PAPA OCCULTO O IMPEDITO? BEATO VITTORE III

Ancora una volta troviamo nella storia della Chiesa, un Papa impedito nella sua funzione pontificale da vicende storiche complesse nelle quali figurava pure la presenza di un antipapa, insediatosi con la forza a Roma, circondato da chierici di dubbia fede ed osservanza. Certo, la vicenda non è paragonabile all’apostasia attuale della setta del Novus ordo che usurpa oggi la Sede Apostolica, ed ivi insediata con tutto lo schiamazzo mediatico, tutte le riverenze, il codazzo ed i salamelecchi dei “servi sciocchi” e della stampa mondiale delle tante marionette asservita a “coloro che odiano Dio e tutti gli uomini”. In ogni caso, rileggere quegli eventi fa comprendere che la situazione non è affatto nuova ed è contemplata come caso straordinario di persecuzione anche dalla Dottrina Cattolica e dalla Storia della Chiesa di tutti i tempi. Anche qui, non si tratta di un Papa occulto [come ancora oggi qualche “teologo faidate”, ignorante, falso “canonista” e fiancheggiatori vari, definiscono l’attuale Pontefice Gregorio XVIII, “occulto” solo perché, secondo loro, non lo si può incontrare al negozio dell’ottico di via del Corso a Roma o vedere nelle televisioni megafono dei modernisti dei quali sono un prezioso puntello fingendosi tradizionalisti], bensì di un Papa “impedito”, parola che evidentemente risuona alle orecchie degli stolti empi, come un trapano corrosivo delle loro false teorie e della falsa interpretazione che danno del Magistero [ammesso che lo conoscano bene … ma i dubbi sono enormi!]. Questa vicenda del Beato Vittore III infonde però speranza, come Gesù ci ha sempre insegnato, nella soluzione inaspettata dell’apparente prevalere delle forze del male sulla sua Chiesa! …

et Ipsa conteret …  

Beato Vittore III:

[A. Saba: Storia dei Papi, vol. I; Un. Tipogr. Ed. Torinese, 1957]

 Tra i cardinali designati da Gregorio VII morente, come degni di potergli succedere, v’era Desiderio, abate di Montecassino. I voti si raccolsero su di lui. La ricchezza del suo monastero, la riverenza in cui lo tenevano i principi di quell’età, le sue attinenze coi Normanni, financo i suoi rapporti con l’imperatore Enrico IV, rendevano desideratissima la elezione di lui. Roberto il Guiscardo, appoggio della Chiesa in questo momento, moriva a Cefalonia, il 17 luglio, poco tempo dopo Gregorio. Credevasi dunque non esservi adesso altri che Desiderio capace di metter pace nelle cose di Roma e dell’Italia. Ma dopo l a morte di Gregorio VII l a tiara pontificia faceva spavento. Desiderio tremava davanti al trono papale. L’anno 1085 trascorse senza una decisione. L’abate dichiarò il suo rifiuto a Giordano principe di Capua, alla contessa Matilde, ai cardinali, e protestò voler influire per un concilio romano e un nuovo Papa. Costretto, egli si recò a Roma con Gisulfo, nella Pasqua dell’anno dopo. La città era ancora divisa tra gli imperiali ed i gregoriani. I cardinali e gli ottimati si gettarono ai piedi dell’abate Desiderio supplicandolo ad accettare il Pontificato, e non ostante le sue opposizioni, fu proclamato il 24 maggio del 1086, col nome di Vittore III. – Desiderio, della famiglia dei conti di Marsi e figlio di un principe di Benevento, dove nacque, desiderava esser monaco di S. Trinità di Cava, ma ne fu impedito dai parenti. Entrò poi nel monastero di S. Sofia di Benevento, e dopo in un altro delle isole Tremiti. Fu amico di Leone IX, che lo conobbe nella sua campagna contro i Normanni. A Firenze, nel 1056, si trovò con papa Vittore II. Con Alfano passò al monastero di Montecassino, di cui divenne abate nel 1058, segnando nella storia di quella badìa un’orma immortale per la costruzione della grande basilica, per l’incremento della disciplina monastica e degli studi, e per le importanti missioni che ebbe dai papi. Gregorio VII si servì dell’opera sua nella tremenda lotta contro Enrico IV, e nelle relazioni coi Normanni. – L’elezione di Vittore III non avvenne senza contrasto. Il partito tedesco aizzato dal prefetto di Enrico, già in urto coi cardinali, raccolse armi in Campidoglio, ed impedì che Vittore fosse consacrato in Vaticano. Vittore, approfittando del torbido, prese la via del mare da Ardea, e dopo quattro giorni dalla sua elezione arrivò a Terracina, si spogliò delle insegne pontificie e corse tosto a rinchiudersi nel suo bel Montecassino. Qui rimase un anno intero, mentre a Roma s’invocava il suo ritorno. Nel marzo del 1087, in qualità di vicario della Sede romana nell’Italia meridionale, indisse un sinodo a Capua, per deliberare sull’elezione del papa. V’erano presenti anche Ruggero, duca delle Puglie, e il detronizzato principe Gisulfo. Ci furono alcuni che non inclinavano alla rielezione di Desiderio, Ma egli infine, tempestato dalle suppliche dei prelati e di principi, finì con arrendersi. Al 9 di maggio fu consacrato nella chiesa di S. Pietro, che ottenne a forza con le armi normanne. Roma infatti non era pacifica. Indisciplinata, piena di rovine, sentiva il peso delle fazioni in lotta. Enrico IV era lontano, in guerra coi suoi nemici, i quali ebbero fortuna su di lui, nel 1087. Tra il 1088 e i l 1090, per la morte dei suoi più temibili avversari, si risollevò alquanto. In Italia solo la contessa Matilde era ancora in armi contro di lui. Clemente III [l’antipapa dell’epoca –ndr.-] poteva raccogliere di nuovo un gruppo di partigiani e mettere residenza in Vaticano. I Normanni presero d’assalto la basilica che serviva di castello all’antipapa. – Clemente fuggì e riparò nella Città, dove si trincerò in un’altra chiesa fortissima, nel Pantheon. Dopo la vittoria sull’antipapa, e la sua consacrazione, Vittore rimase ancora otto giorni a Roma, e poi se ne ritornò al suo monastero. Appena vi arrivò, le milizie di Matilde lo invitarono a ripartire per Roma. Egli vi ritornò, e pose dimora insieme con la contessa nell’isola Tiberina: però non possedeva che il Trastevere, il Castel Sant’Angelo, S. Pietro, Ostia e Porto. L’antipapa Clemente godeva ancora forte protezione e si serviva del vecchio rancore contro Gregorio per tener su la sua causa. Un legato imperiale arrivava per riaccendere le mischie e sostenere l’avversario di Vittore. Il Papa, caduto infermo, se ne usciva per la terza volta da Roma, tanto fatale per la sua pace. – Nell’agosto del 1087 celebrò un sinodo a Benevento; vi proibì la simonia, le investiture laiche, e il ricevere i sacramenti dai preti venduti a Enrico [evidentemente falsi, come gli attuali novusordisti, i sedevacantisti e i lefebvriani -ndr.-], e rinnovò la scomunica contro Clemente III. – Sentendosi presso a morire, si faceva trasportare al suo monastero. Colà nominò Oderisio ad abate, perché sinora egli era rimasto al governo della badìa, raccomandò come suo successore il cardinale Ottone, vescovo di Ostia, e moriva il 16 settembre del 1087, nel rimpianto della pace monastica che lasciò malvolentieri, per un peso che gli fu tanto grave e gli diede poca gloria. Vittore III rimane ancora nella storia come il grande abate Desiderio. Leone XIII ne confermò il culto. Festa il 16 settembre. – Fu sepolto nel suo monastero, e i monaci lo ricordarono con una epigrafe toccante.

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

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