San RAFFAELE ARCANGELO
24 OTTOBRE.
[I santi per ogni giorno dell’anno – Pia soc. S. Paolo, Alba – 1933]
La storia di questo Principe della milizia celeste, che dalla Chiesa ci viene proposto a guida nel viaggio per l’eternità, va congiunta con quella di Tobia narrata dalla Sacra Scrittura. Iddio, che è sempre buono, mandò un consolatore ai poveri Israeliti schiavi sotto il re di Assiria. Questi fu il pietoso Tobia, uomo educato nel timor di Dio, ammirato per la sua pietà e pazienza. Condotto in schiavitù cogli altri suoi connazionali, alla vista dei suoi fratelli oppressi, attendeva a consigliare gli afflitti, a fornire di cibi e vestimenta i bisognosi ed a seppellire i morti. La virtù di Tobia fu provata da gravi tribolazioni; fu tormentato dalla cecità e da altre sventure. Il santo vecchio pregò il Signore che lo chiamasse all’altra vita. Ma Dio volle conservarlo per fargli godere dolci consolazioni a mezzo di Tobiolo suo figlio. « Figlio mio, gli disse un giorno il padre, ti avviso che ho imprestato dieci talenti d’argento a Gabelo, che abita in Rages, città della Media. Eccoti la ricevuta: presentagliela ed egli ti restituirà il denaro. Ma siccome tu ignori la strada cerca qualche fedele amico che ti guidi ». Il figlio uscito di casa, s’imbatté in un giovane pronto a far viaggio. Ignorando che quegli fosse un angelo di Dio, «buon giovane, gli disse cortesemente, chi sei? Conosci la via che conduce nella Media? » – « Io sono israelita, mi chiamo Azaria, rispose, e conosco il cammino cui accenni ed ho dimorato molto con Gabelo in Rages. – Tobiolo allora, tutto lieto, dopo aver ricevuto il consenso e la benedizione paterna, partì coll’Angelo Raffaele, che sotto umane sembianze si offrì ad accompagnarlo. – Giunti al fiume Tigri, un pesce mostruoso assalì il giovanetto, e minacciava di divorarlo. L’Arcangelo lo rassicurò ingiungendogli di afferrare quel pesce, sventrarlo e cavargli il fegato che doveva servire di medicina al padre. Un viaggio cominciato con sì buoni auspici, non poteva non riuscire prospero e felice. Infatti l’Angelo non solo fece ricuperare al giovane il denaro, che egli stesso era andato a riscuotere, ma di più procurò che sposasse una ricca e virtuosissima donzella, di nome Sara, figliuola unica di Raguele, suo parente. Quindi ripresero il viaggio di ritorno, ansiosamente attesi dai vecchi genitori. Accolti a braccia aperte, il figlio estrasse il fiele del pesce ed unse gli occhi del padre che torto si riaprirono alla luce. E non solamente il vegliardo rivide il dolce aspetto del figliuolo, ma poté contemplare la sposa, ammirarne i pregi singolari e le moltissime ricchezze che aveva portato con sé. – Sparsa la notizia di questo fatto, i parenti di Tobia si radunarono per ringraziare il Signore e fare festa. Alla loro presenza il figlio enumerò i solenni benefici ricevuti dal compagno di viaggio che ancora lo stimavano per un uomo. Volendo poi in qualche modo ricompensarlo lo pregarono di volere accettare la metà delle sostanze che aveva loro ottenuto. L’Angelo allora si diede a conoscere e voltosi al vecchio Tobia disse: « Ora è tempo che io manifesti la verità. Quando tu seppellivi i morti e ti occupavi in pie opere e in fervorose preghiere, io tutto offrivo al Signore; io sono l’Angelo Raffaele, uno dei sette spiriti che stiamo di continuo alla presenza di Dio. Lodate dunque il Signore e raccontate a tutti le sue meraviglie ». – Ciò detto disparve ed essi rimasero bocconi a terra benedicendo Iddio.
FRUTTO. — Imitiamo Tobia nell’elargire ai poveri il superfluo, e meriteremo ancor noi la protezione di San Raffaele e la liberazione da tante disgrazie.
PREGHIERA. — Dio che desti il beato Raffaele Arcangelo, come compagno di viaggio al tuo servo Tobia, concedi a noi tuoi servi d’essere sempre protetti dalla sua custodia, e difesi dal suo aiuto. Così sia.