L’AGONIA DI GESU’: QUINTO VENERDI’ DI QUARESIMA

QUINTO VENERDÌ DI QUARESIMA

[Don U. Banci: L’AGONIA DI GESU’, F. Pustet ed. Roma, 1935 – impr.]

In nomine Patris et Filli et Spiritus Sancti. Amen.

Actiones nostras, quæsumus  Domine, adspirando præveni et adiavando prosequere, ut cuncta nostra oratio et operatio a Te semper incipiat et per Te cœpta finiatur. Per Christum Dominum nostrum. Amen.

[Nel nome del Padre, del Figliuolo e dello Spirito Santo. Così sia. Inspira, o Signore, le nostre azioni ed accompagnale col tuo aiuto, affinché ogni nostra preghiera e opera da Te sempre incominci e col tuo aiuto sempre si compia. Per Cristo nostro Signore. Così sia.]

INVITO

Già trafitto in duro legno/Dall’indegno popol rio

La grand’alma un Uomo Dio, / Va sul Golgota a spirar.

Voi, che a Lui fedeli siete, /Non perdete, o Dio, i momenti

Di Gesù gli ultimi accenti /Deh! venite ad ascoltar.

QUINTA PAROLA DI GESÙ IN CROCE

Sitio. Ho sete. (GIOVANNI, cap. XIX. v. 28) .

CONSIDERAZIONE

Avevano predetto i Profeti che Gesù sarebbe stato, per mano dei suoi nemici, abbeverato di aceto [Salmo LXVIII, v. 22] – La divina tragedia sta ormai per volgere al suo termine, e Gesù che fino allora non aveva mai domandato sollievo alcuno ai suoi lunghi ed acerbi dolori, ora, negli ultimi momenti della sua agonia, abbassa lo sguardo su quanti stanno presso la croce e dalle sue labbra riarse erompe un gemito: Ho sete! E quanto intensa non doveva essere la sua sete! Nel Getsemani aveva sudato sangue; di sangue aveva bagnato le aule di Caifas e del pretorio, di sangue erano segnate le vie di Gerusalemme e la strada del Calvario, e dopo tante effusioni, causate dai flagelli e dalle spine, ecco che i chiodi, squarciando le sue mani ed i suoi piedi, aprono l’uscita a quel poco sangue, che ancora era rimasto nelle vene. Aggiungi tutti gli strapazzi sofferti, il sudore versato lungo il penoso e faticoso viaggio al Calvario, la febbre ardente che lo tormenta, e poi dimmi, o anima cristiana, se la sete, che è stata sempre uno dei più grandi tormenti dei crocifissi, non abbia dovuto Gesù soffrirla nella sua massima intensità! Ma Colui che riempie di acqua i mari, che fa scaturire le sorgenti dai monti, che fa scorrere fiumi e torrenti e fa dal cielo scendere piogge benefiche, non avrà il refrigerio di una sola goccia d’acqua! Uno di quei soldati, che lo aveva accompagnato al Calvario e che era rimasto di scorta, a quel grido corre ad inzuppare una spugna nell’aceto, e postala in cima ad una canna, l’appressa alla sua bocca [GIOVANNI, cap. XIX, v. 29]. – O avventurato soldato, che nel compiere questo pietoso ufficio verso Gesù che muore, senza saperlo ti facesti istrumento di Dio per il compimento della profezia, non avrà certo lasciato di compensarti del tuo atto generoso Colui, che aveva detto che nemmeno un bicchiere di acqua fresca dato ad un sofferente sarebbe lasciato senza ricompensa. Sì, ti avrà Egli ricompensato della tua pietà dischiudendoti la fonte dell’acqua che infonde la vita; e i credenti di tutti i secoli ti saranno grati di quest’atto con cui soccorresti, anche solo per un istinto di pietà naturale, il tuo Signore, senza forse conoscerlo. Pensi tu, anima cristiana, che se Gesù solo ora, pochi istanti cioè prima di morire, si decise a palesare la sua sete ardente, che pure da lunghe ore lo bruciava, lo facesse per chiedere sollievo al suo tormento? No. Quando appena giunto al Calvario sudato e sfinito stava per essere crocifisso, gli fu offerta quella bevanda gustosa e profumata fatta di vino generoso, misto a mirra ed incenso, che per un senso di umanità si soleva dare ai condannati a morte, affinché come inebriati sentissero meno i dolori del supplizio, Gesù, appena l’ebbe gustata, non la volle bere [MATTEO, cap. XXVII, v. 34]. E ricusò questo ristoro, che gli era stato preparato dalle mani pietose di quel gruppo di donne, che addolorate e piangenti incontrò sulla via del Calvario, appunto perché nella pienezza delle sue facoltà mentali, e nella sua completa sensibilità volle sostenere i tormenti della crocifissione. No, anima cristiana, se ora Gesù esce in quelle parole ho sete non è per invocare un qualunque sollievo; il desiderio di soffrire, non venuto meno in Lui nemmeno sotto l’eccesso dei suoi dolori, glielo avrebbe vietato; ma è solo per farti sempre meglio conoscere i sentimenti ed i desideri del suo amabilissimo cuore. La febbre che lo tormenta è febbre di amore; la sete ardente che lo divora non è tanto sete di acqua, quanto sete di anime. È quella sete, che aveva esperimentato sempre durante tutta la sua vita e che già aveva manifestato alla Samaritana, quando presso il pozzo di Giacobbe le aveva chiesto: Dammi da bere [GIOVANNI, cap. IV, v. 8]. –  « Sitis mea salus vestra » dice S. Agostino. La mia sete è la vostra salvezza, è la sete della gloria del Padre suo che lo consuma, è la sete di te, anima cristiana, della tua felicità che lo tormenta. Come il fiore ha bisogno di umore, e languisce quando gli viene a mancare, così Gesù sembra non possa vivere senza il tuo amore, Egli che pur essendo Dio ha riposto la sua delizia nello stare tra i figli degli uomini; e quando l’umana ingratitudine lo ferisce, esce nei più commoventi lamenti. Ascolta quello che disse un giorno alla sua diletta discepola S. Margherita Alacocque, tenendo in mano il suo Cuore circondato di fiamme e trafitto dalla lancia: « Ecco, disse, quel Cuore che ha tanto amato gli uomini, che non potendo più contenere in sé le fiamme della sua ardente carità, per tuo mezzo è costretto a diffonderle ». Ed in un altro dei suoi intimi colloqui aggiunse: « Se gli uomini rendessero qualche compenso al mio Cuore, stimerei nulla quanto per essi ho sofferto nella mia passione, e sarei pronto a soffrire anche di più; ma ciò che mi strazia è vedere che pochi sono coloro che mi compatiscano e mi consolino». – Quella sete dunque, che lo tormentò sulla croce, è tuttora così ardente in Lui che lo spinge a ripetere continuamente il grido sitio (ho sete); ma questa sete non è soddisfatta; Egli è ancora abbeverato di fiele Ah! sì, anima cristiana, se la passione del suo corpo ebbe termine con la sua morte, non così la passione del suo Cuore; S. Caterina da Genova vide questo Cuore divino tuttora grondante di sangue per i peccatori. E tu, anima cristiana, rimarrai fredda, insensibile a questo grido appassionato del tuo Gesù? Ah! no; non voler essere da meno di quel soldato, che nel rude suo cuore provò un senso di compassione per il povero Crocifisso, e non avendo altro da dargli, inumidì le sue aride labbra con un po’ di aceto. – Rientra per un momento in te stessa e guarda come anche tu bruci di sete. Ma la tua è sete di ricchezze, di onori, di soddisfazioni del senso; ed è questa una sete che soddisfatta produce la morte. Gesù dalla sua croce vide la povera umanità tormentata sempre da questa sete per lei fatale, e perciò con quel grido volle ancora una volta ripetere quell’invito già rivolto al suo popolo per bocca del Profeta Isaia: O voi che siete assetati, venite tutti alle acque [ISAIA, cap. IV, v. 1]; da Lui stesso rinnovato a Gerusalemme, quando in una grande festa, levandosi in piedi e con voce alta, nella quale vibrava tutta la forza del suo ardente amore, esclamò: Chi ha sete venga a me e beva [GIOVANNI, cap. VII, v. 37]. E sai quale è la virtù prodigiosa di quest’acqua che Gesù ti offre ? Chi beve dell’acqua che gli darò io, ha detto Gesù, non avrà più sete in eterno; anzi l’acqua che gli darò diventerà in lui fontana d’acqua zampillante in vita eterna [GIOVANNI, cap. IV, v. 13, 14]-. E quest’acqua così preziosa, scaturita dal cuore di Gesù, è la grazia divina, quella grazia che non si compera con oro o con argento, ma si acquista solo seguendo Gesù per la via dei suoi precetti. Se dunque, anima cristiana, non vuoi rimanere bruciata dalle fiamme della tua concupiscenza, di’ a Gesù con la Samaritana: Signore, dammi di quest’acqua affinché non abbia più sete [GIOVANNI, cap. IV, v. 15]. E avvicinati a Lui, fonte di acqua viva e bevi di quest’acqua discesa dal cielo; essa darà refrigerio alle tue ardenti passioni, ed inebrierà il tuo cuore e la tua mente di santi ardori; così, calmando la tua sete, darai refrigerio a Gesù. E nel dì finale, accogliendoti tra i suoi eletti, ti dirà: «Vieni, poiché ebbi sete e sete di anime, e tu mi hai dato da bere».

* * *

Ma un’altra cosa ancora devi leggere in quel grido di Gesù. Se in questo momento, da quella croce, Gesù ti rivolgesse quella domanda che un giorno rivolse a S. Pietro Mi ami tu? tu certamente gli risponderesti con l’Apostolo: Sì, o Signore, io ti amo; ma Egli, che tuttora si sente consumare dalla gloria di Dio e dal desiderio della salvezza delle anime, soggiungerebbe: Se mi ami, pasci le mie pecorelle [GIOVANNI, cap. XXI, v. 15 e segg.]. Chiede a te insomma quello che chiese alla sua discepola di Paraj-le-Monial, quando le disse che la forza del suo amore lo costringeva a scegliere lei come mezzo per diffondere la sua carità fra gli uomini. Anche tu ti devi fare apostolo per versare sull’umanità assetata quest’acqua di vita; «chi non ha zelo non ha amore » dice S. Agostino. Non vedi quanto male vi è nel mondo; non vedi come Gesù è sconosciuto e bestemmiato; come il vizio è portato in trionfo, la virtù perseguitata, l’innocenza calpestata? Guarda intorno a te quante anime vittime dei pregiudizi e dell’ignoranza; quanti bambini, tanto prediletti da Gesù, che chiedono il pane della verità, ma non v’è chi loro lo spezzi; quanti peccatori, che sentono il bisogno di uscire dall’abisso nel quale sono caduti, ma non v’è chi loro indichi la via della salvezza! Nella tua stessa famiglia non v’è qualche cieco che brancola nell’errore? Felice te, anima cristiana, se spinta dal tuo amore per Gesù, vorrai accendere intorno a te quel sacro fuoco che Egli ha portato in terra. – Lo so, talvolta il lavoro sarà faticoso, perché il terreno è ingrato; troverai forse le difficoltà proprio là dove meno te lo saresti aspettato; ma non perderti di coraggio; al di sopra di tutto e di tutti sta il grido di Gesù: Ho sete. Prendilo questo grido, come un comando. Charitas Christi urget nos [Epistola II ai Corinti, cap. V , v. 14], ha detto S. Paolo, l’amore di Cristo ci sprona. Come dunque nulla arrestò Gesù nella sua missione di amore, né l’ostinatezza, né l’ingratitudine del suo popolo, ma sfidando le potenze dell’inferno, congiurate tutte contro di Lui, corse a passi di gigante per la via del sacrificio e con la sua divina costanza giunse alla vittoria, così tu, anima cristiana, sii forte nella fede, costante nell’operare il bene. Ricordati che il premio sarà proporzionato non al frutto, ma alla fatica, e solo i volenti potranno raggiungere la meta; lavora dunque, anima cristiana, e grande sarà la tua mercede.

Breve pausa, poi si reciti la seguente

PREGHIERA

O mio amabilissimo Redentore, comprendo come la sete, che vi tormentava sulla croce, non era tanto quella causata dalla febbre, dal sudore e dal sangue versato, quanto quella accesa nel vostro cuore dal vostro ardente ed inesauribile amore. Voi avevate sete di anime; avevate sete dell’anima mia. O mio Gesù, sento che se mi fossi trovato sul Calvario, ai piedi della croce, avrei fatto di tutto per darvi un refrigerio. E perché dunque dovrò rimanere indifferente ora a quel grido che Voi vivente nella SS. Eucarestia, con amorevole insistenza andate ripetendo? Che io l’ascolti, o Signore, la vostra voce! Purtroppo fino ad ora il mio cuore ha cercato di calmare la sua sete nelle acque limacciose del peccato, senza però trovar mai quel refrigerio a cui anelava, e che solo Voi potete dare. Per i meriti di quella sete che Voi, o mio Salvatore, avete sofferto sulla croce, spegnetela nel mio cuore questa sete terrena con le acque della vostra grazia, ed accendetevi la sete di Voi, del vostro amore; poiché questo mio cuore è fatto per Voi e solo in Voi troverà riposo. Voi stesso l’avete detto: Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia perché saranno saziati [MATTEO, cap. V, v. 6]. – Il profeta Zaccaria aveva predetto che nella nuova Gerusalemme, nella vostra Chiesa, sarebbe scaturita una fontana mistica aperta a tutti, ogni ora per ristoro e delizia del popolo eletto. Concedetemi che come cervo assetato mi appressi a questa sorgente di acqua viva e non aneli ad altro che a Voi, o mio Dio, fonte di vita. E poiché Voi lo volete, cercherò di farmi in mezzo ai miei fratelli, apostolo della vostra gloria; insegnerò ai peccatori le vie che conducono alla sorgente di ogni consolazione e della vera felicità, in modo che la vita mia si consumi tutta nell’ardore del vostro amore. Sì, o mio Redentore, voglio essere vostro, tutto vostro, soltanto vostro. O Madre addolorata Maria, quanto non dovette soffrire il vostro cuore, non potendo dare sul Calvario il refrigerio di un sorso di acqua a Gesù assetato. Potete però ben ora appagare il suo che è anche il desiderio vostro; con la vostra materna intercessione ottenetemi la grazia che io possa alleviare a Gesù la sua sete con le lacrime del mio pentimento e che in questa terra arida non brami altro che dissetarmi alle acque purissime, scaturite dal cuore del vostro e mio Dio. Così sia.

Pater, Ave e Gloria.

Qual giglio candido

Allor che il Cielo

Nemico negagli

Il fresco umor,

Il capo languido

Sul verde stelo

Nel raggio fervido

Posa talor;

Fra mille spasimi

Tal pure esangue

Di sete lagnasi

Il mio Signor.

Ov’è quel barbaro,

Che mentre Ei langue,

Il refrigerio

Di poche lacrime

Gli neghi ancor?

 

GRADI DELLA PASSIONE

1. V. Jesu dulcissime, in horto mœstus, Patrem orans,

et in agonia positus, sanguineum sudorem effundens;

miserere nobis.

R). Miserere nostri Domine, miserere nostri.

2. V. Jesu dulcissime, osculo traditoris in manus

impiorum traditus et tamquam latro captus et ligatus

et a discipulis derelictus; miserere nobis.

R). Miserere etc.

3. V. Jesu dulcissime ab iniquo Iudæorum concilio

reus mortis acclamatus, ad Pilatum tamquam malefactor

ductus, ab iniquo Herode spretus et delusus; miserere nobis.

R). Miserere etc.

4. V . Jesu dulcissime, vestibus denudatus, et in

columna crudelissime flagellatus; miserere nobis.

R). Miserere etc.

5. V. Jesu dulcissime, spinis coronatus, colaphìs

cæsus, arundine percussus, facie velatus, veste purpurea

circumdatus, multipliciter derisus et opprobriis

saturatus; miserere nobis.

R). Miserere etc.

6. V . Jesu dulcissime, latroni Barabbæ postpositus,

a Judæis reprobatus, et ad mortem crucis injuste condemnatus;

miserere nobis.

R). Miserere etc.

7. V . Jesu dulcissime, tigno crucis oneratus,

ad locum supplicii tamquam

ovis ad occisionem ductus; miserere nobis.

R). Miserere etc.

8. V. Jesu dulcissime, inter latrones deputatus,

blasphematus et derisus, felle et aceto potatus, et

horribilibus tormentis ab hora sexta usque ad horam

nonam in ligno cruciatus; miserere nobis.

R). Miserere etc.

9. V. Jesu dulcissime, in patibulo crucis, mortuiis et

coram tua sancta Matre lancea perforatus simul

sanguinem et aquam emittens; miserere nobis.

R). Miserere etc.

10. V . Jesu dulcissime, de cruce depositus et lacrimis

mœstissimæ Virgiuis Matris tuæ perfusus; miserere nobis.

R). Miserere etc.

11. Jesu dulcissime, plagis circumdatus, quinque

vulneribus signatus, aromatibus conditus et in

sepulcro repositus; miserere nobis.

R). Miserere etc.

V . Adoramus Te Christe, et benedicimus Tìbi.

R). Quia per sanctam crucem tuam redemisti mundum.

OREMUS

Deus, qui prò redemptione

mundi nasci voluisti,

circumcìdì, a Judæis reprobavi

et Judæ traditore

osculo tradi, vinculis alligavi,

sic ut agnus innocens

ad victimam duci, atque

conspectibus Annæ, Caiphæ,

Pilati et Herodis

indecenter offevri, a falsis

testibus accusari, flagellis

et colaphis cædi, opprobriis

vexari, conspui, spinis

coronari, arundine percuti,

facie velari, vestibus

spoliari, cruci clavis afFigi,

in cruce levari, inter

latrones deputari, felle et

aceto potari et lancea vulnerari;

Tu Domine, per

has sanctissimas pœnas,

quas ego indignus recolo,

et per sanctissimam crucem

et mortem tuam libera

me a pœnis inferni et perducere

digneris quo perduxisti

latronem tecum

crucifixum. Qui cum Patre

et Spiritu Sancto vivis

et regnas in sæcula sæculorum.

Amen.

[1. V . O dolcissimo Gesù, triste nell’orto, al Padre con la preghiera rivolto, agonizzante e grondante sudore di sangue; abbi di noi pietà.

R). Pietà di noi, o Signore, abbi di noi pietà.

2. V . O dolcissimo Gesù, con un bacio tradito e nelle mani degli empi consegnato, e come un ladro preso e legato e dai discepoli abbandonato; abbi di noi pietà.

R). Pietà di noi ecc.

3. V . O Gesù dolcissimo, dall’iniquo Sinedrio giudaico reo di morte proclamato, e come malfattore a Pilato presentato, e dall’iniquo Erode disprezzato e schernito; abbi di noi pietà.

R). Pietà di noi ecc.

4. V . O dolcissimo Gestì, delle vesti spogliato, e c rudelmente alla colonna flagellato; abbi di noi pietà.

R). Pietà di noi ecc.

5. V. O dolcissimo Gesù, di spine coronato, schiaffeggiato, con la canna percosso, bendato, di rossa veste rivestito, in tanti modi deriso e di obbrobri saziato; abbi di noi pietà.

R). Pietà di noi ecc.

6. V. O dolcissimo Gesù, al ladro Barabba posposto, dai Giudei riprovato; ed alla morte di croce ingiustamente condannato; abbi di noi pietà.

R). Pietà di noi ecc.

7. V. O dolcissimo Gesù, del legno della croce gravato, e come agnello al luogo del supplizio condotto, per esservi immolato; abbi di noi pietà.

R). Pietà di noi ecc.

8. V. O dolcissimo Gesù, tra i ladroni annoverato, bestemmiato e deriso, di fiele e di aceto abbeverato, e con orribili tormenti dall’ora sesta fino all’ora nona nel legno straziato; abbi di noi pietà.

R). Pietà di noi ecc.

9. V. O dolcissimo Gesù, sul patibolo della croce morto, ed alla presenza della tua santa Madre con la lancia trafitto versando insieme sangue ed acqua; abbi di noi pietà.

R). Pietà di noi ecc.

10. V. O dolcissimo Gesù, dalla croce deposto, e dalle lacrime dell’afflittissima tua Vergine Madre bagnato;abbi di noi pietà

R). Pietà di noi ecc.

11. V. O dolcissimo Gesù, di piaghe coperto, da cinque ferite trafitto, di aromi cosparso, e nel sepolcro deposto; abbi di noi pietà.

R). Pietà di noi ecc.

V. Ti adoriamo, o Cristo, e Ti benediciamo.

R). Poiché con la tua santa croce hai redento il mondo.

PREGHIAMO

O Dio, che per la redenzione del mondo volesti nascere, essere circonciso, dai Giudei riprovato, da Giuda traditore con un bacio tradito, da funi avvinto, come agnello innocente al sacrifizio condotto, ed in modo indegno ad Anna, Caifa, Pilato ed Erode presentato, da falsi testimoni accusato, con flagelli e schiaffi percosso, con obbrobri oltraggiato, sputacchiato, di spine coronato, con la canna percosso, bendato, delle vesti spogliato, alla croce con chiodi confitto, sulla croce innalzato, tra i ladroni annoverato, di fiele e di aceto abbeverato, e con la lancia ferito; Tu, o Signore, per queste santissime pene, che io indegno vado considerando, e per la tua croce e morte santissima, liberami dalle pene dell’inferno e, desiati condurmi dove conducesti il ladrone penitente con Te crocifisso. Tu che col Padre e con lo Spirito Santo vivi e regni nei secoli dei secoli. Così sia.]

CANTO DEL TEMPO DI QUARESIMA

Attende, Domine, et miserere, quia peccavìmus Tìbi.

R). Attende, Domine, et miserere, quia peccavimus Tibi.

1. Ad Te, rex summe,

omnium redemptor,

oculos nostros sublevamus

flentes; exaudi Christe,

supplicantium preces.

R). Attende etc.

2. V. Dextera Patris, lapis

angularis, via salutis,

janua cœlestis, ablue nostri

maculas delicti.

R). Attende etc.

3. V . Rogamus, Deus,

tuam majestatem, auribus

sacris gemitus exaudi; crimina

nostra placidus indulge.

R). Attende etc.

4. V. Tibi fatemur crimina

admìssa; contrito corde

pandimus occulta; tua, Redemptor,

pietas ignoscat.

R). Attende etc.

5. V. Innocens captus,

nec repugnans ductus, testibus

falsis prò impiis damnatus,

quos re demisti Tu

conserva, Christe.

R). Attende etc.

OREMUS

Respice, quæsumus Domine, super hanc familiam tuam, prò qua Dominus noster Jesus Christus non dubitavit manibus tradì nocentium, et Crucis subire tormentum.  Qui tecum vivit et regnat in sæcula sæculorum. Amen.

[R). Ascolta, o Signore, ed abbi misericordia, perché abbiamo peccato contro di Te.

R). Ascolta, o Signore, ed abbi misericordia, perché abbiamo peccato contro di Te.

1. V. A Te, o Sommo Re, redentore universale, eleviamo i nostri occhi piangenti;  esaudisci, o Cristo, la preghiera di chi a Te si raccomanda. R). Ascolta ecc.

2. V. O destra del Padre, o pietra angolare, o via di salvezza, o porta del cielo, tergi le macchie del nostro peccato. R). Ascolta ecc.

3. V. Preghiamo, o Dio, la tua maestà, porgi le sacre orecchie ai gemiti, e perdona benigno i nostri delitti. R). Ascolta ecc.

4. V. A Te confessiamo i peccati commessi; con cuore contrito manifestiamo ciò che è nascosto; la tua pietà, o Redentore, ci perdoni. R). Ascolta ecc.

5. V. Imprigionato innocente, condotto non riluttante, da falsi testimoni per i peccatori condannato, Tu, o Cristo, salva coloro che hai redento. R). Ascolta ecc.

PREGHIAMO

Riguarda benigno, o Signore, a questa tua famiglia, per la quale nostro Signore Gesù Cristo non dubitò di darsi in mano ai nemici e di subire il supplizio di croce. Egli che vive e regna Teco nei secoli dei secoli. Così sia.]