21 NOVEMBRE 2017 – Presentazione della VERGINE

 

PRESENTAZIONE DI MARIA SS. AL TEMPIO

[J.-J. Gaume. Catechismo di perseveranza; vol. IV, Torino, 1884]

— Figli di Maria, abbandoniamo adesso la sua cuna; eccola che ancora giovine, e assai giovine, si avanza verso il tempio di Gerusalemme, ove la chiama la voce di Dio. Corriamo dietro ai suoi passi, e celebriamo la festa della sua Presentazione. La Presentazione è una festa instituita dalla Chiesa per consacrare la memoria d’un atto solenne che fece Maria tuttora bambina. Una tradizione costante, la cui origine risale ai primi giorni del Cristianesimo, c’insegna che all’età di tre anni Maria si presentò al tempio di Gerusalemme e si consacrò interamente al Signore. – Dotata della pienezza delle sue facoltà ella fece a Dio voto di verginità, e rialzò Ella la prima quel sacro stendardo che in seguito ha radunato legioni di vergini. Era costume presso i Giudei di consacrare i fanciulli al servizio del Tempio, e di farli allevare all’ombra tutelare del santo edilìzio. Maria avendo saputo che i suoi genitori, fedeli a questa sacra costumanza, avevano promesso al Signore, nel domandargli un figlio, di dedicarglielo, prevenne il loro voto, e in età di tre anni, in quell’età in cui i fanciulli hanno maggior bisogno dell’appoggio degli autori dei loro giorni, volle da per se stessa consacrarsi a Dio e fu la prima a pregarli di recarsi ad adempiere la loro promessa. «Anna, dice san Gregorio di Nissa, non esitò un momento a cedere al desiderio di lei, la condusse al tempio e l’offrì al Signore ». – Ma vediamo in qual modo Anna e Gioacchino fecero a Dio il sacrificio di quanto di più caro avevano al mondo. Partirono essi da Nazaret per Gerusalemme, portando a vicenda sulle braccia la loro figlia diletta, troppo tenera ancora per poter sopportare le fatiche d’un viaggio di trenta leghe. Erano accompagnati da un piccolo numero di parenti; « ma gli Angioli, dice san Gregorio di Nicomedia, servivano loro di corteggio e accompagnavano invisibili la tenera e pura Vergine che andava ad offrirsi sull’altare del Signore». Allorché la santa brigata fu giunta al tempio, la docile bambina si voltò ai suoi genitori, baciò loro le mani, ne chiese la benedizione, e senza punto esitare varcò i gradini del santuario e corse ad offrirsi al Gran-Sacerdote. Quanto fu bello, quanto fu solenne il momento in cui la divina Bambina mise il piede nell’atrio sacro! – Dio stesso celebrò quel giorno memorabile in cui vide entrare nel tempio la casta sua sposa, perché non mai erasi offerta a lui una sì pura e sì santa creatura. E quando Maria ebbe consacrato a Dio e la propria anima e il proprio corpo senza riserva ed irrevocabilmente, con quale amore dovette ella esclamare: Il mio diletto appartiene a me ed io appartengo a lui. Deh! esultiamo noi pure a spettacolo si bello, e riempiasi di gioia il nostro cuore nel contemplare il ritratto che ne ha lasciato di quest’amabile fanciulla sant’Epifanio nato in Palestina. «Maria, egli dice, fu specchio di senno e di modestia; parca nel favellare, vogliosa d’apprendere, affabile e con tutti rispettosa. Di poco superava la mezzana statura; ed ebbe colore leggermente vermiglio, capelli biondi, occhi vivi, pupille celesti, ciglia arcuate e traenti al nero; naso allungato, rosee le labbra, ovale il volto, mani e dita piuttosto lunghe. Semplicissima nel suo abbigliamento, usava le stoffe ed i veli nel loro naturale colore. Schietta nei modi, soave ed umile nei colloqui, essa, a dir breve, spirava e nell’esteriore e nelle doti dell’animo una grazia tutta divina ». – Chi narrerà la vita angelica di Maria nel tempio? « Quella santa Bambina, dice san Gerolamo, così regolava il suo tempo; dal mattino fino alla terza ora del giorno Ella stava in orazione; dalla terza alla nona lavorava: poi tornava a pregare fino all’ora della refezione. Poneva tutto il suo zelo nell’essere la prima alle sante veglie, la più esatta ad osservare la legge, la più umile, la più perfetta in virtù tra tutte le sue compagne. Non mai si lasciò trasportare ad un sol moto d’impazienza e tutte le sue parole erano sì piene di dolcezza che era facile ravvisarvi lo spirito di Dio ».

Origine di questa festa. — L’azione che Maria aveva compiuta presentandosi al tempio era troppo importante e troppo istruttiva, perché la Chiesa cattolica dovesse trascurare di consacrarla con una festa solenne. Fu primo l’Oriente a celebrare la Presentazione, come scorgesi dalle costituzioni di Emanuele Comneno nel 1143. Nel 1374, dopo le crociate, questa festa passò in Occidente sotto il regno di Carlo V, re di Francia; ed ecco in quali termini quel religioso monarca ne scrisse ai dottori ed agli alunni del collegio di Navarra, a Parigi. « Ho inteso dal cancelliere di Cipro che la Presentazione della Vergine al tempio, mentre non aveva Ella ancora che tre anni, si celebra con molta solennità in Oriente il 21 di novembre. Essendo questo medesimo cancelliere ambasciatore del re di Cipro e di Gerusalemme a Roma,intertenne il Pontefice sopra tal festa religiosamente osservata dai Greci, e gliene presentò l’uffìzio. Il Papa lo esaminò da se stesso, e lo fece poi esaminare dai cardinali e dai teologi, quindi approvò e permise la celebrazione di detta festa che solennizzò egli stesso in mezzo all’affollato concorso di popolo. Essendosi lo stesso cancelliere recato in Francia e avendomi presentato quell’uffizio, io ne ho fatto celebrare la festa nella santa-cappella in presenza di molti prelati e altri signori, e il nunzio pontificio vi ha recitato un eloquentissimo sermone ». – Tale è il modo con cui la festa della Presentazione passò dall’Oriente all’Occidente, e in particolar modo in Francia, dove fu osservata per ordine del pio monarca di cui abbiamo testé riferito le parole. I successori di Gregorio IX, a cui dall’ambasciatore di Cipro era stato sottoposto l’uffizio della Presentazione, arricchirono di numerose indulgenze questa festa nobilissima, che così trovò luogo fra le solennità della Chiesa .