La devozione verso le Anime del Purgatorio, col raccomandarle a Dio affinché le sollevi nelle grandi pene che patiscono e presto le chiami alla sua gloria, è molto vantaggiosa per noi e ad esse. Infatti quando saranno liberate dai loro tormenti a causa delle nostre preghiere non si scorderanno certamente di noi in Cielo. Si crede poi che Dio manifesti loro le nostre orazioni, affinché stando in purgatorio preghino per noi: esse non possono pregare se stesse perché devono espiare, tuttavia, essendo molto care a Dio, possono pregare per noi ed ottenerci delle grazie. S. Caterina da Bologna ogni volta che ricorreva alle anime del Purgatorio, si vedeva subito esaudita. – È un dovere pregare per le anime del Purgatorio perché la carità cristiana richiede che noi aiutiamo il nostro prossimo che è in stato di necessità: e chi ha maggior necessità di esse che sono tormentate nel fuoco? Inoltre sono prive della visione di Dio, pena che le affligge più di titte le altre. Pensiamo poi che facilmente si trovano in Purgatorio le anime dei nostri genitori, fratelli, parenti ed amici, e che aspettano il nostro soccorso, – Pregando per loro acquisteremo molti meriti e soprattutto le grazie per la salvezza eterna. Scriveva S. Alfonso: « Io giudico per certo che un’anima, la quale è liberata dal Purgatorio per i suffragi avuti da qualche devoto, giunta in Paradiso, non smetterà di dire a Dio: “Signore non permettere che si perda quegli che mi ha liberata dal Purgatorio, » e mi ha fatto venire più presto a godervi” ». I mezzi per aiutarli sono: la preghiera, la Via Crucis, l’elemosina, la mortificazione e soprattutto la Santa Messa, la “vera” Messa Cattolica di sempre, officiata da un “vero”sacerdote con Missione canonica e Giurisdizione in unione con Papa Gregorio XVIII – le messe sacrileghe dei non-preti delle fraternità para-massoniche e dei non-preti delle sette sedevacantiste e sedeprivazioniste, oppure i riti rosa+croce della setta modernista-vaticana del “novus ordo” [che si spaccia attualmente per cattolica senza esserlo nemmeno lontanamente ed usurpando uffici ed ambienti Cattolici], non hanno alcuna efficacia per le anime dei defunti, e costituiscono puro sacrilegio: a) per chi le officia invalidamente ed illecitamente, e b) per chi vi partecipa o le ordina. – Pio è il pensiero di deporre corone di fiori e ceri sulle tombe dei defunti; ma è ben più efficace assistere alla S. Messa Cattolica di sempre e farne celebrare in loro suffragio da preti cattolici in unione con il Santo Padre “canonico”. Suffragate i vostri cari ed assicuratevi dei suffragi prima di morire. Le Messe gregoriane (celebrazione di 30 Messe consecutive per un solo defunto) prendono il loro nome da S. Gregorio Magno, non perché egli le abbia istituite, ma perché racconta di averne costatata l’efficacia; non si deve credere che liberino infallibilmente l’anima, però la Santa Sede (1884) dichiarò pia e ragionevole la fiducia nella speciale efficacia di esse per la liberazione di un’anima purgante.
Devozione dei cento Requiem
Per questo pio esercizio, ognuno può servirsi di una comune corona di cinque decine, percorrendola tutta due volte, onde formare dieci decine, ossia cento Requiem. Si inizia recitando un Pater Noster e poi una decina di Requiem sui grani piccoli della corona, alla fine della quale si dirà sul grano grosso la seguente giaculatoria:
Anime sante del Purgatorio, pregate Iddio per me, che io pregherò per voi, affinché Egli vi doni la gloria del Paradiso.
Indi si recitano le altre decine con la giaculatoria sul grano grosso. Terminate le dieci decine, si recita il De Profundis [Salmo 129].
Atto eroico di carità in suffragio delle Anime del Purgatorio
Il padre teatino Gaspare Oliden d’Alcalà, infiammato di zelo straordinario per il suffragio dele anime del Purgatorio, insinuò con la voce e con la stampa una pratica vecchia nella sostanza ma nuova nella forma, cioè di offrire con una specie di voto tutte quante le buone opere e presenti e future in espiazione dei debiti delle anime purganti , per cooperare nel miglior modo alla loro più sollecita liberazione da quelle pene. Benedetto XIII, Papa Orsini, con il suo Breve 13 agosto 1728, approvò solennemente tale pratica e la arricchì di tre privilegi riportati qui di seguito, confermati poi da Pio VI. Pio IX, con decreto Urbis et Orbis del 30 settembre 1852, dichiarò solennemente l’utilità e l’eccellenza di questa devozione confermando tutti i privilegi concessi dai suoi predecessori. – Questo atto di carità, già predicato ne passato da due celebri gesuiti, p. Moncado e p. Ribadeneira, nonché da S. Liduina, S. Caterina da Siena, S. Teresa, dal ven. Ximenes, e particolarmente da S. Brigida, la quale in punto di morte fu dal celeste suo Sposo assicurata che per la carità da lei usata alle anime del Purgatorio, le erano perdonate tutte le pene che avrebbe dovuto soffrire in Purgatorio e le sarebbe di molto aumentata la corona di gloria in Paradiso.
I tre privilegi concessi sono:
.1° I Sacerdoti che fanno questo atto di carità, godono l’indulto dell’Altare Privilegiato personale (de anima) per tutti i giorni dell’anno.
.2° Tutti i fedeli che avranno fatto questo atto di carità. Potranno lucrare indulgenza plenaria, applicabile però solamente ai defunti, liberando un’anima del Purgatorio in qualunque di quei giorni in cui si accosteranno alla SS. Comunione, e in tutti i lunedì dell’anno in cui ascolteranno la Santa Messa in suffragio dei medesimi defunti.
.3° Gli stessi possono applicare a pro dei defunti tutte le indulgenze che acquisteranno in qualunque modo fossero concesse, o da concedersi in avvenire.
Formula del Pio e Caritatevole Atto
“Mio Dio, in unione ai meriti di Gesù e di Maria, Vi offro per le anime del Purgatorio tutte le mie opere satisfattorie, e quelle da altri a me applicate in vita, in morte e dopo la mia morte.”
Osservazioni sul detto Atto Eroico
.1° Per fare questo non è necessario pronunziare le parole, basta volerlo ed emetterlo con il cuore. Neppure è prescritto di ripeterle più volte, benché ciò sia utile assai per fomentare il fervore della carità, che ci renderà industriosi ad accumulare beni spirituali in aiuto delle anime benedette del Purgatorio.
2° Siccome questo atto è semplice donazione universale, non impedisce ai Sacerdoti di applicarla Santa Messa per chi essi vogliono e secondo l’intenzione degli offerenti, essendo ciò dichiarato nella concessione del Sommo Pontefice Benedetto XIII.
3° Questo atto non si oppone punto all’ordine della carità che ci obbliga prima a pregare per i nostri defunti, poiché altro è il pregare , cui risponde il frutto impetratorio, del quale in questo voto non si tratta, ed altro è il suffragare, cui risponde il frutto soddisfatorio. Sebbene anche in questo uffizio di offrire suffragi, la carità ci obblighi prima di tutto verso i nostri congiunti, pure Iddio conosce meglio di noi quali siano i nostri doveri, e però farà sì che le nostre buone opere siano utili dapprima ai nostri parenti ed confratelli, e poi agli altri, secondo che davanti a Dio lo meriteranno. Così possiamo, anzi dobbiamo , praticare tutte le altre nostre devozioni dirette ad ottenere da Dio, dalla SS. Vergine qualche grazia per noi e per il prossimo, poiché ciò non si oppone all’atto per il quale si applica alle anime sante il solo frutto soddisfatorio delle nostre opere, restando sempre a noi il meritorio, il propiziatorio e l’impetratorio.