[A. Carmignola: “Lo Scudo della Fede”. S.E.I. Ed. Torino, 1927]
XL.
I POTERI DELLA CHIESA.
Le leggi Della Chiesa. — Perché ci proibisce di mangiar carne il Venerdì? — Perché condanna la libertà eli stampa e proibisce certe letture? — Almeno per chi è forte e sagace, e di certi autori moderni non vi dovrebb’essere proibizione di sorta. — Perché la scomunica? — E la fumosa Inquisizione _ E Galileo torturato e imprigionato? E la strage di S, Bartolomeo?
— Da quanto mi ha detto ho riconosciuto che vi ha nella Chiesa un’autorità costituita da Gesù Cristo, autorità che è divina e vera nei Vescovi e nel Papa, ma che nel Papa, Capo supremo di tutta la Chiesa, si concentra e risiede in tutta la pienezza. Ora vorrei sapere che cosa deve e può fare questa autorità.
⁕ Te lo dirò in brevi parole:
1° Può e deve ammaestrarci intorno alle verità della fede.
2° Può far delle leggi regolanti il culto divino, la preghiera, le feste, i riti sacri, l’amministrazione ed il ricevimento dei Sacramenti, gli atti penitenziari della vita cristiana, i voti e il genere di vita dei religiosi eccetera.
3° Può esaminare, giudicare e condannare tutte quelle dottrine e tutti quegli atti, che non sono conformi al suo insegnamento e che si oppongono al suo governo.
4° Può infine per mezzo di pene salutari e conformi all’indole e natura sua punire coloro, che si rendono colpevoli in qualsiasi modo contro di lei, contro la sua fede e la sua legge.
— Ormai da quanto ho inteso dirmi, mi sono più che persuaso che la Chiesa ha il potere e il dovere di ammaestrarci intorno alle verità della fede e che noi dobbiamo credere a tutti i suoi insegnamenti per essere veri Cristiani. Ma non capisco ancora come la Chiesa possa anche fare delle leggi, e stabilire certi precetti.
⁕ Questo potere della Chiesa è pur esso chiaramente indicato e stabilito nel Vangelo da queste parole: « Tutto ciò che legherete sulla terra, sarà pure legato in cielo » ; parole, con le quali Gesù Cristo dice in sostanza che saranno approvati in cielo quei comandamenti, che la Chiesa farà qui in terra.
— Ma non basta forse la legge di Dio?
⁕ E tu credi che la Chiesa facendo dei precetti aggiunga propriamente qualche cosa alla legge divina? La Chiesa con i suoi precetti in sostanza non fa altro che svolgere ed applicare ai singoli casi la legge del Signore. Veniamo a qualche esempio. Iddio nella sua legge ci ordina di santificare i giorni festivi, e la Chiesa, comandandoci di assistere in essi alla Santa Messa, ci svolge il precetto del Signore e ci ammaestra intorno al modo, con cui dobbiamo santificare detti giorni. Iddio ci ordina di credere fermamente in Lui, e di rispettare la dignità della nostra natura col non abbandonarci a brutti peccati, e la Chiesa proibendoci la lettura di libri empi ed osceni, ci aiuta a mantenere ferma la nostra fede e rimuove un grave pericolo per la purità dei nostri costumi. Iddio vuole che noi ad ottenere il perdono dei nostri peccati ci confessiamo al sacerdote suo rappresentante, e la Chiesa ordinandoci di far ciò almeno una volta all’anno ci sprona ad eseguire il volere di Dio. Insomma la Chiesa con le sue leggi va attuando nel modo più opportuno la legge divina, come nella civile società la magistratura va attuando il codice civile.
— Ciò va benissimo. Tuttavia di certi precetti della Chiesa non mi so proprio bene dar ragione. Perché ad esempio la Chiesa ci obbliga ad astenerci dalla carne il venerdì e in altri determinati giorni dell’anno? Che cosa deve importare a Dio se io mangio di grasso oppure di magro?
⁕ Tu parlando così, dici dei veri spropositi. La Chiesa ci obbliga al magro al venerdì ed in altri giorni, come pure ad una certa età ci obbliga al digiuno, per farci eseguire il precetto di Gesù Cristo, col quale ci ha ordinato di fare penitenza dei nostri peccati. E siccome poi Gesù Cristo, vero uomo ma pur vero Dio, ha dato Egli il potere alla Chiesa di far delle leggi, perciò a Lui importa moltissimo che noi la ubbidiamo in tutto quello che essa ci comanda.
— Ma dunque Dio ci dannerà per un po’ di carne?
⁕ Dio ci dannerà pei nostri peccati, che commettiamo eziandio violando i precetti delle Chiesa. Del resto non ha Iddio condannati Adamo ed Eva per aver mangiato un pomo vietato?
— Ma ho sempre inteso dire, che non è ciò che entra in bocca, che macchia l’uomo.
⁕ E già che è così. Ma se l’anima non è macchiata dalla carne che mangi, resta macchiata dalla disobbedienza che commetti verso la Chiesa direttamente, e indirettamente verso Dio che comanda di obbedire alla Chiesa.
— Ma quando si tratta di ammalati, di deboli, di gente piena di occupazioni…
⁕ E allora la Chiesa non intende di obbligarli. Basta che chi si trova in tal condizione
se la intenda col suo confessore o col suo parroco: la Chiesa non vuole altro se non che le si professi la sommissione dovuta.
— Ma ciò che non mi va proprio si è quel condannare la libertà di stampa e mettere certi libri all’Indice, proibendone la lettura.
⁕ Per contendere alla Chiesa l’autorità di interdire certa stampa e di proibire i libri nocivi alla fede ed ai costumi, converrebbe negare la giurisdizione, che tiene su tutta la società. Si nega forse ad un vignaiuolo il diritto di strappar via dalla vigna, che coltiva, le male erbe e gli sterpi? Si nega ad un pastore il potere di allontanare il gregge dai pascoli e dai fonti nocivi? E alla civile società si contende forse l’autorità di sequestrare quegli scritti che fossero diretti a turbare l’ordine civile? Anche la Chiesa adunque deve avere questa autorità per la sua conservazione e per il bene de’ suoi figli.
— Ma intanto col combattere la libertà di stampa la Chiesa impedisce agl’ingegni di erudirsi.
⁕ Dimmi: è forse impedire al fiume la libertà del suo corso alzargli d’ambe le parti gli argini perché non straripi? o non è un aiutarlo a conservarsi con tutte le sue acque, a correre pieno e maestoso, a seguire insomma con più sicura libertà il suo corso naturale? Così fa la Chiesa col reprimere quanto più le è possibile la sfrenata libertà di stampa; contiene entro giusti limiti l’ingegno, perché si eserciti più vigoroso in opere degne di esso e non diventi un flagello della società e della Religione.
— Ma perché mentre lo spirito umano è in progresso e tutto il mondo profitta della civiltà moderna, rinunziare a tanta copia di lumi, che si diffondono pei libri e pei giornali!
⁕ Perché non è progresso né civiltà ciò che tende a distruggere l’ordine morale e religioso, ciò che mira a guastare la mente e a corrompere il cuore, ma turpe regresso.
— Eppure certi libri sono scritti in così bello stile, che sarebbe gran danno per la propria coltura il non leggerli.
⁕ Potrei risponderti che certi libri sono scritti in uno stile sì orribile, che è un gran danno per la propria coltura il leggerli, Ma supponiamo che sia come tu dici. Dunque per imparare il coraggio avrai d’ora innanzi a metterti a scuola da una banda d’assassini, perché sono la gente più audace che vi sia? Eh! Caro mio! per quanto si tratti di bello stile, non bisogna perciò mettere a pericolo la propria fede e la propria virtù ravvoltolando la mente nel pantano di certi libri, di certi romanzi, e di certi giornali.
— Ma quando uno si sente già forte e sagace abbastanza da distinguere il bene e il male e da respingere questo e appigliarsi a quello, che male c’è a far la lettura di quei libri e di quei giornali?
⁕ Quando pure si fosse gli uomini più sagaci e più forti del mondo, sempre si dovrebbe tremare, avendo detto lo Spirito Santo: « Chi ama il pericolo perirà in esso; e non è possibile maneggiare la pece senza restarne contaminato ». Per le cattive letture non sono forse caduti uomini insigni per dottrina e santità? Tant’è: si ha un bel dire: So distinguere… sono forte abbastanza… la realtà è questa, che a poco a poco la lettura di tali libri o giornali ti trasfonde per siffatta guisa nell’anima i loro pensieri, le loro parole, i loro apprezzamenti, i loro giudizi, le loro massime, che anche senza avvedertene si vanno oscurando in te i lumi della fede, l’errore destramente mascherato e gradatamente insinuato prende in te le sembianze della verità, e non va a lungo che tu pensi, parli, apprezzi, giudichi come il libro o il giornale che leggi; e se si tratta di libro immorale l’immaginazione si riempie di impuri fantasmi, il cuore si turba e si accende di impure fiamme, la volontà si guasta e si corrompe, e il senso trionfa sulla ragione. Quindi nessun pretesto può coonestare le cattive letture, epperò a costo di qualsiasi sacrificio, se vogliamo essere Cristiani, Cattolici veri, dobbiamo per sempre rinunziarvi ed astenercene, obbedendo alla Chiesa, che giustamente si vale della sua autorità a proibircele.
— Ma per lo meno certi autori moderni, che hanno acquistato gran fama letteraria, ancorché bacati nella fede e nel costume, non si hanno a leggere per riguardo alla loro bella forma? ed anche un po’ per vedere come la pensano?
⁕ Io, per me, ti dico che no. Che vuoi? A questo riguardo sarò un po’ retrogrado, ma io qui ti parlo da sacerdote, cioè da rappresentante di Gesù Cristo, e la sua legge non muta mai. Vedi: conosco degli amici miei, che erano prima di sentimenti al tutto cristiani, e che poi essendosi dati a leggere cotesti autori moderni, che tu sai, incominciando a gustarne l’arte, in breve divennero più o meno liberi pensatori. L’esperienza quotidiana lo dimostra, ed io oso sfidare chiunque a mostrarmi il contrario, che quando pure questi autori col fascino della loro arte paganeggiante non pervertano l’animo totalmente, lo piegano tuttavia a quello spirito di conciliazione fatale, che in breve rende facili e avvezzi a quella tolleranza dell’errore, a quel pratico accomodamento a tutte le idee, che con vero rincrescimento dei buoni, già si vede penetrato in certo giornalismo cattolico, che in ciò eccedendo i limiti di giusta e lodevole modernità, sia pure senza cattivo intento, fa tuttavia i punti d’oro ad ogni nuova opera vuoi letteraria, vuoi teatrale di quegli autori, magari senza aggiungere una parola sola di biasimo o di avvertenza sugli errori e sull’immoralità che ivi si asconde; ciò che riesce ad un tradimento del vero, ad una profanazione del bene e ad un fatale sfibramento del carattere cristiano. Epperò se oggidì molti, tra coloro istessi che la pretendono a Cattolici, sono pervenuti nella letteratura, nell’arte, nel teatro, anzi nella stessa filosofia, teologia e Religione a transazione col senso anticristiano, gli è appunto perché intesero portare a cielo quegli autori moderni e se ne diedero con passione alla lettura. D. Bosco, quel gran maestro ed amico della gioventù, non voleva neppure che certi autori e certe loro opere si avessero a nominare. Ma già… ei portava ancora il codino! Poveretto!
— Ho inteso perfettamente il suo latino; e sarà mio fermo proposito di regolarmi a questo riguardo secondo gl’insegnamenti che m’ha dato. Ma ora mi snodi un po’ un’altra difficoltà. Perché la Chiesa talvolta fa uso della scomunica e di altre pene contro certi Cristiani?
⁕ Perché la Chiesa ha i l diritto di provvedere con l’esercizio del potere coercitivo, datole da Gesù Cristo alla conservazione dell’ordine divino, che la fa essere la vera ed unica società religiosa istituita da Gesù Cristo. E siccome chiunque commetta una grave offesa all’unità della sua fede o alla santità de’ suoi costumi, diventa un pericolo per la comunanza cristiana, perciò essa sapientemente e prudentemente lo distingue dalla medesima per mezzo della scomunica, che è un privare l’individuo della comunione ossia partecipazione dei beni, che nella Chiesa vi sono.
— Ma per tal guisa la Chiesa non si mostra crudele?
⁕ Come? crudele la Chiesa per l’esercizio di un diritto il più ovvio del mondo, quello
cioè di separare un membro che rechi danno agli altri? Ma allora si deve pur dire crudele il padre, che manda fuori di casa il figlio ribelle; crudele lo Stato, che sbandisce dal suo seno un cittadino turbolento; crudele quella società che cassa dal novero dei suoi membri un socio indegno. D’altronde credi tu che la Chiesa prima di infliggere questa ed altre simili pene, non proceda sempre con la massima longanimità? Sii certo che prima di ricorrere a questi estremi essa tenta mai sempre tutte le vie per ricondurre prima al dovere chi se n’è allontanato.
— Non mi potrà però negare che la Chiesa siasi mostrata crudele assai con la sua famosa Inquisizione!
⁕ Me lo immaginava che saresti venuto fuori anche tu con l’Inquisizione! Ma a questo riguardo io intendo di sbrigarmela teco brevemente e nettamente. Ed anzitutto, dimmi tu, che cosa era l’Inquisizione?
— Ma… io ho inteso dire che era quanto più di inumano vi possa essere… che per essa si infliggevano agli eretici i più orribili tormenti che nel tempo stesso si stava a godere dai vescovi, dai preti e dai frati lo spettacolo delle vittime che si contorcevano
⁕ Basta, basta. Vedo che anche tu non fai che ripetere le solite calunnie e intanto non
mi sai dire propriamente che cos’era l’Inquisizione. Dunque te lo dirò io. Essa era un tribunale istituito in molti paesi cristiani col concorso dell’autorità ecclesiastica e civile, composto di uomini i più ragguardevoli per la loro scienza e virtù, avente per ufficio di scoprire, giudicare e reprimere gli atti tendenti a rovesciare la Fede Cattolica. Ora questa istituzione non era dessa saggia, utile, anzi necessaria alla Chiesa, in quei tempi, in cui l’eresia andava facendo tanta strage tra i suoi figli?
« Questo tribunale, dice il Cantù (Vedi Storia universale, tomo XI, capo VI) , ammoniva per due volte prima di aprire qualunque processo, e non comandava che l’arresto degli eretici ostinati e recidivi; accoglieva il pentimento e si limitava a castighi morali; la qual cosa gli permetteva di salvare una moltitudine di persone, che i tribunali ordinari avrebbero condannate ». Dov’è adunque quella crudeltà, che tu appioppi alla Chiesa per ragion dell’Inquisizione? Del resto io non ti nego che i re, che domandavano alla Chiesa l’istituzione dell’Inquisizione nei loro Stati, ne abbiano abusato. Ma di questi abusi si dovrà rendere responsabile la Chiesa? quella Chiesa che per parte sua non lasciò di deplorarli e biasimarli? Quante volte i Papi intervennero colla loro autorità sia per assolvere dalle loro condanne gli eretici, sia per riprendere severamente gli inquisitori della loro durezza, sia per scomunicarli quando non obbedivano ai loro ordini di essere più miti! – Dunque la Chiesa per parte sua nell’istituire l’Inquisizione non ha fatto altro che valersi della pienezza de’ suoi poteri e stabilire un tribunale di legittima sorveglianza, di alta protezione, di equità e di indulgenza. Sgraziatamente certi sovrani per ragioni politiche, come ad esempio in Ispagna, inventarono ed applicarono contro gli eretici delle pene gravissime. Ma di questi eccessivi rigori la Chiesa non ha colpa alcuna.
— Certamente, se le cose stanno così, e non ne dubito punto, la Chiesa non ha nessuna colpa. Ma… e Galileo torturato e imprigionato per aver scoperto che la terra gira intorno al sole? e la famosa strage di S. Bartolomeo?
⁕ Calunnie vecchie anche queste. Anzitutto è falsissimo che Galileo sia stato torturato, come comprovano molti scrittori, non già preti, ma laici, e vari documenti inediti scoperti alcuni anni orsono a Firenze. Che poi sia stato imprigionato non si può neppur dire, perché fu condannato, sì, alla detenzione per qualche tempo, ma dopo pochi giorni di rilegazione nella villa del Pincio lo si lasciò libero di scegliere il luogo dove scontarla, ed egli scelse la casa del suo miglior amico, l’arcivescovo Piccolomini di Siena, e di là si ritrasse poi nella sua villa di Arcetri. Che sia stata condannata la sua dottrina non lo nego, ma non in quanto sostenesse il moto della terra intorno al sole, che questo già prima e più chiaramente di Galileo l’aveva sostenuto Copernico, ma in quanto che Galileo a sostenere la sua tesi, benché giusta, non si peritò di interpretare a modo suo e non esattamente la Bibbia, che gli scienziati di quei tempi ritenevano erroneamente contraria, in varii suoi testi, alle opinioni di Galileo, e pretendere fondato sulla Bibbia il suo sistema. Epperò se la Congregazione Romana si ingannò, oltreché non si può dire che abbia errato la Chiesa, perché la Congregazione del S. Ufficio non è la Chiesa, alla fin fine fu indotta in errore dai sapienti di quel Tempo. Ecco tutto. E di ciò si può fare, come si fa, un gran capo d’accusa contro la Chiesa? [Oggi è dimostrato chiaramente che il sistema copernicano è assolutamente falso e si regge solo su speculazioni cervellotiche senza uno straccio di prove. Le uniche prove anzi, oltre a formule matematiche strampalate ed incomprensibili ai più – formule regolarmente aggiornate da affabulatori vari e sempre nuovi – su foto truccate degli enti spaziali, come per il farlocco “sbarco sulla luna” – sbarco nello studio cinematografico, pieno di errori ed incongruenze, oggi replicato da sbarchi su Marte (in realtà in studi televisivi ultramoderni!) ed in futuro su presunti pianeti sempre rigorosamente e perfettamente sferici, senza poli schiacciati e senza asse obliquo. Le tesi di Galileo, oggi ridicole e che chiunque, con un semplice cannocchiale, può agevolmente confutare e smascherare, risentivano del culto di Mitra, il dio sole, cioè lucifero spacciatosi portatore di luce al centro dell’universo, culto oggi in gran auge presso le conventicole massoniche che ancora, presso il grande pubblico … di ignoranti, sostengono la tesi eliocentrica con il denaro del pubblico erario americano –NASA ladrona!? – Ci dispiace essere in disaccordo con il Carmagnola, ma il Santo Uffizio era un organo ecclesiastico primario nella difesa della verità Cattolica, e quindi parte integrante della stessa Chiesa, – per questo è stato prontamente eliminato dalla setta del Novus Ordo Vaticano II – per cui non poteva sostenere l’errore; e qui fa piacere sottolineare che il Prefetto del Santo Uffizio ed i suoi collaboratori gesuiti, non si sbagliarono affatto nel valutare le idiozie del Galileo, già condannate giustamente in Copernico – entrambi, come Newton, Keplero, Bacone e compagni, si occupavano di astrologia, esoterismo, alchimia … altro che scienziati. Fu il Papa dell’epoca Urbano VIII che protesse e salvò il suo “amico” Galilei da una sacrosanta condanna. Purtroppo questo dimostra solo che l’eresia copernicana – eresia religiosa e scientifica insieme – si era fatta strada tra il clero infettandolo di incredulità e revisionismo verso la parola di Dio contenuta nella Scrittura Sacra, e di essere quindi in disaccordo con i canoni del concilio di Trento, oltre che con l’Infallibilità della dottrina cristiana, … come volevano appunto gli gnostici kabalisti dell’epoca e della massoneria odierna – ndr. -]
— No, certo.
⁕ Riguardo poi alla famosa strage di San Bartolomeo, avvenuta la notte del 25 agosto 1572 a Parigi, e di poi in molte altre città della Francia, per cui furono a tradimento e barbaramente trucidati un gran numero di Ugonotti ossia Calvinisti, è un fatto chiaro che fu soprattutto un colpo di stato politico macchinato dall’astuta Caterina de’ Medici, madre del re Carlo IX, e dai principali Signori della Corte di Francia, che per tal guisa, sotto il pretesto della Religione, si vollero sbarazzare di coloro, che da oltre venti anni ponevano sossopra la nazione con tumulti, rivolte, attentati contro la stessa persona del re, persecuzioni contro i Cattolici e stragi spaventose commesse dovunque potevano. Ma è certissimo che gli ecclesiastici in ciò non entrarono per nulla, e se vi entrarono fu per salvare quanti più Ugonotti fu loro possibile.
— Ma il Papa Gregorio XIII all’udire la notizia dell’eccidio non fece cantare il Te Deum?
⁕ Al Papa si fece intendere che il re con la sua famiglia era scampato da una grande congiura; epperò se egli a tale notizia rese pubbliche grazie a Dio, non lo fece per la strage degli Ugonotti ma per lo scampo del re e della Francia. Così stanno le cose. E coloro i quali si dilettano di alterare la storia per disonorare la Chiesa, dovrebbero per lo meno riconoscere che la crudeltà, le barbarie e le stragi, che si commisero per anni ed anni, a sangue freddo, contro i Cattolici in Inghilterra, in Irlanda, in Iscozia, in Olanda e in Danimarca sono cose sì orrende, che la strage di S. Bartolomeo a petto di esse diventa cosa di ben poco rilievo.
— Sono ben lieto di aver appresa la verità anche intorno a questi punti e di sapere che
la Chiesa non ha mai in alcun modo esorbitato nella sua autorità.