirannia, inocula il suo veleno, comunica le sue sozzure, e sviandoli dal suo fine, gli cambia in istrumenti di guerra contro il Verbo incarnato. Che questa azione malefica dei demoni sia reale, ch’ella sia eziandio antica quanto il mondo e perciò estesa quanto il genere umano, nessuna verità ne è più certa. La tradizione universale la conserva fedelmente, e la esperienza conferma la tradizione. Non vi è nessun popolo, anche grossolanamente pagano, che non abbia ammesso l’azione malefica delle potenze spirituali sulle creature e sull’uomo. Le testimonianze autentiche di questa credenza si rivelano ad ogni pagina della storia religiosa, politica, domestica dell’umanità. Trattar ciò di favola sarebbe follia, Il vedere pazzi da per tutto è essere pazzo se medesimo. Tra mille testimonianze ci contenteremo di quella di Porfirio. Il principe della teologia pagana si esprime così: « Tutte le anime hanno uno spirito unito e congiunto perpetuamente ad esse. Fino a che non l’hanno soggiogato esse medesime, sono in molte cose soggiogate da lui. Allorché fa loro sentire la sua azione, egli le spinge all’ira, infiamma le loro passioni e le agita miserabilmente. Questi spiriti, questi demoni perversi e malefici, sono invisibili e impercettibili ai sensi dell’uomo, imperocché essi non hanno rivestito un corpo solido. Tutti d’altra parte non hanno la stessa forma, ma sono foggiati su tipi numerosi. Le forme che distinguono ciascuno di questi spiriti, ora appariscono e ora restano celate. Qualche volta cambiano e sono i più cattivi…. le loro forme corporee sono perfettamente disordinate. « Allo scopo di sfogare le sue passioni, questo genere di demoni abita più volentieri e più di frequente i luoghi vicini della terra; di modo che non è delitto che egli non tenti di commettere. Come miscuglio di violenza e di doppiezza, hanno essi dei sottili e impetuosi movimenti, come se si gettassero in un agguato; ora tentando la dissimulazione, ora usando la violenza. Fanno essi queste cose e altre simili, per distoglierci dalla vera e sana nozione degli Dei e attirarci ad essi. » [Apud Eus. Præp. Ev., lib, IV, c. XXII.] Entrando nei particolari delle loro pratiche, il filosofo pagano continua e parla come un Padre della Chiesa: essi si dilettano in tutto ciò che è disordinato ed incoerente, e godono dei nostri errori. L’esca di cui si servono per attirare la moltitudine è quella di accendere le passioni, ora con l’amore dei piaceri, ora con l’amore delle ricchezze, della potenza, della voluttà e della vanagloria. Cosi animano le sedizioni, le guerre e tutto ciò che viene loro dietro. « Essi sono i padri della magia. Anche coloro i quali, mediante il soccorso di pratiche occulte commettono azioni cattive, gli venerano, e soprattutto il loro capo. Hanno in abbondanza vane e false immagini delle cose, e con ciò sono eminentemente abili a fare giuocare delle molle segrete a fine di organizzare degl’inganni. Ad essi dunque fa d’uopo attribuire la preparazione di filtri amorosi: da essi viene l’intemperanza della voluttà, della cupidigia verso le ricchezze, e della gloria, e soprattutto l’arte della frode e dell’ipocrisia; essendo la menzogna il loro elemento. » [Apud Easeb., Præp. Evang., lib. IV, c. XXII]. Dopo aver parlato dei principi della Città del male, Porfirio si occupa del loro re ch’egli nomina Serapide o Plutone. Qui, crediamo leggere non un filosofo pagano, non un Padre della Chiesa, ma lo stesso Vangelo, tanta è la tradizione precisa su questo punto fondamentale. « Noi non siamo temerari di affermare che i cattivi demoni siano soggetti a Serapide. La nostra opinione non è fondata solamente sui simboli e sugli attributi di questo dio, ma ancora su questo fatto che tutte le pratiche dotate della virtù di invocare o di allontanare gli spiriti maligni, s’indirizzano a Plutone, come l’abbiamo mostrato nel primo libro. Ora, Serapide è lo stesso che Plutone (il re degli abissi); e quel che prova indubitatamente essere egli il capo dei demoni, egli è che esso dà i segni misteriosi per allontanarli e porli in fuga. « È lui infatti che svela a quelli che lo pregano, come i demoni prendano ad imprestito la forma e la rassomiglianza degli animali, per mettersi in relazione con gli uomini. Di qui deriva che presso gli Egizi, i Fenici e presso tutti i popoli, niuno eccettuato, esperti nelle cose religiose, si ha cura di rompere le cuoia innanzi la celebrazione dei sacri misteri, che sono nei templi, e di battere contro terra gli animali. I sacerdoti pongono in fuga i demoni parte col soffio, parte col sangue degli animali e parte col percuotere nell’aria affinché avendo il posto, gli Dei possano occuparlo. « Imperocché bisogna sapere che ogni abitazione ne è piena. Per questo la si purifica cacciandoli tutte le volte che si vuol pregare gli Dei. Di più, tutti i corpi ne sono ripieni; poiché assaporano particolarmente un certo tal genere di cibo. Perciò, allorché ci poniamo a tavola essi non pigliano solamente posto presso le nostre persone, ma si attaccano altresì al nostro corpo. Quindi l’usanza delle lustrazioni, il cui scopo principale non è solamente l’invocare gli Dei ma di cacciare i demoni. – Essi si dilettano soprattutto nel sangue e nella impurità, e per saziarsene s’introducono nei corpi di coloro che vi vanno soggetti. Ogni moto violento di voluttà nel corpo, ogni appetito veemente di cupidigia nello spirito, è eccitato dalla presenza di questi ospiti. Sono essi che costringono gli uomini a proferire dei suoni inarticolati e ad emettere dei singulti sotto l’impressione dei godimenti che dividono con essi. » [Apud Euseb,, Præp. Evang. lib. IV, c. XXIII]. – Fra tutte le verità che rifulgono in questo squarcio, come le stelle nel firmamento, avvene una che faremo notare di passaggio, poiché non vi ritorneremo sopra, ed è la profonda filosofia del Benedicite, e la stoltezza non meno profonda di quelli che lo disprezzano.