Il giuramento antimodernista fu introdotto da papa Pio X con il motu proprio Sacrorum Antistitum il 1 settembre 1910. – Il giuramento obbligava i modernisti, come spiega Civiltà Cattolica [quando ancora era un giornale cattolico], a riconoscere “l’errore e convertirsi, o almeno, di gettare la maschera e scoprirsi {…} riconducendoli ad una sincera adesione e ad una professione schietta delle dottrine della fede”. Il Santo Padre aveva compreso molto bene che l’attacco alla Chiesa veniva soprattutto dalla quinta colonna dei modernisti infiltrati che con astuzia ed inganno, andavano occupando le “poltrone” più ambite e le “leve di comando” della gerarchia e delle istituzioni della Chiesa Cattolica. Con questo giuramento egli voleva mettere quantomeno un argine al diluvio di empietà che montava nei sacri palazzi e che sarebbe sfociato incontenibile nel “conciliabolo roncallo-montiniano”. Come sappiamo, poi, la cosa fu gestita da autorità deboli ed ondeggianti nella fermezza del loro operato, così ché addirittura il giuramento fu una prima volta eliminato, poi ripristinato da Pio XII e naturalmente, in pieno marasma conciliare e post conciliare, venne definitivamente abolito da sua satanità, il marrano omosessuale antipapa ultramodernista, pontefice degli Illuminati, la “ruspa” demolitrice delle fondamenta della Chiesa, da colui che intronizzò il suo mandante: satana, in Vaticano nella Cappella Palatina il 29 giugno del 1963 con una doppia messa nera. Questo documento però non è semplicemente un reperto di antiquariato storico, bensì un’appendice al Credo di S. Atanasio, per cui il “vero” cattolico dovrebbe recitarlo insieme al “simbolo” per comprendere bene i confini della fede cattolica, l’unica che appartiene alla Chiesa di Cristo, l’unica fede che da salvezza eterna; quindi oltre che un documento da studiare e meditare con grande attenzione, esso deve essere recitato come una preghiera in appendice al “Simbolo atanasiano”, anzi come integrazione in chiave antimodernista dello stesso, sperando così di dare un piccolo ma significativo contributo alla eradicazione del modernismo oggi in doppia versione: 1) a marcia rapida [il Novus ordo mondialista], ed 2) a “marcia apparentemente ridotta” e doppiamente ingannevole dei movimenti “tradizionalisti”, puntello oramai irrinunciabile del primo, del quale critica tanti aspetti evidenti [giusto per dare un pò di fumo negli occhi di fedeli deboli ed ignoranti della dottrina cattolica], ma in realtà poi sempre pronto a sostenerli con arguzie ed artifici pseudo-teologici [si pensi solo di passaggio alla buffa ed antitomistica Tesi del domenicano, falso vescovo francese della linea dello psico instabile Thuc, o alle eresie di Fenney e sedevacantisti vari, di ridicoli monasteri, di fittizi istituti e di cani sciolti in libero scorrazzamento]. Con tali intenzioni, proponiamo ai fedeli “veri” cattolici in unione con Papa Gregorio XVIII [Papa ben noto e visibile alla Gerarchia Cattolica, e attraverso questa fatto conoscere per fede ai pochi residui “veri” cattolici, ma per ovvi motivi di sicurezza non noto al mondo profano, pagano, ateo, massonico, finto-tradizionalista, mondialista novus-ordista, ai servizi segreti ed ai curiosi sfaccendati attuali. Appena il mondo tornerà nella pace e la persecuzione della Chiesa di Cristo sarà finita, magari dopo i tre giorni di buio profetizzati da tante voci in tempi e luoghi diversi, tutti concordanti e rigorosamente approvati dalla Chiesa, allora anche i curiosi beffardi ed i dilettanti del gioco “i piccoli teologi” [se ce ne saranno ancora!!!], potranno essere accontentati. Per il momento leggiamo [in italiano] e preghiamo [in latino].
GIURAMENTO ANTIMODERNISTA
Io N. N. fermamente accetto e credo in tutte e in ciascuna delle verità definite, affermate e dichiarate dal magistero infallibile della Chiesa, soprattutto quei principi dottrinali che contraddicono direttamente gli errori del tempo presente. – Primo: credo che Dio, principio e fine di tutte le cose, possa essere conosciuto con certezza e possa anche essere dimostrato con i lumi della ragione naturale nelle opere da Lui compiute (cf Rm I,20), cioè nelle creature visibili, come causa dai suoi effetti. – Secondo: ammetto e riconosco le prove esteriori della rivelazione, cioè gli interventi divini, e soprattutto i miracoli e le profezie, come segni certissimi dell’origine soprannaturale della religione cristiana, e li ritengo perfettamente adatti a tutti gli uomini di tutti i tempi, compreso quello in cui viviamo. – Terzo: con la stessa fede incrollabile credo che la Chiesa, custode e maestra del verbo rivelato, è stata istituita immediatamente e direttamente da Cristo stesso vero e storico mentre viveva fra noi, e che è stata edificata su Pietro, capo della gerarchia ecclesiastica, e sui suoi successori attraverso i secoli. – Quarto: accolgo sinceramente la dottrina della fede trasmessa a noi dagli Apostoli tramite i Padri ortodossi, sempre con lo stesso senso e uguale contenuto, e respingo del tutto la fantasiosa eresia dell’evoluzione dei dogmi da un significato all’altro, diverso da quello che prima la Chiesa professava; condanno similmente ogni errore che pretende sostituire il deposito divino, affidato da Cristo alla Chiesa perché lo custodisse fedelmente, con una ipotesi filosofica o una creazione della coscienza che si è andata lentamente formando mediante sforzi umani e continua a perfezionarsi con un progresso indefinito. – Quinto: sono assolutamente convinto e sinceramente dichiaro che la fede non è un cieco sentimento religioso che emerge dall’oscurità del subcosciente per impulso del cuore e inclinazione della volontà moralmente educata, ma un vero assenso dell’intelletto a una verità ricevuta dal di fuori con la predicazione, per il quale, fiduciosi nella sua autorità supremamente verace, noi crediamo tutto quello che il Dio personale, Creatore e Signore nostro, ha detto, attestato e rivelato. – Mi sottometto anche con il dovuto rispetto e di tutto cuore aderisco a tutte le condanne, dichiarazioni e prescrizioni dell’enciclica Pascendi e del decreto Lamentabili, particolarmente circa la cosiddetta storia dei dogmi. Riprovo altresì l’errore di chi sostiene che la fede proposta dalla Chiesa può essere contraria alla storia, e che i dogmi cattolici, nel senso che oggi viene loro attribuito, sono inconciliabili con le reali origini della religione cristiana. – Disapprovo pure e respingo l’opinione di chi pensa che l’uomo cristiano più istruito si riveste della doppia personalità del credente e dello storico, come se allo storico fosse lecito difendere tesi che contraddicono alla fede del credente o fissare delle premesse dalle quali si conclude che i dogmi sono falsi o dubbi, purché non siano positivamente negati. – Condanno parimenti quel sistema di giudicare e di interpretare la Sacra Scrittura che, disdegnando la tradizione della Chiesa, l’analogia della fede e le norme della Sede apostolica, ricorre al metodo dei razionalisti e con non minore disinvoltura che audacia applica la critica testuale come regola unica e suprema. – Rifiuto inoltre la sentenza di chi ritiene che l’insegnamento di discipline storico-teologiche o chi ne tratta per iscritto deve inizialmente prescindere da ogni idea preconcetta sia sull’origine soprannaturale della tradizione cattolica sia dell’aiuto promesso da Dio per la perenne salvaguardia delle singole verità rivelate, e poi interpretare i testi patristici solo su basi scientifiche, estromettendo ogni autorità religiosa e con la stessa autonomia critica ammessa per l’esame di qualsiasi altro documento profano. – Mi dichiaro infine del tutto estraneo ad ogni errore dei modernisti, secondo cui nella sacra tradizione non c’è niente di divino o peggio ancora lo ammettono ma in senso panteistico, riducendolo ad un evento puro e semplice analogo a quelli ricorrenti nella storia, per cui gli uomini con il proprio impegno, l’abilità e l’ingegno prolungano nelle età posteriori la scuola inaugurata da Cristo e dagli Apostoli. – Mantengo pertanto e fino all’ultimo respiro manterrò la fede dei padri nel carisma certo della verità, che è stato, è e sempre sarà nella successione dell’episcopato agli Apostoli, non perché si assuma quel che sembra migliore e più consono alla cultura propria e particolare di ogni epoca, ma perché la verità assoluta e immutabile predicata in principio dagli Apostoli non sia mai creduta in modo diverso né in altro modo intesa. – Mi impegno ad osservare tutto questo fedelmente, integralmente e sinceramente e di custodirlo inviolabilmente senza mai discostarmene né nell’insegnamento né in nessun genere di discorsi o di scritti. Così prometto, così giuro, così mi aiutino Dio e questi santi Vangeli di Dio.
CREDO ANTIMODERNISTA APPENDICE DEL SYMBOLUS “Quicumque”.
« Ego… N. N. firmiter amplector ac recipio omnia et singula, quæ ab inerranti Ecclesiæ magisterio definita, adserta ac declarata sunt, præsertim ea doctrinae capita, quae huius temporis erroribus directo adversantur. – Ac primum quidem Deum, rerum omnium principium et finem, naturali rationis lumine per ea quæ facta sunt, hoc est per visibilia creationis opera, tamquam causam per effectus, certo cognosci, adeoque demonstrari etiam posse, profiteor. – Secundo, externa revelationis argumenta, hoc est facta divina, in primisque miracula et prophetias admitto et agnosco tamquam signa certissima divinitus ortæ christianæ Religionis, eademque teneo ætatum omnium atque hominum, etiam huius temporis, intelligentiae esse maxime accommodata. – Tertio: Firma pariter fide credo, Ecclesiam, verbi revelati custodem et magistram, per ipsum verum atque historicum Christum, quum apud nos degeret, proxime ac directo institutam, eandemque super Petrum, apostolicæ hierarchiæ principem eiusque in ævum successores ædificatam. – Quarto: Fidei doctrinam ab Apostolis per orthodoxos Patres eodem sensu eademque semper sententia ad nos usque transmissam, sincere recipio; ideoque prorsus reiicio hæreticum commentum evolutionis dogmatum, ab uno in alium sensum transeuntium, diversum ab eo, quem prius habuit Ecclesia; pariterque damno errorem omnem, quo, divino deposito, Christi Sponsæ tradito ab Eâque fideliter custodiendo, sufficitur philosophicum inventum, vel creatio humanæ conscientiæ, hominum conatu sensim efformatæ et in posterum indefinito progressu perficiendæ. – Quinto: certissime teneo ac sincere profiteor, Fidem non esse coecum sensum religionis e latebris sub conscientiæ erumpentem, sub pressione cordis et inflexionis voluntatis moraliter informatæ, sed verum assensum intellectus veritati extrinsecus acceptæ ex auditu, quo nempe, quæ a Deo personali, creatore ac domino nostro dicta, testata et revelata sunt, vera esse credimus, propter Dei auctoritatem summe veracis. Me etiam, qua par est, reverentia, subiicio totoque animo adhæreo damnationibus, declarationibus, præscriptis omnibus, quae in Encyclicis litteris «Pascendi» et in Decreto «Lamentabili» continentur, praesertim circa eam quam historiam dogmatum vocant. – Idem reprobo errorem affirmandum, propositam ab Ecclesia fidem posse historiæ repugnare, et catholica dogmata, quo sensu nunc intelliguntur, cum verioribus christianæ religionis originibus componi non posse. – Damno quoque acreiicio eorum sententiam, qui dicunt, christianum hominem eruditiorem induere personam duplicem, aliam credentis, aliam historici, quasi Iiceret historico ea retinere quæ credentis fidei contradicant, aut præmissas adstruere, ex quibus consequatur dogmata esse aut falsa aut dubia, modo hæc directo non denegentur. – Reprobo pariter eam Scripturæ Sanctæ diiudicandæ atque interpretandæ rationem, quæ, Ecclesiæ traditione, analogia Fidei, et Apostolicæ Sedis normis posthabitis, rationalistarum commentis inhæret, et criticen textus velut unicam supremamque regulam, haud minus licenter quam temere amplectitur. – Sententiam preterea illorum reiicio qui tenent, dottori disciplinæ historicæ theologicæ tradendæ, aut iis de rebus scribenti seponendam prius. – Hæc omnia spondeo me fideliter, integre sincereque servaturum et inviolabiliter custoditurum, nusquam ab iis sive in docendo sive quomodolibet verbis scriptisque deflectendo. Sic spondeo, sic iuro, sic me Deus etc.».