DIVISIONE DELL’ANNO ECCLESIASTICO.
(Messale Romano di Bertola e De Stefani; L.I.C.E. Ed. – Torino, 1950)
L’anno ecclesiastico comincia con la prima Domenica d’Avvento e finisce il Sabato che segue l’ultima Domenica dopo Pentecoste. Si compone di stagioni o Tempi liturgici chiamati Ciclo del tempo o Proprio del Tempo. Il suo scopo è di mostrarci nostro Signore nel quadro tradizionale dei grandi misteri della nostra Religione. – Contemporaneamente a questo ciclo se ne svolge un altro che è secondario: lo si chiama Ciclo del Santi o Proprio dei Santi, perché si compone di tutte le feste delle anime sante, che Dio associò a Gesù nell’opera della Redenzione.
I. — CICLO DEL TEMPO.
Questo ciclo è diviso in due parti che sono il ciclo di Natale e il ciclo di Pasqua. Ognuno di essi si suddivide a sua volta in tre tempi: l’uno precede, l’altro accompagna, il terzo segue queste due grandi feste, ed hanno il fine di prepararvi l’animo, di farle celebrare solennemente e dì prolungarle poi per parecchie settimane.
A. — Il Ciclo di Natale o dell’Incarnazione.
1) Il Tempo d’Avvento (dal latino adventus), si compone di 4 settimane che ci fanno aspirare coi Patriarchi e i Profeti alla venuta del Salvatore.
2) Il Tempo di Natale ci presenta la Nascita del Verbo Incarnato, che si riproduce in noi con la grazia e la sua Epifania o manifestazione al mondo.
3) Il Tempo dopo l’Epifania conta da due a sei settimane, che ci ricordano la vita nascosta di Nazaret e ci manifestano la sua Divinità.
B. — Ciclo di Pasqua o della Redenzione. Questo ciclo essendo dipendente dalla luna pasquale, comincia fra queste date, estreme, del 18 Gennaio e del 22 Febbraio.
La festa di Pasqua, centro di tutto l’anno, si celebra sempre nella domenica dopo il 14° giorno della luna di marzo. Si conta questo 14° giorno a partire dal 21 marzo. Se la luna piena fosse prima del 21, la luna pasquale sarebbe la seguente: donde uno sbalzo talvolta d’un mese; cioè Pasqua si celebra fra le date estreme del 22 marzo e de! 25 aprile.
1) Nove settimane preparano alla grande festa di Pasqua. E sono divise in tre Tempi:
a) Il Tempo della Settuagesima, che dura tre settimane, ci prepara già in qualche modo al mistero pasquale, e, con la Quaresima che viene dopo, ci dà una sintesi della vita pubblica di Gesù.
b) Il Tempo della Quaresima, che comincia il mercoledì delle ceneri, ci fa partecipare mediante 40 giorni di penitenza, al digiuno di 40 giorni di nostro Signore nel deserto ed alla sua vita apostolica.
c) Il Tempo della Passione, che comprende le due ultime settimane di Quaresima, ci mostra durante 15 giorni le ultime sofferenze di Cristo e la sua agonia sulla Croce, affinché noi possiamo morire con Lui ai nostri peccati.
2) Il Tempo Pasquale ci fa celebrare la più grande fra tutte le feste: Pasqua e la sua ottava privilegiata, affinché la nostra anima risusciti con Cristo e viva, durante le cinque settimane seguenti con Gesù che istituisce la Chiesa e sale al Cielo nel giorno dell’Ascensione. La festa di Pentecoste viene a chiudere questo Tempo con la discesa dello Spirito Santo nelle nostre anime.
3) Il Tempo dopo la Pentecoste ci mostra per 24 o 28 domeniche le fioriture di santità che lo Spirito Santo e l’Eucarestia faranno nascere nella Chiesa e nei suoi Santi sino alla fine del mondo, epoca questa ricordata dalla ventiquattresima domenica dopo Pentecoste.
II. — CICLO DEI SANTI.
Pio X, nella sua bolla Divino Afflatu, ci indica la gerarchia che dobbiamo osservare nella celebrazione delle feste dei Santi che vengono ad intercalarsi, nel corso dell’anno, fra i grandi misteri del ciclo Cristologico.
Il primo posto è per la Madonna.
Poi vengono i Santi Angeli; e quindi, conforme all’ufficio più o meno intimo ch’essi ebbero nel piano dell’Incarnazione, S. Giovanni Battista, precursore del Messia; S. Giuseppe, S. Pietro e S. Paolo e gli altri Apostoli il cui culto era una volta solenne.
Le feste dei Santi d’una Nazione, d’una Diocesi, d’un Paese, d’una Parrocchia, d’un Ordine o Congregazione religiosa sono pure elevati al primo grado per la riconoscenza dovuta a questi Santi Protettori.
Vengono quindi le feste della Dedicazione delle chiese, e quelle dei Martiri, dei Pontefici (cioè dei Papi o Vescovi), dei Dottori (cioè dei Padri della Chiesa, interpreti più autorizzati della parola divina), dei Confessori (di quelli cioè che con la loro vita e con le loro dottrine hanno reso testimonianza a Dio), delle Vergini e delle Sante Donne. – Le più importantie numerose solennità di questo ciclo mattono, per il posto che occupano – specialmente nel tempo dopo la Pentecoste – in piena luce il ciclo riservato a Gesù, poiché è mediante Cristo che il mondo dev’essere ricostruito: «instaurare omnia in Christo».
1. — DELLA OCCORRENZA E DELLA CONCORRENZA DELLE FESTE.
Da questo movimento simultaneo del ciclo del Tempo e del ciclo dei Santi nascono incontri di feste del Tempo e dei Santi che prendono il nome di occorrenza, quando due feste sono assegnate al medesimo giorno, e di concorrenza, quando i secondi Vespri di una festa si incontrano con i primi Vespri della seguente. ( I primi Vespri si dicono la vigilia ed i secondi nel giorno della festa).
Nel caso di occorrenza, la festa meno privilegiata cede all’altra, nel caso di concorrenza la più degna prevale sull’altra e se esse sono dello stesso grado, si dividono i Vespri, cioè a cominciare dal Capitolo i Vespri sono del giorno seguente.
2. — DEL RITO E DEI GRADI DELLE FESTE.
Le feste assegnate a ciascun giorno dell’anno non sono uguali in importanza e in solennità. La Chiesa stabilisce la loro dignità con un rito speciale e con gradi differenti. Il rito di una festa consiste nella forma che la costituisce. E sono tre principali:
1° Il rito doppio, così chiamato perché si raddoppiano le antifone ripetendole cioè per intero sia prima che dopo ciascun salmo dell’Ufficio.
— Nelle Messe di questo rito (a meno che non vi siano commemorazioni di uno o più santi) non vi è che una sola orazione.
2° Il rito semidoppio, nel quale prima del salmo non si dice che l’inizio dell’antìfona (la quale sarà poi detta interamente dopo il salmo). Nelle Messe di questo rito vi sono sempre tre orazioni.
3° Il rito semplice.
I gradi di una festa consistono nella maggiore o minore solennità che le conviene.
Perciò si distinguono:
I doppi di prima classe
I doppi di seconda classe
I doppi maggiori
I semidoppi
I doppi minori
I semplici
3. — LE DOMENICHE DI PRIMA E DI SECONDA CLASSE
LE DOMENICHE ORDINARIE,
a) Le Domeniche di prima classe sono:
la prima Domenica d’Avvento e le 4 Domeniche di Quaresima;
la Domenica di Passione e la Domenica delle Palme;
la Domenica di Pasqua;
la Domenica in Albis (prima dopo Pasqua);
la Domenica di Pentecoste.
Queste dieci Domeniche non cedono il posto a nessun’altra Festa.
- b) Le Domeniche di seconda classe sono:
La seconda, la terza e quarta di Avvento;
Le Domeniche di Settuagesima, Sessagesima e Quinquagesima
Queste Domeniche non cedono il posto che ai doppi di prima classe;
c) Le altre Domeniche dell’anno cedono il posto alle Feste di prima e di seconda classe, come pure alle Feste di nostro Signore, ma prevalgono sopra ogni altro Doppio maggiore o minore e semidoppio. La Feste doppie sono allora semplificate: se ne fa solamente commemorazione alla Messa e nell’Ufficio.
4. — LE OTTAVE PRIVILEGIATE COMUNI E SEMPLICI.
Se il rito doppio di prima classe ha l’Ottava questa può esse
I. — Una ottava privilegiata
a) di primo ordine (Pasqua e Pentecoste), durante la quale non è ammessa la celebrazione di nessun’altra festa, ma solo la commemorazione ed anche questa è esclusa nel lunedì e martedì.
b) di secondo ordine (Epifania e Corpus Domini) durante la quale si possono celebrare soltanto le feste di rito di prima classe e nel giorno Ottavo ammette solo una festa di prima classe, e nel giorno ottavo ammette solo una festa di prima classe della Chiesa universale. In questi casi si fa la commemorazione dell’Ottava.
c) di terzo ordine (Natale, Ascensione e il Sacro Cuore) che giorni durante l’Ottava ammette tutte le feste superiori al semplice, ma nel giorno Ottavo non cede che a una festa di prima e di seconda classe. Si fa sempre commemorazione dell’Ottava.
II. — Una Ottava comune.
Hanno questa Ottava:
1° le seguenti feste della Chiesa universale: Immacolata Concezione; Assunzione; Natività di S. Giovanni Battista; Solennità di San Giuseppe; Ss. Apostoli Pietro e Paolo; Tutti i Santi. – 2° Le feste primarie delle Chiese particolari. – 3° Per privilegio qualche altra festa. Questa Ottava ammette la celebrazione delle stesse feste che le Ottave privilegiate di terzo ordine. Si omette la memorazione dell’Ottava nei doppi di prima e seconda classe, non però nel giorno ottavo.
Quando il rito doppio di seconda classe ha l’Ottava, questa è:
Una Ottava semplice.
Dell’Ottava semplice si celebra solo il giorno ottavo e con rito semplice (S. Giovanni Ap., S. Stefano, ecc.). Se occorre una festa di rito superiore si fa la commemorazione, eccetto che nella festa
di rito di prima classe. .
5. — LE FERIE PRIVILEGIATE E NON PRIVILEGIATE.
Le ferie seno giorni liberi nei quali non si celebra alcuna festa. La Quaresima, che un tempo serviva di preparazione al Battesimo, amministrato nel giorno di Pasqua, possiede una Messa speciale per ogni Feria, cioè per ogni giorno della settimana. – Nelle ferie che non hanno Messa propria, si celebra la Messa della Domenica precedente.
a) Le ferie maggiori privilegiate sono:
Il Mercoledì delle Ceneri e tutti i giorni della Settimana Santa.
Queste ferie prevalgono su ogni altra festa.
b) Le ferie maggiori non privilegiate sono:
Quelle dell’Avvento, della Quaresima (dopo il Mercoledì delle Ceneri), di Passione (prima della Domenica delle Palme), delle Quattro Tempora dì Settembre ed il lunedì delle Rogazioni. Se ne fa sempre la commemorazione e si legge il loro Vangelo in fine della Messa.
In queste ferie, nelle Quattro Tempora dell’Avvento e nelle Vigilie Comuni (v. N° 6, b) se si fa l’Ufficio di un Doppio maggiore o minore o di un Semidoppio, nelle Messe private si può leggere la Messa della feria o della vigilia con la Commemorazione della festa, oppure la Messa della festa con la Commemorazione della feria o della vigilia.
La Commemorazione di tutti i fedeli Defunti esclude (anche se trasferita al giorno seguente, quando il 2 Novembre cade in Domenica) le Feste sia occorrenti che trasferite di qualsiasi rito.
6. — LE VIGILIE.
Le vigilie, o veglie, preparano con ufficio speciale la celebrazione della festa del giorno successivo. Alcune sono caratterizzate dalla penitenza e spesso da uffici più lunghi e dal colore violaceo dei parati. Vi sono vigilie:
a) Privilegiate:
1° di prima classe: vigilia di Natale e di Pentecoste che non cedono il posto a nessuna festa.
2° di seconda classe: vigilia dell’Epifania che non ammette che le feste di prima e seconda classe e di nostro Signore.
b) Comuni ordinarie: Apostoli, ecc.
7. LE MESSE VOTIVE.
Messe Votive si chiamano quelle che si celebrano, nei giorni prescritti dalle Rubriche, indipendentemente dall’Ufficio dei giorno e sono state istituite per soddisfare il voto o desiderio della stessa S. Chiesa, dei fedeli che le domandano, e del Celebrante medesimo.
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DIVISIONE SCHEMATICA DELL’ANNO ECCLESIASTICO
A. — CICLO DI NATALE
MISTERO DELL’INCARNAZIONE.
PREPARAZIONE
(Par. Violacei)
I. Tempo di Avvento (dalla 1a Dom. di Avvento al 24 dicemb.) – 4 Domen.
CELEBRAZIONE
(Par. Bianchi)
Natale
Epifania
II.Tempo di Natale (dal 24 dic. Al 13 gennaio) 2 Domen.
PROLUNGAMENTO.
(Par. Verdi)
III. Tempo dopo l’Epifania) (dal 14 gennaio alla Settuagesima) 6 Dom.
B. — CICLO DI PASQUA.
MISTERO DELLA REDENZIONE.
PREPARAZIONE
(Par. Violacei)
I. remota (Tempo di Settuag.) da Settuagesima alle Ceneri 3 Domen.
II. prossima (Tempo di Quares.) dalle Ceneri alla Dom. di Passion 4 Domen.
III. immediata (Tempo di Passione ) dalla Dom. di Passione a Pasqua 2 Dom.
CELEBRAZIONE
IV. Pasqua (Par. Bianchi)
Pentecoste ed Ottava (Par. Rossi)
(Tempo Pasquale) da Pasqua alla Trinità – 7 Dom.
PROLUNGAMENTO
(Par. Verdi)
V. Tempo dopo Pentecoste dalla Trinità all’Avvento – Domen. 24