LE PROFEZIE.
[A. Carmignola: “Lo Scudo della Fede”. S.E.I. Ed. Torino, 1927]
Ciò che siano le profezie.-Loro possibilità. — Loro esistenza. — Loro oggetto.—
Loro avveramento. — Le Profezie di Gesù Cristo. — La forza dimostrativa delle profezie.
— Dunque che cosa sono propriamente le profezie?
⁕ Eccomi a dirtelo. Le profezie sono predizioni certe di un avvenimento futuro, che non si può vedere nelle cause naturali. Sono predizioni di un avvenimento futuro, e cioè le profezie devono evidentemente essere anteriori all’avvenimento, che annunziano; sono predizioni certe, cioè devono determinare tale avvenimento specificamente, ossia in termini chiari, precisi, netti, scevri di equivoci; tale avvenimento non deve essere veduto nelle cause naturali, vale a dire, deve essere tale, che non si possa in nessuna causa naturale prestabilire, che umanamente sia impossibile a conoscersi, che solamente Iddio, il quale vede anche il futuro, lo conosca.
— Vuol dire, che un medico, il quale predica le fasi e il termine di una malattia appoggiato a sintomi, che conosce per esperienza, non sarebbe profeta.
⁕ Precisamente. Come non lo sarebbe quell’astronomo, che sottopone a calcoli il cammino regolare degli astri e annunzia le loro fasi diverse, l’epoca precisa, in cui comparirà o ricomparirà quella meteora, e cose simili; perciocché tutte queste cose mercè la scienza si possono in cause naturali prevedere. E neppure non si possono chiamare profeti coloro, i quali dotati di alto buon senso pratico, da certi disordini, che avvengono tra gli uomini in questo o in quell’altro paese, ne predicono delle gravi sventure. Il vero profeta è colui, che predice gli avvenimenti futuri solo perché è Iddio onniveggente che glieli fa conoscere.
— Un profeta allora dovrà essere in comunicazione con Dio? Certamente. Il futuro, che umanamente, in nessuna causa naturale non si può conoscere, è Dio solo, che lo vede e conosce, non essendovi per lui né passato né futuro, ma tutto presente. Perciò, affinché l’uomo conosca questo futuro, bisogna che in qualche modo sia messo in comunicazione con Dio, ossia che Iddio glielo faccia conoscere.
— E in quale modo ciò accade?
⁕ Ciò può avvenire in modi vari e diversi, Iddio può far conoscere all’uomo il futuro facendolo udire direttamente al suo orecchio, o illustrando miracolosamente la sua niente, o dipingendolo al suo sguardo con simboli, segni, figure, immagini, o dandogliene un’intima persuasione, o manifestandoglielo per mezzo degli Angeli, o in altri modi simili come appunto ci apprendono i libri santi.
— Ma è possibile che Iddio riveli a certi uomini il futuro da predire!
⁕ Ascolta. Tutte le religioni, anche false, vantano dei profeti. Ora è certissimo, come meglio rileveremo in seguito, che coloro i quali passano per profeti nelle false religioni, non sono tali. Non di meno questa pretesa, che le stesse false religioni sparse per tutto il mondo hanno, di aver dei profeti non dimostra chiaro, che per tutto il mondo si è sempre ritenuto che la Divinità si ponga talora in comunicazione con l’uomo per rivelargli il futuro da predire? Ora vorresti che sia impossibile ciò, che tutto il mondo ha sempre ritenuto che non solo sia possibile, ma realmente si effettui? Lo so benissimo che i razionalisti dicono impossibile, assurda la profezia, ma per tal guisa si mettono in opposizione alle credenze ed alla storia di tutti i popoli, precisamente come fa l’ateo quando nega Iddio. Del resto ammetti tu che Dio conosca il futuro?
— Ciò sarebbe impossibile il non ammetterlo.
⁕ Vedi: se a Dio si negasse il conoscimento del futuro, bisognerebbe negargli anche la sua provvidenza, che non è altro che prevedere e regolare il presente in ordine al futuro; bisognerebbe dire che tutto il mondo si regge a caso, che Iddio deve subirne gli effetti imprevisti, che Dio è soggetto ad essere giuocato dalle sue creature. E allora non sarebbe minor male negare addirittura l’esistenza di Dio?
— Queste cose sono chiare e non abbisognano di dimostrazioni.
⁕ Dunque se Dio conosce il futuro, perché non potrà a chi, quando e come gli piaccia rivelarlo? Negando a Dio il potere di manifestarci l’avvenire, forse che gli si faccia meno torto che ricusandogli quello di conoscerlo? La profezia perciò è possibile, possibilissima.
— Vi sono dunque stati realmente degli uomini, che abbiano fatto delle vere profezie? Certo. Essi rispondono ai nomi di Abramo, Isacco, Giacobbe, Mosè, Samuele, Davide, Salomone, Isaia, Geremia, Ezechiele, Daniele, Amos, Malachia ed a non pochi altri. Suscitati da Dio essi comparvero sulla faccia della terra, gli uni dopo gli altri lungo il corso dei secoli, che precedettero la venuta di Gesù Cristo. Di essi chi fu semplice pastore, chi legislatore, chi giudice, chi re, chi sacerdote, chi ministro in una qualche corte regale, chi di altra condizione. Tutti con la santità della vita fecero onore alla loro missione, giacché essi menarono tutti una vita austera ed illibata, e se qualche volta taluno di essi commise qualche fallo, lo pianse poscia amaramente. Non cercarono né onori, né ricchezze, ma unicamente la gloria di Dio e la conversione delle anime, e ciò anche a costo della loro vita; difatti Isaia, Geremia, Baruch, Ezechiele e vari altri affrontarono oltraggi, tormenti e sanguinosi supplizi per quella santa ed indomabile libertà, di cui giustamente andarono alteri nella missione, che avevano ricevuta da Dio, di annunziare la verità e profetare altresì terribili castighi a coloro, che non volevano conoscerla e seguirla.
— Sta bene tutto ciò, e mi compiaccio di saperlo. Ma di qual maniera questi veri profeti attestarono di essere tali? Senza dubbio essi dovettero dare delle prove che erano divinamente ispirati in ciò che profetavano, e le prove dovevano essere esterne e certe così da togliere della loro missione ogni dubbio. E tali prove le diedero non solo con l’elevatezza del loro linguaggio, con la convinzione profonda di quel che annunziavano, con l’eccellenza della dottrina che predicavano e con la santità della vita che menavano, ma perentoriamente coi miracoli che andavano operando. Chi a conferma di una profezia che fa, compie altresì dei veri miracoli, dimostra chiaramente che è ispirato, mandato da Dio.
— E che cosa profetarono?
⁕ L’oggetto principalissimo delle profezie fu Gesù Cristo con tutto ciò che a Lui necessariamente si riferiva e congiungeva, e cioè gli Apostoli, la Chiesa, le sue sorti, la sua vita, le sue grandezze, eccetera.
— E questi profeti hanno ciascuno profetato interamente tale oggetto delle profezie? ⁕ Eh! no. Ed è questo appunto, che desta una gran meraviglia al considerarlo. I profeti furono in gran numero e di ogni età, e l’uno predisse una cosa e l’altro un’altra, e con queste predizioni particolari di ciascuno ne risultò un complesso di profezie perfetto ed esatto.
— E ciò non potrebbe essere opera del caso?
⁕ Opera del caso il complesso delle profezie? Ma prendendo tu in mano la Divina Commedia di Dante, anche quando non sapessi nulla affatto del suo autore, oseresti dire che sia opera del caso? Come mai il caso avrebbe potuto mettere insieme quei versi, quelle terzine, quei canti e formarne quell’opera magistrale? E così come potresti credere, che il caso abbia potuto coordinare ad un solo e medesimo oggetto futuro le parole di una bella schiera di uomini diversi lungo il corso di quattromila anni?
— Capisco, ciò è assolutamente impossibile. Ma è poi certo che tutte quante le profezie si siano avverate?
⁕ Certissimo. E per convincersi di ciò non occorrerebbe far altro che confrontare le profezie col santo Vangelo. In questo confronto si vedono come due copie di un medesimo libro. Senza dubbio le profezie essendosi svolte successivamente ed essendo state dette l’una riguardo a un fatto, l’altra riguardo ad un altro, fa d’uopo unirle insieme e metterle ciascuna al suo posto. Ma come quando esistono e si ritrovano i frammenti di un’antica iscrizione, con un lavoro intelligente e paziente si possono mettere assieme ed ordinarli in guisa da riavere tutta intera l’iscrizione, così si può fare e si è fatto riguardo alle profezie, giacché esse e il loro adempimento bisogna che siano considerate non isolatamente, ma nel tutto insieme.
— Amerei di intendere un saggio almeno delle profezie.
⁕ Eccomi ad appagarti. – Il precursore di Gesù Cristo, S. Giovanni Battista, fu profetato da Isaia 750 anni all’incirca, e da Malachia 450 innanzi con queste parole: Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la via del Signore, raddrizzate i sentieri del Dio nostro. (V. in Isaia, Capo XL, Versetto 3; ed in Malachia, Capo III, Versetto 1 e seguenti). La Madre di Gesù Cristo fu da Isaia profetata così: Ecco che una Vergine concepirà e darà alla luce un Figlio, che si chiamerà l’Emanuele, ossia Dio con noi (V. Isaia, Capo VII, Versetto l4). La città, in cui nacque Gesù Cristo, fu profetata da Michea 750 anni innanzi in questo modo: Da te, o Betlemme, uscirà il dominatore in Israele e la sua uscita è dal principio, dai giorni dell’eternità (V. Michea, Capo V. Versetto 2). Il tempo, in cui nacque il Redentore, fu indicato 1700 anni avanti dal Patriarca Giacobbe, che stando per morire disse: Non sarà tolto lo scettro dal regno di Giuda fino a che venga chi deve essere mandato, ed egli sarà l’aspettazione delle genti (V. Genesi, Capo XLIX, Versetto 10). – I profeti Aggeo e Daniele lo determinarono anche con maggior precisione dicendo, che prima della distruzione del secondo tempio di Gerusalemme doveva venire il Re della pace, e che si dovevano contare circa 490 anni della promulgazione del decreto di riedificazione di Gerusalemme alla venuta del Santo dei Santi (V. Aggeo e Daniele, Capo II). – I miracoli, che Gesù Cristo avrebbe operati, li predisse chiaramente Isaia in questa guisa: Dio stesso verrà e ci salverà. Allora si apriranno gli occhi dei ciechi e le orecchie dei sordi intenderanno. Allora lo zoppo salterà come un cervo, e la lingua dei muti sarà sciolta (V. Isaia, Capo XXXV, Versetti 4, 5, 6). – La passione di Gesù Cristo fu profetata nelle più minute circostanze dell’odio dei maggiorenti di Gerusalemme, del tradimento di Giuda, della fuga degli Apostoli, della flagellazione, dello strappo delle vesti, degli insulti, della crocifissione, eccetera, da Davide 1500 anni prima, con tanti passi, che sarebbe troppo lungo ricordarti. Ma di ciò basti, perché da questo saggio poi arguire esattamente di tutte le altre profezie numerosissime e particolarissime.
— Ma ho inteso dire che Gesù Cristo da giovane apprese le profezie e poi affine di farli avverare si è acconciato alle medesime?
⁕ Già, anche questo si dice da certi pretesi sapienti dei giorni nostri. Ma dimmi un po’ come avrebbe fatto Gesù Cristo per far avverare ad esempio le profezie riguardanti la propria nascita, se egli non era Dio? Hai mai inteso dire che un uomo, sia pure il più sapiente e potente, prima di nascere si sia eletto i genitori, il tempo, il luogo, e le circostanze della propria nascita? Vedi a quali assurdi e stupidezze arrivano certi falsi dottori, che nel loro orgoglio non si vogliono arrendere alla luce della verità.
— È proprio così: non si può disconoscerlo.
⁕ E poi resterebbero a spiegare le profezie? che ha pur fatto lo stesso Gesù Cristo.
Come? Anche Gesù Cristo fu profeta?
⁕ Senza dubbio, e precisamente secondo ché i profeti dell’antica legge avevano annunziato. Basta che tu legga il Vangelo per riconoscere, come Gesù Cristo profetò la sua morte e quasi tutte le circostanze della sua passione, le persecuzioni e la morte violenta cui sarebbero andati incontro i suoi discepoli, la conversione del mondo, la diffusione del Vangelo, lo stabilimento della sua Chiesa e la sua vita immortale, cose tutte che si sono perfettamente avverate o che continuano tuttora ad avverarsi.
— È vero che Gesù Cristo profetò eziandio la totale rovina di Gerusalemme?
⁕ Sì, questa è una delle sue più celebri profezie. Un giorno discendendo egli col popolo il colle degli Olivi, vede da lungi questa sventurata città: l’anima sua si commuove ed esclama: « Gerusalemme, per te verranno giorni, nei quali i tuoi nemici ti accerchieranno con trincee e ti stringeranno d’ogni lato. Essi ti getterano a terra, te, i tuoi figli, e tutti quelli che sono entro le tue mura, e di te non lasceranno pietra sopra pietra, perché tu non hai riconosciuto i l tempo della visita di Dio ». (V. Vangelo di S. Luca, Capo XIX, versetti 43, 44). – I n altra circostanza parlando del tempio disse ai suoi discepoli: « Vedete voi tutte queste cose? Ebbene vi dico in verità, che tutto sarà distrutto e non si lascerà più pietra sopra pietra… e non passerà questa generazione prima che avvenga questa calamità » (V. Vangelo di S. Matteo, XXIV, versetti 2 e seguenti).
— E tutto ciò è avvenuto!
⁕ Ah! il furore del popolo romano giustificò alla lettera queste tristi predizioni, non ostante l’intenzione e gli ordini di Tito. E passati tre secoli dall’eccidio di quella città, Giuliano l’Apostata volle rendere inadempiuta la profezia di Cristo, ch’egli sdegnosamente chiamava il Galileo, e si accinse alla riedificazione del tempio. Ma non appena gli ebrei sotto la direzione del loro capo Alipio ebbero messo allo scoperto le fondamenta del tempio rovinato, la terra orribilmente si scuote, fiamme spaventevoli escono da ogni parte avventandosi contro gli operai e incenerendone un gran numero insieme coi loro strumenti, sicché si dovette abbandonare l’impresa; e rimosse per tal guisa le poche pietre che ancor rimanevano dell’antica casa di Jehovah, si avverava nel modo più preciso e completo la profezia di Gesù Cristo. E nota bene, che il fatto, oltreché dagli storici cristiani contemporanei, è narrato dallo stesso Ammiano Marcellino, ufficiale fidatissimo dell’imperatore Giuliano l’Apostata, il quale avrebbe avuto tutto l’interesse a negarlo, se fosse stato possibile.
— Tutto ciò è di una forza incontestabile. Ma ora vorrei intendere, come mai le profezie siano una prova della verità di quella fede, che la Chiesa cattolica insegna.
⁕ È ciò appunto, cui mirava condurti. Attento bene. Già ti ho detto che Dio solo può conoscere il futuro e comunicarne agli uomini il conoscimento, e che perciò se vi ha tra gli uomini chi abbia profetato, ossia predetto il futuro, che poi si è perfettamente avverato, non è per altra ragione se non perché Dio glielo ha o in un modo o in un altro rivelato, se non perché Dio stesso è intervenuto nelle profezie. – Ma i profeti nel mentre che hanno profetato, hanno pure insegnato una dottrina, hanno profetato ed insegnato i misteri dell’Incarnazione, Passione, Morte e Risurrezione di Gesù Cristo, hanno profetato ed insegnato la SS. Eucaristia, la Verginità di Maria, la fondazione della Chiesa, eccetera, eccetera: hanno profetato ed insegnato cioè quanto ha poi insegnato lo stesso Gesù Cristo, quanto hanno insegnato gli Apostoli, quanto insegna presentemente la Chiesa Cattolica. Dunque Iddio con le profezie, col suo intervento nelle medesime, ha dimostrato chiaramente la verità di tale insegnamento; giacché non è possibile, che Egli sia intervenuto per approvare la menzogna. Se fosse così, Dio ci avrebbe ingannati, avrebbe apposto il suo suggello all’errore.
— Ho inteso. Ma appunto perciò; che la Chiesa insegna la stessa dottrina che hanno insegnato i profeti, non si potrebbe pensare, che la Chiesa abbia inventati essa i libri delle profezie?
⁕ Perdona, caro mio, ma mi fai veramente ridere. Tutti i libri sacri, presso dei quali si
trovano le profezie, erano in possesso degli Ebrei molti secoli innanzi la venuta di Gesù Cristo, e 250 anni incirca prima della sua nascita furono tradotti dall’ebraico in greco con la massima fedeltà possibile, d’ordine del re d’Egitto Tolomeo Filadelfo, da settanta dotti, propriamente per accontentare i numerosi Ebrei, che dopo la conquista di Gerusalemme fatta da Nabucodònosor si erano rifugiati nel suo regno, e che desideravano avere in lingua ellenica, divenuta per essi nuova lingua madre, i Libri santi per farne la lettura nel servizio religioso del sabbath e nelle riunioni delle sinagoghe. Anche presentemente gli Ebrei conservano quei libri, i quali alla fin fine sono la condanna della loro ostinazione a non voler riconoscere la venuta di Gesù Cristo. E tutto ciò non dimostra chiaro, chiarissimo, essere assolutamente impossibile che le profezie siano state inventate dalla Chiesa?
— Sono convinto, di quanto ho appreso.
⁕ E se sei convinto, devi conchiudere che la fede cattolica, ossia il complesso di tutti gli insegnamenti della Chiesa, è vera e divina, perché a comprova di tale verità e divinità, ha le profezie perfettamente avverate, le quali hanno per autore lo stesso Iddio.