RINGRAZIAMENTO DOPO LA COMUNIONE (1)

RINGRAZIAMENTO DOPO LA COMUNIONE (1)

[G. Riva: Manuale di Filotea, XXX ed., Milano, 1888 –impr.-]

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En ego, o bone et dulcissime Iesu, ante conspectum
tuum genibus me provolvo ac maximo
animi ardore te oro atque obtestor, ut meum
in cor vividos fidei, spei et caritatis sensus, atque
veram peccatorum meorum pænitentiam,
eaque emendandi firmissimam voluntatem velis
imprimere: dum magno animi affectu et dolore
tua quinque Vulnera mecum ipse considero, ac
mente contemplor, illud prae oculis habens, quod
iam in ore ponebat tuo David Propheta de te,
o bone Iesu: « Foderunt manus meas et pedes
meos; dinumeraverunt omnia ossa mea » (Ps. XXI
v. 17 et 18).

[Eccomi, o mio amato e buon Gesù, che alla santissima vostra presenza prostrato, vi prego col fervore più
vivo a stampare nel mio cuore sentimeni di fede, di speranza, di carità, di dolore dei miei peccati e di proponimento di non più offendervi, mentre io con tutto l’amore e con tutta la compassione vado considerando le vostre cinque piaghe, cominciando da ciò che disse di voi, o mio Dio, il santo profeta Davide: “Hanno forato le mie mani e i miei piedi, e hanno contato tutte le mie ossa”. Così sia].

[Fidelibus, supra relatam orationem coram Iesu Christi
Crucifixi imagine pie recitantibus, conceditur:
Indulgentia decem annorum;
Indulgentia plenaria, si præterea sacramentalem confessionem instituerint, cælestem Panem sumpserint et ad mentem Summi Pontificis oraverint (S. C. Indulg., 31 tal. 1858; S. Pæn. Ap., 2 febr. 1934).

Del Ringraziamento

Non c’è orazione più grata a Dio, né più utile alle anime, di quella che si fa nel ringraziamento dopo la Comunione. È sentenza di molti gravi autori che finché durano le specie sacramentali, la Comunione cagioni maggiori grazie, semprecché l’anima seguiti a disporvisi con nuovi atti di virtù: insegnando il Concilio di Firenze, nel decreto di Eugenio IV agli Armeni, che il ss. Sacramento opera nell’anima gli stessi effetti del materiale, il quale, entrato nel corpo, seguita ad operare a norma delle sue disposizioni. Perciò le anime sante procurano di trattenersi in orazione quanto più possono dopo la Comunione. Il venerabile Avila, dopo la Comunione, abitualmente si tratteneva non meno di due ore. Il P. Baldassare Alvarez diceva doversi fare gran conto del tempo dopo la Comunione immaginandosi di udire dalla bocca stessa di Gesù Cristo le parole che disse ai discepoli Quanto a me non sarò sempre con voi. Perciò invece di mettersi a leggere subito dopo la Comunione, è meglio impiegare qualche poco di tempo in eccitare santi affetti, parlando da per sé con Gesù che è presente nell’ostia ricevuta, replicando anche più volte qualche affettuosa preghiera, a imitazione di Gesù nell’Orto che pregó per la terza volta tenendo lo stesso discorso. In affetti adunque in preghiere deve trattenersi l’anima con Gesù dopo la Comunione, essendo cosa certa che gli atti devoti che si fanno dopo la Comunione hanno più valore e più merito davanti a Dio che non hanno fatti in altro tempo, perché stando l’anima unita con Gesù, quegli atti vengono allora avvalorati dalla sua divina presenza. Di più deve ritenersi che Gesù dopo la Comunione sta più disposto a far grazie. Dice s. Teresa che Gesù dopo la Comunione si pone nell’anima come in trono di grazie, e le dice: cosa vuoi ch’Io ti faccia? Come dicesse: Anima mia cara, Io sono venuto apposta per farti grazie, chiedimi quanto vuoi e sarai accontentata. Oh che tesori di grazie riceverai, o Filotea, se seguiterai a trattenerti con Gesù dopo la Comunione almeno per mezz’ora! E perciò potrai leggere or l’uno or l’altro dei seguenti ringraziamenti, avvertendo che anche finita l’orazione, dovrai nel giorno che ti comunichi seguitare con gli affetti e con le preghiere a mantenerti unita con Lui che si è degnato di venire a te, come nella casa di Zaccheo, per portarvi con la sua grazia la più compita santificazione.

RINGRAZIAMENTO I.

Atto di fede.

Ecco, è già venuto il mio Dio a visitarmi, il mio Salvatore ad abitare nell’anima mia. Già il mio Gesù si trova dentro di me. Egli è venuto a farsi mio, ed insieme a farmi suo. Sicché Gesù è mio, ed io sono di Gesù. Gesù è tutto mio: ed io sono tutto suo. O bontà infinita! O misericordia infinita! O amore infinito! Un Dio viene ad unirsi con me, ed a farsi tutto mio! Anima mia, ora che sei così stretta con Gesù, fatta una cosa sola con Gesù, perché non parli confidenzialmente con Lui? Suvvia, ravviva la fede; pensa che gli Angioli ti stanno attorno adorando il loro Dio dentro il tuo petto, adoralo adunque tu ancora, e tutta raccolta in te stessa, pensa a fargli la maggior accoglienza che ti è possibile.

Atto di Accoglienza.

Ah! mio Gesù, mio amato, mio bene infinito, mio  tutto, siate sempre il benvenuto nella povera casa dell’anima mia. Ma, dove siete arrivato? Dove vi  trovate Voi mai? In un cuore peggiore della stalla dove nasceste, pieno di attacchi di amor proprio e di appetiti disordinati. E come avete potuto venire ad abitarvi? Maria ss., Spiriti Angelici, Santi tutti del cielo, voi che amate Dio con puro amore, impetratemi i vostri affetti per far compagnia al mio amato Signore ora che si trova nella povera anima mia.

Atto di Ringraziamento.

Mio Dio, e mio Signore, io vi ringrazio del favore che mi avete fatto questa mattina di venire ad abitare nell’anima mia. Vorrei farvi un ringraziamento degno di Voi e del gran favore a me fatto. Ma qual ringraziamento posso farvi io miserabile, che sia degno di un Dio il quale con tanto amore si è dato a me? Se Davide non sapeva in qual modo contraccambiare i tanti benefici a lui fatti, per cui esclamava: “quid retribuam Domino, quid retribuam?” che cosa renderò io a Voi, mio Gesù, che, dopo avermi donato tanti vostri beni, mi avete donato questa mattina anche Voi stesso? Benedici dunque, anima mia, e ringrazia come meglio sai il tuo Dio. E voi Madre mia Maria, Santi avvocati, Angelo mio custode, Anime tutte che siete innamorate di Dio, venite a benedire e ringraziare il mio Dio per me, ammirando e lodando le grazie troppo grandi che Egli mi ha fatto.

Atto di Offerta.

Il mio diletto è mio, ed io sono suo. Se un Re viene a visitare un povero pastorello dentro il suo pecorile, che altro può offrirgli il pastorello, se non la sua greggia qual è? Giacché adunque, o divino mio Re, Gesù, siete venuto a visitare la povera casa dell’anima mia, io vi offro e vi dono la casa e tutto me stesso con la mia libertà e volontà. Voi vi siete dato tutto a me, io mi do tutto a Voi. Io non voglio, mio Gesù, essere più mio; da qui in avanti voglio essere vostro e tutto vostro. Sian vostri i sensi miei, acciocché mi servano solo per dar gusto a Voi. E qual maggior gusto si può avere, dirò con s. Pietro d’Alcantara, che dar gusto a Voi, Dio amabilissimo, amorosissimo, e sempre larghissimo nel corrispondere a qualunque più piccolo servigio? Io vi dono insieme tutte le mie potenze, e voglio che tutte siano vostre; non voglio che la memoria mi serva ad altro che a ricordare dei vostri benefici e del vostro amore; l’intelletto non mi serva che a pensare a Voi, che sempre pensate al mio bene, e la volontà non mi serva ad altro che ad amar Voi, mio Dio, mio tutto, ed a voler soltanto quel che volete Voi. Vi consacro dunque e vi sacrifico, mio dolcissimo Salvatore, tutto quanto ho e quanto sono, i miei sensi, i miei pensieri, i miei affetti, i miei desideri, i miei gusti, le mie inclinazioni, la mia libertà; insomma nelle vostre mani io consegno tutto il mio corpo e l’anima. Accettate, o Maestà infinita, il sacrificio che vi fa di sé stesso il peccatore più ingrato che avete avuto sulla terra per il passato, ma che ora si offre e si dona a Voi. Fate in me e disponete di me come vi piace. Consumate in me tutto quello che è mio e vi piace agli occhi vostri, acciocché da oggi io sia tutto vostro, e viva unicamente per seguire, non solo i vostri precetti e i vostri consigli, ma ancora tutti i vostri desideri. Maria ss., presentate Voi con le vostre mani alla ss. Trinità questa mia offerta, ed ottenetemi Voi che l’accetti, e mi doni la grazia d’esservi fedele fino alla morte.

Atto di domanda.

Anima mia, che fai? non è tempo da perdere il presente; è tempo prezioso in cui puoi ricevere qualunque grazia. Non vedi l’Eterno Padre che ti sta amorosamente guardando, vedendo dentro di te il suo diletto Figlio, l’oggetto più caro del suo amore? Discaccia ora tutti gli altri pensieri, ravviva la fede, allarga  il cuore, e domanda quanto vuoi. Non senti Gesù medesimo che ti dice: Che vuoi ch’Io ti faccia? Anima mia, dì che vuoi da me? Io sono venuto apposta per arricchirti e contentarti; domanda con confidenza, ed avrai quanto vuoi. Ah, mio dolcissimo Salvatore! Giacché Voi siete in me per riempirmi delle vostre grazie, e desiderate che io ve le domandi, io non vi chiedo beni di terra, non ricchezze, non onori, non piaceri, datemi vi prego un gran dolore dei disgusti che vi ho dati, e una gran luce che mi faccia conoscere la vanità di questo mondo, e il merito che Voi avete d’essere amato. Cambiatemi questo cuore e distruggete in me tutti gli affetti terreni; donatemi cuore tutto uniforme alla vostra volontà, che non cerchi altro che il vostro maggior compiacimento, e non aspiri ad altro che al vostro santo amore. Io non merito tanto; ma lo meritate Voi, o mio Gesù, dacché non sdegnate di venire dentro di me; io ve lo domando per i meriti vostri e della vostra SS. Madre, e per l’amore che portate al vostro eterno Padre.

[Qui fermatevi a chiedere a Gesù qualche altra grazia particolare per voi e pei prossimi, e non vi scordate dei peccatori e delle anime del Purgatorio. Pregate ancora per l’anima pia e religiosa del Defunto autore di questo Manuale e per quel povero Sacerdote che ne continua l’edizioni.]

Eterno Padre, è Gesù Cristo stesso, vostro Figlio che ci ha detto: Vi assicuro che qualunque cosa domanderete al Padre in mio Nome, ve la darà. Per amore  dunque di questo Figlio che tengo nel mio petto, esauditemi Voi, e donatemi quello che vi domando. O miei dolcissimi amori, Gesù e Maria, per Voi patisca, per Voi io muoia; sia tutto vostro e niente mio. – Sia lodato e ringraziato ogni momento il santissimo e divinissimo Sacramento. Sia benedetta la santa ed Immacolata Concezione della beata Vergine Maria. Anima di Cristo santificatemi; Corpo dì Cristo salvatemi; Sangue di Cristo inebriatemi; Acqua del lato di Cristo, mondatemi; Passione di Cristo, confortatemi; o buon Gesù, esauditemi. Tra le vostre piaghe nascondetemi; e non permettete che io mi allontani da Voi; dal nemico maligno difendetemi: nell’ora della mia morte chiamatemi: e fate che venga presso di Voi, onde con i Santi e con gli Angeli vi lodi per tutti i secoli de’ secoli. Così sia.

RINGRAZIAMENTO II

A Gesù.

Ecco, Gesù mio, già siete venuto: ora state dentro di me, e già vi siete fatto tutto mio. Siate il ben venuto, amato mio Redentore, Io vi adoro e mi prostro ai piedi vostri, e teneramente vi abbraccio, vi stringo al mio cuore, e vi ringrazio d’esservi degnato di entrare nel petto mio. O Maria, o Santi avvocati, o Angelo mio custode, ringraziatelo Voi per me. Giacché dunque, o divino mio Re, siete venuto a visitarmi con tanto amore, io vi dono la mia volontà, la mia libertà e tutto me stesso. Voi tutto a me vi siete donato, io tutto a Voi mi dono. Io non voglio essere più mio: da oggi innanzi voglio esser vostro e tutto vostro. Tutta vostra voglio che sia l’anima mia, il corpo mio, le mie potenze, i sensi miei, acciocché tutti s’impieghino in servirvi e darvi gusto. A Voi consacro tutti i miei pensieri, i miei desideri, gli affetti miei e tutta la mia vita. Deh! non vi avessi mai offeso; deh potessi amarvi quanto Voi meritate! Ma, se non posso altro, io risolvo fin d’adesso di spendere solamente in amare Voi tutta la vita che ancor mi resta. Accettate, o Dio dell’anima mia, il sacrificio che vi fa questo povero peccatore, che altro non desidera che di amarvi e compiacervi. Fate Voi in me, e disponete di me, e di tutte le cose mie, come vi piace. Distrugga in me il vostro amore tutti gli affetti che a Voi non piacciono, acciocché io sia tutto vostro, e viva solo per darvi gusto. Io non cerco beni di terra, non piaceri, non onori, vi domando per i meriti della vostra passione, un continuo dolore dei miei peccati. Datemi la vostra luce che mi faccia conoscere la vanità dei beni mondani, e il merito che Voi avete di essere amato. Togliete da me tutti gli affetti terreni, e legatemi tutto al vostro santo amore, acciocché da oggi innanzi altro non voglia, né desideri se non quello che volete Voi. Datemi pazienza e rassegnazione nelle infermità, nella povertà e in tutte le cose contrarie al mio amor proprio. Datemi mansuetudine verso chi mi disprezza. Datemi il vostro santo amore con una fedeltà inalterabile nel vostro santo servizio fino alla morte. Non permettete mai più che io mi abbia a separare da voi. Jesu dulcissime, ne permittas me separari a te. Datemi infine la grazia di ricorrere sempre a Voi con figliale fiducia in tutte le mie tentazioni, onde non demeritare giammai la massima di tutte le grazie, la santa perseveranza.

All’Eterno Padre.

Ringrazio ancora Voi, Signor santo, Padre onnipotente, eterno Iddio, che vi siete degnato di pascere me peccatore, vostro servo indegno, del preziosissimo Corpo e Sangue del Figliuol vostro e nostro Signor Gesù Cristo, e vi prego a far sì che questa santa Comunione non mi sia un nuovo reato a castigo, ma piuttosto una intercessione salutare ad ottenermi perdono; mi serva a distruzione di tutti i vizi, ad accrescimento di carità, di pazienza, di umiltà e di tutte le sante virtù: mi sia di forte difesa contro de’ miei nemici, e di calma perfetta in tutte le potenze dello spirito e della carne; e soprattutto mi aiuti ad unirmi stabilmente a Voi unico e vero Dio,  e a compiere felicemente nella vostra grazia i miei giorni. E allora deh! buon Padre, vi piaccia di condurmi a quel convito ineffabile, di Paradiso, dove Voi col medesimo Figliuol vostro e collo Spirito Santo, siete a’ vostri eletti vera luce, piena consolazione, eterno gaudio e perfetta felicità.

A Maria come Avvocata.

O gran Madre del santo amore, vita, dolcezza, speranza nostra, dunque non è bastato a Gesù di farsi avvocato mio presso il Padre, s’Egli non faceva anche Voi avvocata presso di sé medesimo? Ben si scorge quanto ami la mia salute, mentre, dopo averla procurata con tanti mezzi, non ancor pago, vuole che insieme ai suoi meriti concorranno ad ottenermela anche le vostre preghiere, cioè quelle preghiere alle quali ha dato tanto di forza che si rispettino come leggi. Se così è, ecco che, per esecuzione di un disegno così pietoso, io vengo ai piedi vostri, quasi ad altar di rifugio, e così prostrato, sebbene mi riconosca la più miserabile fra tutte le creature, pure protesto che spero nel vostro aiuto, e spero tanto che, se la mia salute stesse totalmente nelle mie mani, io vorrei subito dalle mie rimetterla nelle vostre, tanto di Voi più giustamente mi fido che di me stesso. È vero che io con i miei peccati taglio la via a quel soccorso che Voi mi procurate con la vostra intercessione: ma con tutto ciò, io spero che Voi vincerete con la vostra efficacia amorevole anche questo ostacolo che io fo a me stesso, e mi impetrerete che io secondi con una pronta e fedele cooperazione la vostra mediazione, e più non la disturbi con la mia durezza e infedeltà. Non si sa che alcuna causa protetta efficacemente da Voi siasi finora perduta; e temerò che si perda la mia? Ah no! tutto il mondo si dimentichi di me, purché ve ne ricordiate Voi, o mia amorevolissima Protettrice. Degnatevi solamente di piegare uno sguardo sopra di me, e se non si commuoverà il vostro cuore alla vista delle mie miserie, mi contento di restare da Voi abbandonato. Dite a Dio che io sono vostro, e poi non ricuso di perire, se ciò non basta a salvarmi. Questa è la sola speranza che mi consola, con questa voglio vivere, in questa voglio morire. Così sia.

Raccomandazione.

O Padre delle misericordie, Dio di tutte lo consolazioni che, dandoci nell’Incarnazione il vostro divin Figliuolo, ci avete dato insieme a Lui tutti i beni, e nelle nostre orazioni ascoltate le sue, e facendo a noi misericordia, a Lui fate giustizia, degnatevi, in vista degli infiniti suoi meriti, di rimediare a tutti i bisogni spirituali e temporali, particolari e comuni di tutto il genere umano. Abbiate pietà di tanti infedeli, di tanti eretici, di tanti peccatori, e convertiteli, di tanti giusti che vi servono sì freddamente e infervorateli, concedete agli innocenti che conoscano la loro sorte e la mantengano, ai tentati che resistano con fortezza, ai penitenti che più non tornino alle loro colpe passate, a tutti i vostri servi che vi amino sempre più e cerchino sempre più puramente la vostra gloria. Ricordatevi di tanti poveri, di tanti ammalati, di tanti afflitti: per tutti da voi imploro, o mio Gesù, consolazione ed aiuto. Santificate la vostra Chiesa in tutti quanti i suoi ministri, assistete specialmente il Sommo Pontefice, che ne è la pietra fondamentale. Rendete bene a tutti quelli che ci odiano; difendete tutti i vostri fedeli; estendete la vostra misericordia fin giù nel Purgatorio, soccorrendo quelle anime sante, a suffragio delle quali io vi offro quanto di bene è stato fatto e si farà in avvenire. Sopra tutto porgete aiuto alla povera anima mia che io interamente metto nelle vostre mani; toglietene tutto ciò che vi dispiace, accrescete in me la fede, la speranza e la carità, e infervoratemi nell’esercizio di tutte le virtù, ma datemi specialmente una continua contrizione di tutti quanti i miei peccati; non permettete ch’io torni ad offendervi; anzi fate che, mantenendomi sempre a Voi ubbidiente, venga ad amarvi e godervi, per tutti i secoli coi Santi e con gli Angeli in Paradiso.

RINGRAZIAMENTO III.

Atto di Adorazione.

Maestà adorabile del mio Dio, innanzi a cui tutto ciò che v’ha di più grande in cielo e in terra è un niente, che posso io fare alla vostra presenza, se non umiliarmi nel più profondo della mia miseria ed indegnità, e presentarvi le adorazioni e gli omaggi che vi sono resi dagli Angeli, dai Santi, da tutte le creature, e confessare con loro che voi siete il solo Santo, il solo Signore, il solo Altissimo sopra tutte le cose, cui solo si deve onore, gloria, salute e benedizione per tutti i secoli?

Atto di ringraziamento.

E tu ancora benedici, anima mia, il tuo Dio, e voi interiori potenze, risvegliatevi a riconoscere ed adorare il Signor vostro che si trova tra mezzo a voi,  né cessate mai di benedire il suo santo Nome. Un Dio darsi tutto a me! Il Creatore del cielo e della terra, il Re dei re, il Padrone dell’universo a sì misera creatura? Che degnazione, che dono! Quali ringraziamenti potranno corrispondere ad un favore sì grande? Io ve ne ringrazio, o Gesù mio, quanto so e posso; e meco pure invito gli Angeli, gli eletti del cielo e della terra, e tutte le creature dell’universo a ringraziare e ad esaltare per sempre la bontà, la larghezza, la magnificenza del mio Signore, né sarà mai che io mi dimentichi di un sì gran dono.

Atto di Contrizione.

Ma dove vi trovate voi, o sovrano Re della gloria? In questo cuore più vile di quel presepio ove siete nato, disadorno di virtù e pieno di miserie. Oh quanto mai è stata grande la bontà vostra nel venire in sì povera abitazione! E quanta è la confusione mia in vedermi tanto favorito da un Dio che ho tanto offeso ed oltraggiato! Ma di presente abbomino e detesto quanto ho fatto di male e quanto tuttora si trova in me di spiacevole agli occhi vostri. Ah, troppo grande è stato il torto che vi ho fatto, o somma Bontà infinita, di abbandonarvi così villanamente per voltarmi a misere creature, le quali poi non hanno fatto altro che imbrattarmi il cuore e trarmi a perdizione. Ora a tutto rinunzio, o Gesù mio, per riunirmi a Voi, ed essere tutto vostro per sempre. Rinunziò alle amicizie traditrici del mondo per far conto soltanto della preziosa amicizia vostra, rinunzio alle ricchezze ingannevoli del mondo per farmi veramente ricco della vostra grazia; rinunzio agli onori vani del mondo per avere la gloria sincera di essere vostro figliuolo e seguace; rinunzio finalmente a tutti i beni e a tutte le soddisfazioni sognate di quaggiù per mettere tutta la mia consolazione in Voi, per possedere Voi solo, vero ed unico mio Bene, e possedervi per sempre. O Salvatore amantissimo, Voi siete nel mezzo del mio cuore e dinanzi a Voi, e per amor vostro, io faccio queste risoluzioni, pregandovi che vi degniate di gradirle e renderle efficaci con la vostra grazia; e questo Sacramento stesso ne sia come un sigillo che lo renda inviolabili fino alla morte. Sì, morir piuttosto, o mio Dio, piuttosto spirare qui dinanzi a Voi, che offendervi ed abbandonarvi ancora.

Atto di Amore.

Ma, perché, o mio Gesù, non ho io in questo momento un cuore tutto fervore e simile al vostro per amarvi e trattenervi degnamente? Angeli, Santi, cittadini tutti del cielo e della terra, qui venite a far corte al vostro Re, e a me ancora ottenete sentimenti degni di Lui. O Gesù amabilissimo, vera luce degli occhi miei, giubilo del mio cuore, mio sostegno, mio tesoro, mia vita, vero, sommo ed unico mio Bene, sì che vi amo, e desidero di amarvi con tutta l’anima mia, con tutte le mie forze. Vi amo e vorrei in questo momento con l’ardore dell’amor mio riparare tutto quel tempo che non vi ho amato; vorrei almeno avere un cuore tutto amore per voi, sicché si occupasse di Voi solo, e più non amasse le creature che in ordine a Voi. O fornace santa d’amor celeste, fatemi parte de’ vostri ardori; investite questo mio cuore delle vostre fiamme divine; consumatevi ogni amor di mondo e di me stesso; fate che avvampi con Voi del vostro soave incendio d’amore, onde io più non abbia né mente, né cuore, se non per Voi; e, non contento di amarvi io solo, mi adoperi per tirare a Voi tutti i cuori, e vi faccia amare dalla famiglia, dai conoscenti, da tutto l’universo. A questo fine, o mio Dio, di essere una volta tutto amore per Voi, vi offro e consacro quanto ho e quanto sono, i miei pensieri, i miei affetti, i miei sensi, la mia libertà, e specialmente quella passione che più mi porta ad offendervi. Nelle vostre mani rimetto l’anima, il corpo, e la vita mia, perché ne disponiate liberamente a vostro piacere come di cosa tutta vostra. Ah Gesù mio! Se Voi tutto vi donaste a me, e in modo sì amorevole e portentoso, è ben giusto che anch’io interamente mi doni a Voi. Ma Voi siete un Dio, io una misera creatura; pure tant’è la bontà vostra, o mio Gesù, che gradiste ancora la piccola offerta della povera vedova, perché di buon cuore dava tutto ciò che poteva dare, onde spero che non disaggradirete pure l’offerta che sinceramente vi fo di tutto me stesso, anzi vi compiacerete di renderla più degna di Voi col santificarmi.

Atto di Domanda.

Si, divino Redentore, compite tutti i disegni di misericordia per cui, dal sublime trono della vostra gloria vi siete degnato di scendere a sì misero albergo. Gesù dolcissimo, non vi basti d’avermi dato tutto Voi stesso, ma datemi ancora i tesori e le grazie che portate con Voi, vedete in me quanto mi bisogna, tutto accordatemi; Voi siete pur quel desso che nel tempo del vostro corso mortale illuminaste i ciechi, mondaste i lebbrosi, risanaste gl’infermi, santificaste i peccatori, e beneficaste tutti quelli che con viva fede ricorrevano a Voi; ora eccovi ai vostri piedi, o mio Dio, e pieno di fiducia nella bontà vostra, un povero cieco, illuminatemi; eccovi un lebbroso della più schifosa lebbra di cattivi affetti, mondatemi; eccovi un infermo di più sorte d’infermità dolorose, risanatemi; eccovi un peccatore dei più miserabili, santificatemi. – Al vostro potere immenso niente è difficile, e dalla carità vostra infinita spero ogni cosa. Dei beni di questa terra solo vi cerco quello che è necessario, perché io e la mia famiglia, bastevolmente provveduti nella vita presente, meglio possiamo attendere all’acquisto della futura. Ma quello di che istantemente vi prego e vi scongiuro è singolarmente la grazia di piangere i miei peccati, di ben soddisfare ai doveri del mio stato, e di tollerare con rassegnazione e costanza i travagli della vita, di amarvi finalmente, e di potere tutti per Voi impiegare in amarvi i giorni miei fino all’ultimo respiro, il quale pure non sia che un sospiro d’amore per cui venga ad amarvi perfettamente nel cielo. Tardi vi ho conosciuto o Bontà eterna! Tardi ho cominciato ad amarvi, o Bontà infinita, ma datemi Voi tanto di amore che vi ami ancora pel tempo che non vi ho amato, vi ami per quelli che vi offendono ancora; e sarò sempre contento d’aver cominciato una volta ad amarvi, per continuare poi ad amarvi per tutti i secoli in paradiso, come in virtù di questo Sacramento, dalla bontà vostra infinita, per i meriti del vostro Sangue immacolato, domando e spero fiduciosamente di conseguire. Vergine santa, Angeli di Dio, Eletti del cielo, vi ringrazio della vostra assistenza e grazie voi pure per me rendete al mio Signore per questo gran dono che si è degnato di fare all’anima mia;  ottenetemi che sempre gliene sia grato: e viva in modo che anche alla morte possa da Lui ricevere una visita sì consolante, e per virtù di essa venire con Voi ad esaltare per sempre le sue misericordie in Paradiso.

RINGRAZIAMENTO IV.

Atto di Fede.

Amabilissimo Gesù mio, che felice momento egli è mai questo per me! Tanti patriarchi, tanti profeti han desiderato di vedervi su questa terra, e non furono esauditi; ed io indegnissimo peccatore che ho già meritato mille inferni, sono divenuto adesso il tabernacolo della vostra divinità! Il mio Diletto, posso esclamare colla mistica Sposa, il mio Diletto è con me, ed io sono con Lui: Dilectus meus mihi, et ego illi. Ho trovato finalmente l’oggetto de’ miei amori, il fonte d’ogni mia consolazione, il giubilo de’ miei occhi, l’allegrezza del mio cuore, il principio ed il fine della mia vita, il mio dolcissimo Gesù. Io più non invidio, o Signore, i Pastori ed i Magi che vi adorarono bambino nella capanna di Betlemme, né il vecchio Simeone che vi abbracciò e vi strinse al petto colà nel tempio di Sion. Più avventurato dì tutti costoro, io non solamente vi ho veduto co’ miei occhi, vi ho toccato con la mia lingua, ma glorioso e trionfante come siete, alla destra del divin Padre, vi possiedo ora realmente nella povera anima mia. Angeli del cielo, che assistete continuamente al trono dell’Eterno, venite adesso festosi d’intorno al mio cuore per corteggiare il vostro Re. Glorificate per me coi vostri inni celestiali quest’amabile Gesù, che forma la vostra beatitudine nel gaudio eterno del Paradiso.

Atto di Lode.

Che altro posso far io, o Signore, se non lodarvi, benedirvi e ringraziarvi per un beneficio sì distinto qual è quello d’avermi fatto partecipe del pane stesso degli Angeli, della manna del Paradiso? Vi lodo pertanto, o Signore, vi benedico e ringrazio con tutti gli affetti de1 mio cuore, con tutte le forze del mio corpo. Vorrei avere tanti cuori e tante lingue quanti sono gli atomi dell’aria, le arene del mare, le stelle del firmamento per tutte impiegarle in amarvi, in lodarvi, in benedirvi, o Padre delle misericordie, o Dio di tutte le consolazioni. Ma, giacché tanto non posso, lasciate almeno che nel muto loro linguaggio vi lodino e vi benedicano le creature, tutte dell’universo che Voi avete assoggettato alle nostre disposizioni. Per me dunque lodate il mio egualmente che il vostro Dio, o Cieli distesi dalla sua onnipotenza, voi o stelle illuminate dal suo splendore, voi o Pianeti diretti dal suo sapere, voi o Stagioni regolate dalla sua amorevolissima provvidenza. Lodatelo voi,o Mari, che siete un’immagino smorta della sua immensità. Lodatelo voi o Monti, che rappresentando la sua eternità, siete ancora un’immagine di quella fermezza che dovrebbe avere l’anima mia nei buoni proponimenti. Lodatelo voi, o Venti, che simboleggiate quelle sante ispirazioni con le quali tante volte mi visitò. Lodatelo o Pioggie, o Rugiade, che raffigurate quelle grazie che Egli con tanta abbondanza ha piovuto sopra di me. Lodatelo voi, o Ghiacci, o Brine, che rimproverate la mia freddezza nel suo servizio. Lodatelo voi, o Fiamme,O Fuoco, che siete un’immagine di quel fervore che non ho mai avuto fin qui, e che desidero adesso sì ardentemente. Lodatelo voi, o Fiori tutti del prato, che con la vostra caducità m’invitate a staccare il mio cuore dai beni miserabili di questo mondo, e con la soavità della vostra fragranza mi ricordate il dovere di essere sempre con la mia edificazione il buon odore di Cristo. Lodatelo finalmente voi tutti, o Germogli del campo, che m’insegnate con l’esempio a crescere ogni giorno nelle sante virtù. Io vorrei poter animare e santificare le creature tutte dell’universo per farvi da esse lodare con discernimento, con costanza e con merito. Ma giacché nemmeno questo mi è possibile, ricevete, vi prego, in supplemento della mia insufficienza, i ringraziamenti e lo lodi che vi furono date, che vi danno e vi si daranno continuamente dalle anime più fervorose di questa terra e dai Santi e dagli Angeli in Paradiso, quei fervidi atti di amore, di ringraziamento, e di lode che vi fece Maria santissima, quando v’incarnaste nel suo purissimo seno, e quando più volte la visitaste nelle sue santissime comunioni. Ricevete infine, in supplemento dei miei, quel ringraziamento infinitamente meritorio che voi medesimo faceste al vostro divin Padre là nel Cenacolo nell’atto di istituire questo gran Sacramento!

Atto di Adorazione e di Domanda.

Maestà incomprensibile del mio Dio, innanzi a cui tremano per riverenza i Serafini più puri, io mi umilio davanti a Voi, e vi adoro a me presente sotto le specie sacramentali. Vi faccio del mio cuore un trono su cui abbiate a regnare, come assoluto padrone, fino alla morte. Vi adoro con tutto il mio spirito, o Gesù mio, e Voi solo riconosco meritevole di tutto le adorazioni, perché Voi solo siete il Santo, Voi solo il Signore, Voi solo l’Altissimo sopra tutte le cose. Adoro l’anima vostra santissima raccomandata già sulla croce al Padre eterno, ed ora intimamente unita alla povera anima mia; deh con la vostra presenza santificatela: Anima Christi santificame. Capo santissimo del mio Gesù in cui risiedono i tesori della sapienza del Padre; che foste per amor mio percosso con la canna e coronato di spine, purificate adesso i miei pensieri della mia mente, affinché siano sempre diretti a Voi. Occhi santissimi del mio Gesù, che con un semplice sguardo convertiste i cuori più duri, frenate adesso la mia curiosità che mi espone a tanti pericoli, e guardate pietosamente le miserie dell’anima mia per guarirla da tutte le infermità, affinché in avvenire mirando la terra ne disprezzi le pompe, contemplando il cielo ne sospiri il possesso, e fissandosi in Voi ne ricopi gli esempi. Orecchie divine del mio Gesù, sempre aperte per ascoltar le suppliche degli infelici, eppure per amor mio assordate dalle calunnie, dalle bestemmie e dalle imprecazioni, ascoltate adesso la preghiera del più indegno fra i peccatori; non permettete che io ascolti in avvenire discorsi di seduzione, di maldicenza, di vanità; e fate che il mio udito non si impieghi che in ascoltare le vostre lodi per pubblicarle, i miei difetti per correggerli, i vostri consigli per eseguirli. Lingua divina del mio Gesù che comandaste ai venti di tacere, agli infermi di guarire, ai morti di risorgere e foste subito obbedito, comandate adesso al mio cuore di sbandire da sé tutti gli affetti stranieri per non amare che Voi; comandate alle mie passioni che non si ribellino contro lo spirito; comandate alla superbia di cedere il posto all’umiltà; dite all’invidia di non contrastare l’impero della carità, alla mia gola di mortificarsi, alla lingua di tacere, alla collera di mansuefarsi, alla carne di diminuire i suoi stimoli, al mondo di non affascinarmi più con le sue pompe, al demonio di non tentare mai più l’ingresso nell’anima mia: parlate insomma, e sottentrerà il fervore alla tiepidezza, la continenza alla libidine, la mortificazione all’intemperanza. Piedi divini del mio Gesù, che tanto vi affaticaste per cercare i peccatori regolate adesso tutti i miei passi, affinché mai non devii dalla strada dei divini comandamenti. Mani santissime del mio Gesù, che foste per amor mio legate dalle catene e trapassate dai chiodi, stringetemi pietose al divino suo seno, perché non me ne allontani mai più. Corpo santissimo del mio Gesù, per amor mio flagellato, crocifisso, morto, sepolto, ed ora sedente glorioso alla destra del divin Padre, santificate, vi prego, tutti i miei sentimenti, affinché divengano in avvenire altrettanti strumenti di vostra gloria: Corpus Christi, salva me. Sangue preziosissimo del divin Gesù, inebriatemi per modo del vostro amore, ch’io sia pronto a dar la vita piuttosto che offendervi anche solo venialmente: Sanguis Christi inebria me. Acqua santissima uscita dal costato del mio Gesù, lavate, vi prego, l’anima mia anche dalle minime imperfezioni, affinché riacquisti una volta quella bella licenza che tante volte ho perduto con i miei peccati: Aqua lateris Christi, munda me. 0 buon Gesù, che siete disceso dal cielo per visitarmi in persona nella santissima Eucaristia, esaudite pietoso le mie preghiere: O bone Jesu, exaudi me. Nelle vostre piaghe, o Signore, che sono la casa del mio rifugio, nascondetemi, affinché, in esse vivendo tutti i giorni della mia vita, io non mi separi mai più da Voi, sia sicuro da ogni assalto del mio nemico, e richiamato da Voi al punto della morte, trovandomi ancora a Voi unito passi senza ostacolo da questa terra di miserie al regno di tutti i piaceri, onde lodarvi e godervi con gli Angeli e i Santi in tutti i secoli de’ secoli. Così sia. Intra tua vulnera absconde me; ne permittas me separari a te; ab hoste maligno defende me; in hora mortis meæ voca me; et pone me juxta te; ut cum Angelis et Sanctis tuis collaudem te in sæcula sæculorum. Amen.

Atto di Raccomandazione.

Non restringete però a me solo le vostre benedizioni, o Signore. Degnatevi di benedire anche tutti coloro che si raccomandano o desiderano d’essere raccomandati alle mie orazioni, i miei parenti, i miei amici, e specialmente coloro ai quali sono stato occasione di peccato o di disgusto. Benedite la vostra Chiesa, ed esaltatela col confondere i suoi nemici, col dilatare il suo regno, col riempire di scienza, di carità, di zelo tutti quanti i suoi ministri, ma particolarmente il Sommo Pontefice [Gregorio XVIII], il nostro Vescovo, il nostro Pastore, il nostro Direttore. Benedite la nostra città, e tenete sempre da lei lontano la peste, la fame, la guerra e tutto quello che in qualunque maniera potrebbe minacciarne la sicurezza, o impedirne la prosperità. Benedite i magistrati, e fate che camminino sempre sulla via della giustizia. Benedite i bisognosi d’ogni genere, e date nella vostra misericordia la pazienza ai poveri, la rassegnazione agli afflitti, la fortezza ai tentati, la vittoria ai moribondi, la contrizione ai peccatori, il fervore ai penitenti, la perseveranza ai giusti, la grazia di convertirsi a tutti coloro che adesso non vi conoscono o vi bestemmiano. Finalmente non dimenticatevi delle povere anime del Purgatorio, in suffragio delle quali io vi supplico di ricevere la presente comunione, e vi prego d’applicare ad esse tutti i meriti infiniti della vostra passione e della vostra morte. Maria Santissima, Angelo mio custode, Santi tutti del cielo, avvocati e protettori, impetratemi voi con la vostra intercessione il compimento de’ miei desideri, l’esaudimento delle mie suppliche. Così sia. [1- Continua … ]