Sarda y Salvany: Massonismo e cattolicesimo -2-
VIII
Il concetto intrinseco e fondamentale del massonismo e la sua opposizione essenziale al cattolicesimo sono posti in una luce più ampia.
Il massonismo non differisce dal naturalismo; ed il naturalismo, come abbiamo visto nel paragrafo precedente, è la negazione della caduta originale dell’uomo, della sua riabilitazione mediante Gesù-Cristo, e di conseguenza dei diritti individuali e sociali sulla creatura che Egli ha riscattato. Il massonismo non è, come pensano taluni, l’ateismo puro, benché come conseguenza logica, esso conduca là; non è parallelamente né la demagogia né il socialismo, benché per sua inclinazione naturale, conduca infallibilmente la società ai suoi estremi. Esso non è niente di tutto ciò. Il massonismo si sforza di mantenersi nella sfera abitata dai conservatori onesti e saggi a modo loro: esso vuole che la società riposi sui suoi fondamenti; esso è partigiano dell’ordine, dell’equità, del mutuo rispetto delle classi e degli interessi; solo esso vuole tutto questo ma senza Gesù-Cristo, senza il Cristianesimo, completamente fuori dall’atmosfera cristiana. Questo è un problema difficile, ben più, insolubile, perché dopo che la rivelazione cristiana si è compiuta, è impossibile sottrarvisi senza cadere nell’abisso della più orribile anarchia individuale e sociale. Le cose oggi non sono più quelle che erano prima della venuta di Gesù-Cristo. La società o gli individui che non sono stati cristianizzati, possono certamente mantenersi in un certo stato di onestà naturale di cui la storia ci offre qualche raro esempio; ma la società in cui gli individui che hanno conosciuto il Cristo ed in seguito l’hanno rinnegato, non possono, per un giusto castigo del cielo ed in virtù delle inflessibili leggi della logica, evitare di cadere negli abissi profondi della più abietta empietà, del più ripugnante satanismo. È quel che insegna la storia e che dimostra l’esperienza di tutti i giorni. È la ragione è facilmente comprensibile. Colui che non ha conosciuto Gesù-Cristo e non ha alcuna idea della sua rivelazione, può non essere cristiano; questo è un male considerevole, ma non il peggiore di tutti i mali. Ma l’aver conosciuto il Cristo e la sua rivelazione ed in seguito apostatare, non è nulla meno che l’anticristianesimo deliberato e volontario. Tra questi due stati c’è la stessa differenza che intercorre tra la semplice ignoranza della verità e la guerra aperta e dichiarata verso questa stessa verità. Tale oggigiorno è la situazione della massoneria, o meglio, del massonismo. Il suo obiettivo è l’organizzazione di un ordine sociale senza il Cristo; ma per la forza delle circostanze, si vede nell’obbligo di organizzare un ordine sociale contro il Cristo. Esso vorrebbe semplicemente una società non cristiana, secondo il modello di taluni popoli dell’antichità; ma esso giunge invece ad una società anticristiana o satanica. Per parlare più chiaramente, il naturalismo ha potuto un giorno non essere altro che l’assenza più o meno colpevole del sovra-naturalismo; oggi, per forza di cose, il naturalismo non può essere che l’anticristianesimo. Il Papa nella sua celebre enciclica “Humanum genus”, percorre le diverse sfere dell’ordine sociale in cui il massonismo, oggi dominante, lascia vedere più chiaramente la sua influenza naturalista o anticristiana. Sulla sua sequela ed alla luce dei suoi dotti insegnamenti, noi speriamo di mettere queste verità alla portata di coloro che non hanno mai discorso su queste materie, riducendole ai punti seguenti:
La religione,
Lo stato,
La famiglia,
La proprietà,
L’educazione,
L’insegnamento scientifico,
La beneficenza,
Le lettere e le arti, i divertimenti.
Sono invero tanti i problemi in cui si manifesta francamente oggi l’opposizione che esiste tra il criterio massonico ed il criterio cristiano, e del quale la semplice indicazione suppone un programma di studi che comporterebbero non solo qualche breve capitolo su di una rivista popolare, ma volumi e volumi. Quantunque sia, noi pensiamo tuttavia che facendo notare come, su ciascuno di questi punti, al “si” massonico si opponga sempre il “no” cristiano, e reciprocamente, potremo chiarire per un gran numero di lettori certi dubbi che potrebbero derivare relativamente all’universalità ed alla preponderanza del massonismo all’epoca nostra; ed essi vedranno quanto sia vero ciò che noi diciamo recentemente, che cioè: un gran numero di persone che credono, forse in buona fede, di aborrire cordialmente il massonismo e la massoneria, al contrario pensano, parlano, decidono ed agiscono “massonicamente”. È questa una osservazione che non lasceremo mai di ripetere, e che l’estrema pazienza e bontà dei nostri benevoli lettori ci permetterà talvolta ancora di ricordare: perché, non dubitino, è la che si trova il segreto dei nostri mali presenti e della formidabile oppressione che esercita su di noi la tirannica massoneria.
IX
L’opposizione radicale che esiste tra il massonismo ed il cattolicesimo nel modo di intendere il concetto della religione.
Così noi andiamo ad esaminare ad uno ad uno i principali punti sui quali si manifesta la contraddizione essenziale esistente tra la soluzione cattolica e la soluzione massonica. È il mezzo più pratico di mostrare, anche a coloro che sono meno versati in questo genere di studi, quanto sia profondo l’abisso che separa il massonismo dal Cattolicesimo, e più di tutto ciò che c’è di formalmente massonico in un gran numero di idee che professano oggi, senza il minimo scrupolo, taluni uomini che non di meno vogliono farsi passare per onesti cristiani. Il primo problema che si offre all’intelligenza umana, è quello della Religione, o per meglio dire: questo problema racchiude tutti gli altri. Ma noi qui vogliamo unicamente parlare di religione in ciò che l’uomo ha l’obbligo di conoscere di essa; ed è inteso che, parlando di religione, noi non abbiamo da considerare se non la sola vera, la religione Cattolica, apostolica, romana. Stabilito questo, noi andiamo a vedere che il “si” o “no” del contraddittorio del criterio massonico e del criterio cattolico hanno lo stesso punto di partenza. Il massonismo sostiene che la religione è una questione puramente individuale e che riguarda il foro interno di ciascuno; che l’uomo è libero di servire ed adorare Dio nel modo che gli sembrerà il migliore, e che nessuno può essere obbligato o costretto da un altro a praticare questi o quegli atti di religione. Tale è il fondamento sul quale il massonismo stabilisce la sua teoria della libertà assoluta dei culti, che è per esso il primo dei pretesi diritti dell’uomo, il più sacro ed il più inviolabile dei diritti. Così infatti tutti i legislatori moderni, ispirandosi a questo criterio massonico, hanno iscritto in prima linea questo diritto fondamentale, che è stato denominato, con nome sonoro e pomposo, di libertà di coscienza. Il Cattolicesimo sostiene al contrario, che questa libertà di coscienza non esiste; che la rivelazione di Gesù-Cristo è obbligatoria per l’individuo, così come per le nazioni, che l’uomo libero non ha il diritto di vivere al di fuori della fede o di professare delle opinioni che gli siano contrarie, senza fare di debolezza e rendersi disprezzabile; che se l’uomo deve avere incessantemente dei sentimenti di carità e di compassione per colui che si inganna in buona fede, egli deve essere perciò severo nei riguardi di colui che professa sistematicamente l’errore; che nelle società cristiane che vogliono vivere e governarsi cristianamente, è logico che gli attacchi contro la fede siano passibili di pene, come lo sarebbe l’attacco contro un’altra istituzione fondamentale qualsiasi di questa società, e che ugualmente, in queste società, non si può stabilire come base la libertà di coscienza, ma tutt’al più concedere una tolleranza più o meno larga che la si demarchi bene, per Dio! – o in virtù delle circostanze antecedenti e concomitanti, si trovi già stabilito e radicato il fatto di una diversità più o meno considerevole di opinioni in materia di religione. Ma questo fatto, quando realmente esiste, non può mai essere sanzionato come un diritto, ancor meno esser proposto ufficialmente come un progresso, ma ben al contrario, ci si deve sforzare di portarvi rimedio e di farlo sparire, come si farebbe per qualunque calamità sociale. La religione, presso il Cattolicesimo, non è una relazione libera tra l’uomo e Dio, una relazione che ciascuno possa regolare o determinare a suo gradimento. Altrimenti, bisognerebbe considerare come perfettamente legittime e gradite a Dio tutte le impurità, le oscenità e le prostituzioni di coloro che onoravano Venere e Adone nei templi di Cipro; tutte le crudeltà dei sacrifici umani che offrivano a Teutate gli antichi galli; gli orribili festini ove si servivano le carni dei prigionieri che gli Irochesi celebravano in onore della loro falsa divinità; l’immolazione dei genitori anziani che prescriveva ai Massageti una assurda pietà filiale; il sacrificio della vedova sulla catasta di legna nel rogo del marito, come esige il cerimoniale dei funerali in India, o le ecatombe spaventose con le quali il monarca sanguinario del Dahomey solennizza le sue feste. Se è giusto che l’uomo onori la Divinità a suo piacimento, si devono considerare queste mostruosità come lecite, giuste e gradite al Cielo, e colui che vi partecipa non merita più del castigo di quest’altro che predica la falsa Bibbia, o di chi pratica le meraviglie e gli incantesimi dello spiritismo. E il massonismo, o deve ammettere come logiche tutte queste assurdità, o convenire, mediante una rigorosa e razionale conseguenza, che non c’è altra maniera legittima di onorare Dio se non quella con la quale Egli voglia essere onorato, e che essendosi Dio Padre degnato di inviare il suo unico Figlio al mondo per insegnargli col suo esempio e la sua dottrina questo mezzo unico con cui essere servito ed onorato, sarebbe una rivolta contro Dio e contro il suo Cristo, il ricorrere ad altri mezzi, o insegnare che l’uomo è libero di determinare il suo criterio religioso, qualunque esso sia, in opposizione al criterio rivelato dal Figlio di Dio; soprattutto dopo che quest’ultimo ha sigillato il suo Vangelo con queste formali parole, espresse e decisive, che distruggono assolutamente ogni pretesa di libertà umana su questo punto: « colui che crederà e sarà battezzato, sarà salvato; ma colui che non crederà, sarà condannato » [“Qui crediderit, et baptizatus fuerit, salvus erit; qui vero non crediderit, condemnabitur”. Marc, XVI, 16]. Si veda dunque di cosa si fanno eco tutte queste disgraziate vittime dell’illusione che sostiene oggi l’assurda e fallace teoria massonica secondo la quale la religione è una questione libera e puramente interiore, e ciascuno è capace di servire ed onorare Dio a suo modo. È inutile far notare che coloro che pretendono di servire ed onorare Dio liberamente, hanno l’abitudine di non servirLo ed onorarLo affatto in alcun modo, e di non ricordarsi affatto dell’esistenza di Dio. Se si pretende che nessun altro all’infuori di Dio possa giudicare gli atti interiori che non si producono in alcun modo all’esterno, si dice allora la verità, ma una verità di La Palisse [ovvia]: perché se questi fatti sono puramente interni e non producono alcunché all’esterno, essi sono assolutamente occulti, ed è chiaro che essi non cadano e non possono cadere sotto nessuna giurisdizione che non sia la giurisdizione diretta dello stesso Dio, il solo che vede le cose nascoste. È per questa ragione in questo senso che si dice che la Chiesa stessa non può giudicare degli atti puramente interiori; ma questo non vuol dire che tali atti siano liberi. Dio può giudicarli, ed in effetti li giudica in modo terribile; e la Chiesa può imporli come regole, come regole severe, benché non le appartenga propriamente giudicare altrove, se non al tribunale della misericordia, il fedele che viene ad accusarsi.
X
Un altro punto sul quale il massonismo ed il Cattolicesimo sono radicalmente opposti l’uno all’altro, è la maniera di considerare lo Stato civile.
Se esiste un’opposizione radicale tra il massonismo ed il cattolicesimo nel loro modo di apprezzare i rapporti diretti dell’uomo con Dio, ciò che costituisce il problema religioso, la loro opposizione non è meno radicale nel loro modo di esprimere l’idea che essi si fanno dello Stato civile, ciò che costituisce un altro punto egualmente importante. Lo Stato per il massonismo, è indipendente, sovrano, senza altro freno né soggezione che le proprie leggi, che non possono essere emanate da altra autorità che non sia la sua. Lo Stato, massonicamente parlando, è il principio di tutto ciò che costituisce la vita sociale, la fonte dell’autorità, l’autore del diritto, l’istitutore della famiglia, il fondamento della proprietà, il direttore unico dell’insegnamento: in una parola, in qualche modo, è un Dio. Lo Stato, secondo l’espressione paradossale e storica di Rousseau, è il principio di tutte le insanie liberali moderne; esso è come la risultante delle volontà di tutti i cittadini, e pertanto in tutta la sua onnipotente entità, esso rappresenta il diritto libero di tutti, e mostra, per mezzo del suffragio universale, che è la libera volontà dei suoi membri. – E ciò che la maggioranza dei suffragi dichiara buono, è buono; ciò che dichiara come vero, è vero; e non esiste, né in cielo né in terra, alcuna regola superiore a quella, e le sue decisioni sono senza appello. Da questo risulta praticamente che questa indipendenza assoluta dello Stato si trasforma, per tutti coloro che sono sotto la sua dipendenza, in una servitù la più odiosa e degradante. Il dio-stato, in possesso di tali attribuzioni, è un despota orribile, che detta con una brutalità senza uguali le sue leggi capricciose e le impone secondo il suo beneplacito, senza altra forza né prestigio che quello che gli danno la frusta e la sciabola che esso brandisce al di sopra della massa abbrutita. Da lì, per effetto di una reazione naturale della dignità umana, vi è come conseguenza, nel popolo, una continua rivolta contro questo genere di autorità umana divenuta odiosa, e da tutte le labbra sfugge spontaneamente questa esclamazione celebre di un poeta: « chi ha costituito l’uomo giudice dell’uomo? » Perché in effetti, se colui che deve comandarmi e giudicarmi in questa vita non mi comanda e non mi giudica in virtù di un principio che sia superiore a lui e a me, in virtù di quale diritto quest’uomo mi comanda e mi giudica? Questo non può essere per il solo fatto brutale che sia più forte di me. Tale è il fondamento della teoria massonica sui diritti dello Stato ed i doveri del cittadino. Esaminiamo ora l’insegnamento cattolico sul medesimo soggetto. – Il Cattolicesimo insegna che l’uomo è stato creato da Dio per vivere in società, e con tal mezzo ottenere il suo fine eterno. L’organizzazione sociale non è dunque il risultato di un patto o di una convenzione tra i membri di una società come lo ha falsamente preteso Rousseau, ma è l’effetto della volontà di Dio, che ha creato l’uomo per questo fine, e non per altro. La società è dunque divina nel suo fine e nel suo principio. Ed essendo così, le sue basi fondamentali, di cui la prima è l’autorità, sono ugualmente di diritto divino. È così che ogni autorità legittima è di diritto divino. Coloro che si burlano del diritto divino, suppongono falsamente che il Cattolicesimo non lo riconosca che come l’aureola sacra della regalità. Non c’è nulla di più falso. Per la Chiesa, ogni autorità legittima è di diritto divino, che questa autorità sia regale, aristocratica, democratica, o mista. Per la Chiesa, colui che comanda legittimamente non comanda mai né in nome suo, né in nome del popolo; egli comanda sempre in nome di Dio, che solo può autorizzare un uomo a comandare su di un altro uomo suo eguale. Da ciò risulta, come conseguenza di questo divino insegnamento, che colui che comanda, chiunque sia, non è, in questa prerogativa di comando, nessun’altra cosa che il ministro o il rappresentante di Dio, « il ministro di Dio per il bene », come dice San Paolo (Dei minister in bonum, – Rom. XIII, 4), e che non può comandare legittimamente secondo il suo umore o il suo capriccio, ma seguendo le leggi della retta ragione e della rivelazione, precedentemente stabilite. E risulta ancora da questo che colui che governa debba essere il primo a venir sottomesso alle leggi che egli si è incaricato di applicare, supponendo che il rigore non lo abbia fatto con le leggi da se stesso, ma che non abbia fatto che promulgare e prescriverne l’osservazione, considerandole come una semplice applicazione pratica di un’altra legge più elevata, di cui egli si riconosce come il primo e più fedele vassallo. E così, nello stesso tempo in cui si trova applicato il carattere dell’autorità, che acquisisce una sorta di divino riflesso, l’obbedienza si trova parimenti elevata ed nobilitata, poiché in definitiva risulta che essa si applica non secondo il capriccio dell’uomo, ma per un ordine emanato da Dio. – L’insegnamento della Chiesa su queste verità di diritto pubblico cristiano è talmente formale, che se un legislatore o governo comanda, non secondo la legge di Dio, ma secondo il proprio capriccio o secondo il suo buon piacere, essa permette di dargli il nome di “tiranno”, ed essa vuole che, se prescrive qualcosa di opposto alla legge di Dio, non si sia affatto obbligati ad obbedirgli. È così che la dottrina cattolica garantisce con eguale saggezza sia i diritti dell’autorità che quelli della libertà, e risolve con questo il problema complicato delle relazioni tra il capo ed i soggetti, problemi che le costituzioni massoniche moderne si sforzano invano di risolvere dopo tanti anni, e che ogni giorno di più si aggravano. Discorrono dunque parlando da massoni e non da cattolici, coloro che dicono che bisogna curvare la testa davanti ad ogni ordine arbitrario dello Stato, anche a dispetto dei diritti della coscienza cristiana; coloro che professano il principio insensato della sovranità nazionale, e quest’altra insania che tutti i poteri emanano dalla nazione; e quest’altra stupidaggine che pretende che il re ed il parlamento possano tutto, eccetto che fare di un uomo una donna. E discorrono e parlano massonicamente coloro che, nei casi dubbi, in presenza di una legge unica e vessatoria si traggono dall’imbarazzo dicendo: « è una legge dello Stato », come se dopo questo, non vi sia nient’altro da esaminare. Noi sappiamo che, contro questa teoria assordante dello stato-Dio, si sia immaginato recentemente un sistema di contrappesi, basato sulla teoria dei diritti individuali del cittadino, diritti imprescindibili e non soggetti all’azione della legge. Ma siccome la base di questi pretesi diritti individuali non è altro che il puro razionalismo, senza altra legge o regola superiore se non la volontà dell’uomo che deve esercitarli, ne risulta, in senso inverso, lo stesso inconveniente. Con questa brillante teoria si verrebbe a sostituire al dispotismo governativo, l’oligarchia popolare che è, in fin dei conti, il dispotismo delle folle che conduce sempre all’oppressione della minoranza e dei più degni, da parte della moltitudine e dei più audaci. E tutto questo per non ammettere nella società civile un moderatore divino, una legge superiore all’uomo, un Principio soprannaturale! Tutto questo per volere stabilire la società sul naturalismo, emanazione infernale della massoneria!
XI
Come differiscono il massonismo ed il cattolicesimo in ciò che concerne la costituzione della famiglia.
L’opposizione non è meno evidente tra le dottrine che professano il massonismo ed il cattolicesimo rispetto alla costituzione della famiglia. E non potrebbe essere altrimenti, dato che la famiglia è l’elemento sociale per eccellenza, e che è a questo elemento più che a tutti gli altri che deve essere applicato dalla Chiesa il criterio soprannaturale, e dalla massoneria il criterio naturalista o secolarizzante. La massoneria insegna che l’atto costitutivo della famiglia, che è il matrimonio, non abbia assolutamente nulla e che vedere con Dio e con la Religione. L’uomo, essa dice, si unisce alla donna, perché la comunità di natura li chiama a questa unione, di cui alcuna legge divina deve regolarne le condizioni. Ma poiché questo è grossolanamente bestiale per essere accettato senza protesta da parte del genere umano, che malgrado tutto si riconosce superiore in qualche cosa ai cani ed ai cavalli, la massoneria ha inventato, per colore e per rendere meno ripugnante queste unioni senza l’intervento di Dio, una certa falsa sanzione, che è per quanto possibile una imitazione della verità, e che essa ha decorato con il nome di “matrimonio civile”. Così non è più Dio ma lo Stato che si attribuisce il diritto di sanzionare l’unione legale dei due sessi, di prescriverne e determinarne le condizioni. L’assurdità di una tale unione è così evidente, che è sufficiente esporla perché il più cieco la comprenda. Spogliando il matrimonio della sua sanzione divina e soprannaturale, non gli resta che una sanzione umana, che per quanto rispettabile possa essere, non lascerà di essere sempre umana, di procedere dal re o dal parlamento, o dai due insieme. La legge umana non può dunque dare a questo contratto di matrimonio una forza maggiore di quella che da agli altri contratti civili che essa autorizza o instituisce. Ebbene, negli altri contratti, la legge non può imporre altri obblighi che quelli che i contraenti vogliono imporsi; ed anche ognuno di essi può aggiungere al contratto le condizioni, restrizioni o riserve, che stipulano d’accordo con l’altra parte contraente. Il matrimonio resta dunque ridotto alle condizioni di un qualunque contratto, o meglio di un semplice “traffico” secondo una espressione che non è senza grazia, di un ingegnoso scrittore. In questo “traffico”, al quale le parti interessate sono libere di aggiungere o togliere le condizioni che detta loro la libera volontà, non è di conseguenza, non è che più o meno l’annullamento completo della legge coniugale, una vera abolizione del matrimonio [“il contratto della vacca”]!. I massonizzanti obiettano che è precisamente per la conservazione di questo legame che è stata stabilita la legge; che nessuna unione ha effetti civili e di sanzione più garantita e quindi di formalità legali che il suddetto matrimonio civile. Vana osservazione! Innanzitutto è un capriccio dispotico della legge volere intervenire, in nome del solo uomo, in un contratto come questo, imponendo delle leggi così assolute, mentre si lasciano tutti gli altri contratti alla libera e sovrana disposizione dei contraenti. La logica è nell’uomo più potente che un articolo di legge; e quando questo articolo è illogico e sconclusionato, allora la legge perde la sua forza e la sua autorità, nel pensiero di coloro che devono rispettarla. Così nel caso presente, la legge ad esempio prescriverà, opportunamente e ragionevolmente, che un uomo non possa sposarsi che con una donna, che questa unione sarà indissolubile, e che non possa contrarsi con questo o quest’altro grado di parentela. Tuttavia, poiché essa non prescriverà tutto ciò in virtù di un principio superiore, di una legge superiore, di una legge divina, ma perché così è sembrato buono al legislatore monarchico o democratico, cioè a giudizio di un uomo, ad un certo momento, un comune cittadino, anch’egli uomo come colui che ha proclamato questa legge, dirà: « Se due donne acconsentono a vivere con me in un onesto matrimonio, non lo possono fare? E se una o più donne [oggi pure uomini, e un domani forse anche delle bestie! –ndr.-] contraggono con me questa unione, e conveniamo tra noi tre che questo contratto non sarà valido per un certo tempo, riservandoci il diritto di rinnovarlo o dissolverlo ogni anno, ogni cinque anni, o ogni mese, o in ogni istante, perché non lo possiamo? E se vogliamo contrarre questa unione con i nostri cugini, nipoti, zii, ed anche con i nostri fratelli, chi potrà impedirlo? In cosa i diritti di altri sarebbero lesi? Quale legge generale sarebbe violata? Non si è visto all’inizio del mondo, queste unioni contrarsi necessariamente tra i parenti più ravvicinati? La poligamia non è stata in diversi popoli una legge generale? E dopo tutto, perché queste cose siano possibili, non è sufficiente che gli interessati lo vogliano, senza pregiudizio per terzi? Se si ritiene inutile l’intervento di Dio nel contratto coniugale, perché comparire davanti al sindaco o il giudice? Se il matrimonio è una pura funzione umana, non è sufficiente all’uomo ed alla donna usare del loro rispettivo umano diritto per essere uniti? Così può ragionare ogni Cittadino contro la legge massonica; e la legge massonica non può rispondere a questa argomentazione che deriva dal semplice buon senso. Ma quando anche la legge umana trovasse tanta forza morale ed un diritto sufficiente per dare una sanzione conveniente ad un atto così grave come quello in questione qui, è certo che oggi la legge umana, precisamente perché si è privata del suo fondamento che è la legge di Dio, non è sicura essa stessa di ciò che prescriverà domani, in opposizione a quanto essa prescrive attualmente. Spieghiamo ancora il nostro pensiero. Il voto di un parlamento ha stabilito oggi che l’uomo e la donna sono legittimamente sposati con la sola formalità della loro dichiarazione davanti al sindaco o al giudice, in tal modo che essa è oggi matrimonio, perché lo ha stabilito così il voto di un parlamento. Di conseguenza, domani non sarà più lo stesso, se un nuovo voto del parlamento decide diversamente. Così la formalità augusta del legame coniugale, base della famiglia, dipenderà sempre da una maggioranza di deputati che avranno stabilito che il matrimonio debba essere considerato come stabilito in questo o quest’altro modo. Questa maggioranza potrà decretare che il legame che unisce l’uomo e la donna non è individuale, ma sia possibile la poligamia o la poliandria, e tale sarà la legge, se decide in tal modo; essa potrà votare che il contratto matrimoniale sia temporaneo e non più perpetuo, e questa legge dipende dal loro voto; esso potrà stabilire ancora che gli sposi possano divorziare a richiesta dei due coniugi o di uno di loro, come stanno per fare i rivoluzionari francesi, e tale sarà la legge, in ragione del loro voto! Ed in virtù di un criterio razionalista e massonico, la giurisprudenza più scrupolosa non potrà opporvisi per nulla. Che si voglia costatare se sia si o no, è certo che la pretesa istituzione del matrimonio civile, provochi radicalmente con essa la distruzione di ogni vero matrimonio, e che non sia niente altro che una maschera sotto la quale si nasconda momentaneamente per confondere il popolo che non vede dove lo si vuole veramente condurre. È qui necessario mettere in opposizione con gli odiosi insegnamenti della massoneria sul matrimonio, la dottrina della Chiesa cattolica sul medesimo soggetto? Non credo, tutti i nostri lettori la conoscono sufficientemente. La Chiesa Cattolica insegna l’istituzione divina del matrimonio, considerata sia nel Cristianesimo, sia fuori da esso. Fuori dal Cristianesimo, prima della sua apparizione e nei paesi dove non ancora è brillata la sua luce divina, l’uomo e la donna si uniscono non in virtù di un diritto che conferisce loro lo Stato, secondo delle formalità prescritte dalla legge civile, ma in virtù di un principio di ordine superiore stabilito da Dio all’inizio del mondo, quando ha detto: « l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua sposa, ed essi saranno una sola carne ». Così, al pari della legge naturale, è la sola volontà dei contraenti che costituisce davanti a Dio il matrimonio; tutt’al più interviene l’autorità del padre di famiglia a benedire e sanzionare questa unione. Nelle religioni positive, pur tra tante grandi stravaganze, è sempre la Religione che si presenta per autorizzare e consacrare il matrimonio. Il Cristo l’ha elevato alla dignità di Sacramento, ed ha dichiarato che esso è il simbolo della mistica unione che esiste tra Lui e la sua Chiesa; e dopo averlo così elevato, ha lasciato alla sua Chiesa la cura di determinarne le regole e le circostanze, di garantirne l’unità e la perpetuità, sottraendo queste leggi al capriccio incostante degli uomini ed alla instabilità delle leggi umane, spesso così capricciose quanto gli uomini dai quali esse emanano. Che si dica ora se il massonismo ed il Cattolicesimo non siano in opposizione radicale relativamente al loro rispettivo concetto del matrimonio! Che si dica ancora quale dei due principi pervenga meglio ai fini sublimi del matrimonio, dell’onore della donna, alle prerogative ed alla dignità umana!
XII
Opposizione radicale tra il massonismo ed il cattolicesimo nel loro modo di considerare i diritti della potestà paterna.
Il massonismo insegna ancora delle mostruosità le più enormi relativamente alla famiglia; esso non si contenta di insegnarle, le mette in pratica. È questa una conseguenza del modo di organizzare unicamente “al civile” questa istituzione fondamentale, e dell’assurdo principio che ha prevalso e secondo il quale la famiglia è una creazione della legge civile, da cui essa trae la sua esistenza e la sua forza. Il massonismo fa ancora un passo in più: esso afferma infatti che tutti i diritti che nascono dal matrimonio non sono, secondo il suo pensiero, che una creazione dello Stato, e sono unicamente sottomessi allo Stato. Da ciò risulta che il primo e principale di questi diritti familiari, quello conosciuto con il nome di “potestà paterna”, non appartenga ai genitori che in virtù di una concessione supposta dalla legge civile, e nella forma e secondo la misura che le piace accordare. Da qui nasce il diritto che si arroga lo stato massonico sull’educazione, che esso decora pomposamente con il nome di “educazione obbligatoria”, e che è uno dei punti essenziali del programma che la massoneria annuncia e prepara per l’avvenire. Così il padre e la madre, secondo questo orribile sistema, dando la luce ai propri figli, esercitano non una funzione naturale, bensì una funzione sociale, questi figli appartengano loro per conto dello Stato che, in qualche modo, è il loro supremo signore, per cui i figli stessi sono dello Stato, prima di essere dei loro genitori: lo Stato ha giurisdizione su di essi ancor prima dei genitori. Questo è un despotismo orribile, che trasforma le famiglie in semplici centri di allevamento ad uso di questo feroce tiranno, maestro di tutta la gioventù: dispotismo brutale e disumano, che si è proposto come un nuovo dogma rigeneratore dell’umanità all’epoca della rivoluzione francese, e che dopo di essi è stato, in modo più o meno dissimulato, il fondamento obbligato di tutte le legislazioni ispirate dalla massoneria. – E tuttavia questi principi sono falsi, mostruosamente falsi, contrari ad ogni diritto positivo e naturale. La famiglia non è una creazione dello Stato. Al contrario, si potrebbe con più ragione dire che lo Stato è una creazione, un’amplificazione della famiglia, perché non si concepisce lo Stato senza delle famiglie già esistenti, raggruppate o ingrandite per costituirlo. I diritti della famiglia non vengono dunque per concessione dello Stato, e non è lo Stato che conferisce ad un padre la sua autorità paterna; tutt’al più la riconosce e ne regola l’esercizio. È dunque una menzogna, una grossolana menzogna, dire che i figli appartengano allo stato prima di appartenere ai genitori, e che essi li danno alla luce per conto dello Stato per cui questi ne possa disporre a suo buon grado, a sua volontà e piacimento. Di conseguenza, il principio sul quale si fonda l’educazione obbligatoria è parimenti una menzogna: lo Stato non può obbligare il padre ad allevare suo figlio in questa o quella maniera, o impedirgli di allevarlo a suo gradimento, secondo le regole o le condizioni che gli impone la sua coscienza, in accordo con un’altra Legge più elevata. È dunque una tirannia contro natura, inumana, antisociale ed antireligiosa, pretendere di imporre ai popoli questo modo di considerare l’istituzione domestica nei suoi principi e nei suoi diritti essenziali. – Non è così che la Chiesa l’intende; al contrario, Essa che viene accusata di opprimere tutte le libertà, è in questo, come in tutto il resto, la guardiana zelante dei diritti della vera libertà. Essa insegna che i padri hanno dei figli che vengono loro da Dio, che li ha costituiti padri unicamente allo scopo più nobile di procurare a Se stesso nuovi servitori e nuovi eredi del suo Cielo, ed anche allo scopo di dare alla patria dei buoni ed onesti cittadini. La Chiesa riconosce al padre e alla madre il diritto ed il dovere di allevare i loro figli per questo fine supremo; ma Essa è gelosa dei diritti della libertà naturale, al punto tale che se un padre ed una madre non appartengono per battesimo alla sua giurisdizione, essa si considera impedita nell’intervenire nell’educazione del fanciullo, fino a che egli non abbia raggiunta l’età di agire e pronunziarsi secondo la propria coscienza. È così che è severamente proibito battezzare i figli degli infedeli contro la volontà dei loro genitori, eccetto quando uno di essi almeno sia soggetto alla Chiesa per Battesimo. La Chiesa considera come un attentato contro il diritto naturale l’educazione di un figlio minorenne nella Religione Cristiana contro la volontà espressa di suo padre e di sua madre non battezzati. E più tardi, quando il figlio è giunto alla sua maggiore età, la Chiesa non lo ammette alla professione religiosa senza il permesso dei genitori, quando essi hanno bisogno dei loro figli per sovvenire a qualche loro fabbisogno; e non è che nel caso in cui il rifiuto dei genitori sia assolutamente irragionevole e senza fondamento, o perché questa presunta necessità non esista, che il figlio maggiorenne è ammesso nella Chiesa per abbracciare lo stato religioso senza il permesso dei genitori. Con quale delicatezza quindi la Chiesa rispetta tutti i diritti naturali! Essa li rispetta infinitamente più che il naturalismo, che non è che la contraffazione del vero diritto naturale, come il liberalismo è la contraffazione della vera libertà, ed il razionalismo è la contraffazione di tutto ciò che è veramente ragionevole. Tuttavia, o cecità! Le legislazioni che si sono ispirate a questo principio cristiano, sono chiamate tiranniche ed oppressive della dignità umana; le si accusa di violare i diritti della natura, di profanare il focolaio domestico. E quelle, al contrario, dalla setta massonica, ispirate dal suo grossolano materialismo, sono proclamate libere, nobili, patriottiche, adatte ad elevare il cittadino. È così che si giunge direttamente a questa condizione ignominiosa ed abietta della famiglia, nella quale i figli non sono che una “cosa” della nazione, “carne da macello” a disposizione del capo supremo, se questo si impegna in imprese militari che renderanno il suo nome odioso; “materiale da officine”, se non ha lo spirito militare, ma lo spirito da burocrate, che domina la nazione. È là che ci conduce a passo da gigante la massoneria, man mano che il suo soffio infernale riesce a strapparci alla Chiesa. Essa emancipa l’uomo, è vero, ma strappandolo dal seno e dalle braccia di una Madre tenerissima, e per sottometterlo, mani e piedi legati, al regime della verga, unico scettro che possa convenire per governare una società caduta in sì profonda abiezione.
XIII
Quanto differiscono essenzialmente il massonismo ed il Cattolicesimo nei loro princìpi sulla proprietà.
La proprietà è una delle altre istituzioni fondamentali della società che hanno subito l’azione distruttiva del massonismo. E doveva essere logicamente così: una volta distrutta o considerevolmente alterata la nozione di famiglia, quella della proprietà, che è tanto rassomigliante ad essa, doveva prima o poi avere una sorte analoga. Così il concetto massonico della proprietà, conformemente a ciò che abbiamo visto per il matrimonio, non è né più né meno che la distruzione della proprietà. Il massonismo considera la proprietà non come un diritto naturale dell’uomo, diritto anteriore alla sua condizione di cittadino, ma come una creazione del diritto civile, e pertanto subordinato in tutto alle disposizioni arbitrarie del dio-stato. È così che abbiamo visto lo Stato, per motivi di pura convenienza personale, dichiarare nulla la proprietà sacra appartenente ad una comunità, proprietà che riposa tuttavia sui diritti uguali a quelli della proprietà secolare e privata; ed anche fare delle leggi per la proprietà e ripartirne i carichi, così come per regolarne il godimento e la trasmissione, al punto tale che il proprietario è finito non essere nient’altro che l’amministratore dei suoi beni o una sorta di usufruttuario privilegiato. Tutto questo deriva dalla falsa nozione che si ha di questa verità, la più delicata dopo il matrimonio. Lo stato massonicamente costituito, benché non lo dica chiaramente, viene a costituirsi come il proprietario assoluto di tutti i beni dei cittadini, allo stesso modo di come si considera proprietario di tutti i loro figli. Con questo principio, esso annulla il sacro diritto della proprietà, secondo il suo beneplacito, così come ha distrutto già il diritto della Chiesa e delle comunità per mezzo della disammortizzazione; esso rende inoltre impossibile il libero uso di questa proprietà, uso che è essenziale, per mezzo delle leggi della disaggregazione (o espropiazione): per i più futili motivi, esso spoglia i cittadini contro la loro volontà, come frequentemente si vede oggi, per mezzo della facoltà sì largamente concessa della espropriazione forzata; senza parlare poi dell’arroganza con la quale tratta, come abbiamo costatato, le questioni dell’eredità e della trasmissione delle proprietà. Così lo stato massonico, senza professare apertamente il socialismo, che abbandona quanto alla forma ed al nome, non però quanto al fondo, ai demagoghi della strada e dei clubs; … senza professare, io dico, apertamente il socialismo, lo stato massonico è nel suo spirito, nei suoi fini ed in diversi suoi processi, perfettamente socialista. Si è al punto che se il socialismo puro e senza veli riuscisse un giorno a prevalere nella prassi, esso non avrebbe nulla da inventarsi per impiantare le sue orribili teorie; gli sarebbe sufficiente generalizzare i principi che il criterio massonico e liberale hanno precedentemente stabilito, e dedurne tutte le conseguenze logiche e tutte le applicazioni. – La dottrina del Cattolicesimo sulla proprietà è in assoluta contraddizione con tutto questo. Il Cattolicesimo riconosce la proprietà come un diritto naturale ed inerente alla personalità umana. Secondo il Cattolicesimo, l’uomo è proprietario così come socievole, come uomo, per natura, cioè per volontà espressa di Dio. Così anteriormente a tutte le legislazioni civili, l’uomo era già proprietario, nessuno poteva, ad esempio, spogliarlo del prodotto della sua caccia, o del frutto dell’albero che egli aveva piantato, o dell’opera delle sue mani. Le legislazioni civili non possono dunque spogliare arbitrariamente nessuno della sua proprietà; esse non possono fare altro che garantirne e regolarne l’esercizio, perché il cittadino goda dei suoi beni senza pregiudizio per gli altri. Ma esse non possono strappargli i suoi beni sacri ed inviolabili, come si è fatto nel nostro secolo con tante leggi ingiuste, che non sono, considerandole secondo i princìpi della morale e del diritto, che degli atti di brigantaggio legale. Questa nozione molto elevata della proprietà, deriva, come per l’autorità e la famiglia, dal considerarla non una creazione dell’uomo, bensì una istituzione divina; a questa nozione della proprietà di diritto divino, opposta a quella nozione menzognera della proprietà di diritto umano, il Cattolicesimo ha aggiunto la sanzione del settimo precetto del Decalogo, che più che la proibizione del furto, è in realtà una consacrazione del diritto di proprietà. Questo comandamento difende dal furto e dalla rapina, non solo ai soggetti particolari, ma pure agli Stati ed ai governi; ed è appoggiandosi ad esso che l’Antico Testamento maledice la memoria di questa regina Gezabele che si impadronì della modesta vigna del povero Naboth, e che la Chiesa ci offre nella storia dei suoi Vescovi, la grande figura di san Giovanni Crisostomo che si presenta coraggiosamente alla presenza dell’imperatrice Eudosia per esigere la restituzione di alcune monete ad una vedova sventurata, alla quale questa maestà imperiale le aveva sottratte. È così che la Chiesa intende il diritto di proprietà ed il settimo comandamento. La proprietà di diritto umano o di pura istituzione civile, come la intende e la pratica il massonismo, è sufficiente indicarlo qui, è esposta, relativamente alla sua sicurezza legale, agli stessi rischi e pericoli che abbiamo menzionato parlando del matrimonio. Se la proprietà è una pura creazione del diritto positivo umano, essa è soggetta, come quello, alle variazioni ed alle vicissitudini che possono provenire da un cambio di legislazione. E siccome la legislazione cambierà con il potere legislativo, quando, con qualche colpo di rivoluzione oggi assai probabili, il paese si lascerà imporre una camera legislativa composta da elementi socialisti, formando una maggioranza parlamentare, questa camera potrà votare semplicemente l’abolizione della proprietà, o la sua riorganizzazione secondo l’ideale del collettivismo, o semplicemente la sua ripartizione eguale tra tutti i cittadini, conformemente al sistema comunemente ammesso dai partigiani della teoria socialista. Una camera legalmente costituita può emettere un voto del genere, e nessuno potrà legalmente né impedirlo, né disprezzarlo; e non c’è giurisprudenza al mondo, stante i principi massonici, che possa tacciare questo voto di assurdità: essa deve riconoscere come perfettamente logica, soprattutto se una tale camera socialista ricordi, nelle considerazioni o nei preliminari di una sua legge futura, che una tale abolizione della proprietà non è una cosa nuova, ma che è stata già messa in pratica da alcuni anni, contro la Chiesa, senza il nome di disammortizzazione, e che grazie ad essa, si vedono figurare, come proprietari, un gran numero di coloro che sono oggi i detentori di questi beni. Io lo chiedo al giureconsulto più furbo, cosa si può rimproverare ad una tale legge, ammettendo le teorie massoniche? I poveracci che essa ha spogliato, potranno qualificarla come un attentato odioso e criminale, ma il popolo, la scienza ed il buon senso saranno forzati a chiamarla una legalità! Tale è la conseguenza dell’esclusione dell’idea di Dio dalle umane istituzioni. Non c’è alcuna di questa istituzioni che non resti come sospesa in aria, se gli si toglie il fondamento divino, perché l’ordine sovrannaturale è la condizione indispensabile dell’ordine naturale. Tutto ciò che concerne l’uomo, può, a prima vista, sussistere qualche tempo senza Dio, ma ben presto arriverà il languore e la morte. È così che un albero al quale abbiano tagliato segretamente la principale radice, non vede già nei primi giorni sfiorire i suoi rami; ma infallibilmente non tarderà a vederli disseccare e morire, privi della linfa necessaria. Bisogna inoltre notare che ciò che concerne l’uomo, senza cessare di essere soprannaturale e divino, può essere semplicemente umano, come abbiamo già detto in precedenza, a meno che non divenga francamente satanico. L’uomo non può vivere emancipato e senza avere un maestro, come sogna nel suo insensato orgoglio. Se si detronizza Dio, questo trono lasciato vacante sarà immediatamente occupato dal demonio!
XIV
Dottrina del massonismo e del Cattolicesimo sull’educazione pubblica.
Seguendo il programma che abbiamo tracciato per mettere in rilievo le divergenze essenziali delle dottrine che separano il massonismo dal Cattolicesimo, ci accingiamo a parlare in questo momento dell’educazione, che è uno dei punti sui quali esiste l’opposizione più radicale tra i criteri di ognuno di essi. Il massonismo ed il Cattolicesimo si trovano nello stesso tempo in presenza di un fanciullo ed essi convengono che questo ragazzo, oltre agli alimenti materiali che nutrono il suo corpo, abbia bisogno di un alimento morale che nutra il suo spirito; essi si accordano anche nell’ammettere che l’educazione è necessaria. Il Cattolicesimo vede nel fanciullo un essere che Dio ha creato a sua immagine e somiglianza, ma un essere degradato, corrotto dal peccato originale, che ha fatto nascere in lui una moltitudine di germi che conviene combattere nonché delle cattive inclinazioni che occorre reprimere. È un campo in cui non si può sperare di raccogliere bei fiori o bei frutti se non quando non si sia gettata una buona semenza, che si dovrà irrorare in tempo conveniente, alla quale si attaccheranno costantemente delle erbe cattive da estirpare, in una parola: si dovrà coltiverà con estrema cura. – Se non dovesse essere così, egli non resterà sterile e senza vegetazione, ma produrrà in abbondanza dei frutti velenosi pieni di ogni genere di perversione e di malizia. E queste cure, che consistono nel mostrare a volte tenerezza e talvolta severità verso il bambino, talvolta nell’incoraggiarlo e talvolta nel fargli delle reprimende, costituiscono quella che nel Cattolicesimo si chiama “l’educazione”. Perché queste cure producano dei buoni risultati, la prima nozione da inculcare al fanciullo, è la legge morale, che egli deve rispettare, e la sanzione eterna di questa legge che deve sperare o temere secondo che l’osservi fedelmente o la violi. E siccome egli non può avere legge senza legislatore, né sanzione legale senza giudice che l’applichi, bisogna cominciare ad inculcare allo spirito del fanciullo l’idea di Dio, che è il Legislatore invisibile, la cui autorità dà la sua forza alla legge, ed il giogo che, mediante castighi o ricompense, procura l’osservanza della legge. Così con i consigli, le massime, gli esempi ed i soccorsi del suo organismo divino, che è la Chiesa, il Cattolicesimo crede di possedere il sistema di educazione migliore, il più perfetto ed il più ragionevole, il solo che permetta di dirigere il fanciullo fin dalla prima età, a dominare i suoi affetti ed i suoi sentimenti più intimi. Tale è l’educazione cattolica, basata interamente sull’ordine naturale. – Il massonismo procede in modo ben diverso, secondo il suo criterio grossolanamente naturalista. Esso prende il fanciullo, e comincia ad ingannarsi nell’idea fondamentale che se ne fa: esso lo considera non come un essere viziato dal peccato originale, ma come un essere perfetto, nel pieno possesso di se stesso, ed in tutta l’integrità della sua perfezione morale. Si domanda allora: se il bambino è perfetto e in lui non c’è nulla di vizioso o di sregolato, a cosa gli può essere utile l’educazione? A nulla assolutamente! La dove non c’è da combattere il germe cattivo e le tendenze colpevoli, ciò che si deve desiderare è che l’albero cresca secondo tutta la sua naturale esuberanza, senza che il ferro del giardiniere venga a tagliare alcuni dei suoi rami più rigogliosi. Converrà allora istruirlo, non allevarlo: che egli apprenda le lettere, i logaritmi, la geografia, la fisica, la chimica, la storia, la musica e la ginnastica, perché il maestro non si occupa di formare il cuore. Egli ha così tutto ciò di cui ha bisogno per il suo perfetto sviluppo. E seguendo questo processo, molto logico, dato che si parte dalla negazione del peccato originale, è inutile parlare al fanciullo di Dio o della Religione, e di tutto ciò che vi si riconduce: ecco come logicamente viene giustificato quel che si chiama “l’insegnamento laico”, novità che la massoneria si sforza da alcuni anni di introdurre nel nostro paese. I nostri lettori vedono allora chiaramente in cosa consista la differenza essenziale che passa tra il massonismo ed il Cattolicesimo nel modo di concepire i fondamenti relativi all’educazione? Il semplice buonsenso è sufficiente a portare su questo punto un giudizio imparziale. L’uomo non nasce perfetto, come la massoneria vorrebbe supporre; l’uomo nasce e cresce non con una sviluppo pacifico, ma in mezzo a battaglie penose e continue contro di lui e quasi tutto ciò che lo circonda: l’opera dell’educazione consiste dunque nell’insegnargli a combattere per facilitargli la vittoria. E quali armi gli dà per combattere, quali lezioni gli offre, per affrontare questa lotta, l’educazione laica o senza Dio? Nessuna, assolutamente! Al contrario essa permette che si sviluppino in lui tutti gli istinti cattivi, che sono appunto i principali nemici da combattere, facendogli carezzare oltretutto l’idea di una totale indipendenza che non si accomoda con alcun pensiero di soggezione o di repressione. Essa le lascia aperte con lamentevole temerarietà tutte le vie di uscita attraverso le quali le passioni possono prodursi con foga ed impetuosità, una volta allentate le potenti molle che la Religione sola è in grado di comprimere e regolarne l’esercizio, molle che essa qualifica come insensate superstizioni. Essendo il fanciullo imbevuto di queste idee, ne risulterà necessariamente che, se ha un “sangue vivo”, diventerà una belva feroce; se ha invece un temperamento indolente, sarà un suino di Epicuro, mai un uomo capace di portare sulla sua fronte, non diciamo la nobiltà del cristiano, ma neppure la dignità di un uomo ragionevole.
XV
Cosa pensano il massonismo ed il Cattolicesimo dell’insegnamento ufficiale
Dal momento che il Cattolicesimo ed il massonismo differiscono essenzialmente quando si tratta di precisare e di fissare ciò che si intenda ordinariamente per educazione, si potrà giudicare come ancora più profondo sia l’abisso che li separa nella questione dell’insegnamento. Qui tuttavia c’è un vantaggio: l’opposizione mutua dei due sistemi è più franca e più evidente; qui il velo di copertura non serve e non impedisce di conoscere fin dal primo momento quali siano i nemici contro i quali il Cattolico sincero del nostro tempo debba guardarsi. Il Cattolicesimo ci insegna che ogni insegnamento debba essere subordinato al dogma, per aver con esso una relazione più o meno diretta. La ragione è chiara: ciò che si chiama la scienza, anche nel suo concetto più degno e più elevato, non è ordinariamente la verità certa, bensì la verità presunta, o la verità che si ritiene essere tale, nonostante gli esempi molto frequenti che le teorie più autorizzate ed universalmente accettate, poco tempo dopo sono state annoverate come tra i più celebri paradossi. Essendo lo spirito umano essenzialmente fallibile, non si può avere un’altra idea della verità filosofica o scientifica. Non è così per la verità religiosa, nella sua parte formalmente dogmatica e definita: essa è la verità certa, fissa, oggettiva, indipendente da scoperte del domani o del secolo seguente; la verità una, immutabile, indefettibile, eterna come Dio. È dunque una regola rigorosamente scientifica che la verità puramente presunta ed ipotetica sia subordinata alla verità fissa ed assoluta, che questa sia la pietra di paragone per verificare la verità di quella; che ciò che è conosciuto come certo “a priori”, sia base e guida di cui ci si possa servire per verificare, accettare o rigettare le conoscenze acquisite posteriormente. Ecco perché il Cattolicesimo esige che tutto l’ordine delle conoscenze umane parta da questo principio in cui tutti i suoi insegnamenti dogmatici sono indiscutibili, e bisogna che si resti fedelmente e scrupolosamente attaccati ad essi, senza permettere il minimo scarto, con il pretesto della “libertà”. È così soltanto che si insegna e che si apprende in modo cattolico. In questo sistema, siano rese grazie a Dio! Non arresta in nessuno né è di danno al legittimo slancio dell’intelligenza umana; esso anzi lo favorisce, al contrario dandogli dei principi certi, come lo prova l’esperienza ripetuta centinaia di volte, che mostra in tutti i tempi i geni più sublimi che abbracciano con lo sguardo vasti orizzonti ed estendono il campo delle loro investigazioni, benché il Cattolicesimo esiga da essi questa subordinazione espressa ai suoi dogmi infallibili. Al contrario, per la larghezza di vedute, l’elevazione delle idee, la fecondità delle scoperte, la profondità dei ragionamenti, i figli delle fede hanno potuto in tutti i secoli accettare di essere messi in parallelo con i partigiani del libero pensiero. Essi lo possono ancora oggi, certi che questi ultimi resteranno ben lontano dietro ad essi. L’insegnamento organizzato massonicamente si dichiara in tutto e per tutto, “libero pensiero”. Tale è disgraziatamente quello che oggi si applica in quasi tutti i centri ufficiali, anche nella nostra Spagna. Secondo le dichiarazioni molto serie che abbiamo raccolto con impressione di orrore dalla bocca dei funzionari che malgrado tutto vogliono considerarsi cattolici, il professore è tenuto a chiudersi entro i limiti di una certa prudenza, senza offendere ciò che è legalmente reputato come inviolabile; anche se non si riesce oggi a capire cosa si intenda con questo, tanto sono divenuti labili ed incerti i limiti di questa inviolabilità. La scienza, o ciò che viene spacciato sotto questo nome, è dunque libera, al punto da permettersi ogni specie di arditezze e licenze, ivi compresa quella di insegnare che l’uomo sia nato da un orango-tango perfezionato, o che Dio non è che un puro fantasma della superstizione popolare. Massonicamente parlando, tali sono i diritti della scienza, tali i privilegi dell’insegnamento. E se qualcuno forma così la gioventù, e aggiunge ai suoi insegnamenti i principi della morale calcati sulla teoria del libero amore o sui funesti programmi della liquidazione sociale, non può essere logicamente né rimproverato né impedito. È vero che il massonismo dottrinale e viscido non tollera tali applicazioni del criterio del libero pensiero, ma questo prova soltanto che il massonismo, oltre che falso, è in più incoerente nella sua falsità, cosa che lo rende doppiamente iniquo ed odioso. In effetti, se non si ammette per la scienza il freno del dogma cattolico, perché ammettere quello del governo? Se la Chiesa non ha il diritto di esigere, in nome di Dio, il rispetto di certe verità, con qual diritto il ministro può esigere che si rispettino come inviolabili certi principi o istituzioni sociali? O l’intelligenza umana è libera, nella sua marcia e nei suoi sviluppi, di andare ove gli piacerà o dove non è: se essa è libera, lo è interamente; ed allora che la si lasci andare liberamente e senza alcun ostacolo. Rendiamo più chiara questa verità. Datasi una certa linea, con i principi massonici si può avere l’unica conseguenza della franca proclamazione della libertà confessionale, senza il timbro dell’Università. Ma questo non conviene alla setta, che sa in modo certo che sul terreno della libera concorrenza, sarebbe battuta dall’insegnamento cattolico. Alla setta conviene il monopolio ufficiale, l’insegnamento con l’avallo razionalista dello stato, che si costituisca per questo suo unico depositario e dispensatore legale. È così che si è creato ciò che nessun altro secolo aveva conosciuto, « l’idolo dello stato insegnante », così come abbiamo visto parlando della proprietà, del matrimonio e della patria potestà. Come risultato si ha l’odioso assoggettamento del cittadino al dominio di una tirannia cento e mille volte più ignominiosa di quella che, come si è preteso fraudolentemente, abbia mai oppresso altre volte l’insegnamento sottomesso al nobile Magistero della Chiesa di Dio.
XVI
Cosa pensano il massonismo ed il Cattolicesimo sull’insegnamento ufficiale (…seguito)
La tirannia massonica dello Stato insegnante, di cui abbiamo parlato in precedenza, irrita tanto più quanto più è giustificata e quando viene esercita in una nazione esclusivamente o quasi esclusivamente Cattolica, così com’è per fortuna, la nostra Spagna, al riparo dei sogni della Rivoluzione. Succede così che alla violazione brutale dei diritti della verità religiosa si aggiunge la violazione non meno empia dei diritti dei cittadini, malgrado le continue proteste con le quali lo stato massonico o liberale si dichiari con zelo protettore e guardiano di questi stessi diritti. In effetti chi può negare che i padri di famiglia cattolici, anche coloro che praticamente lasciano a desiderare sotto il rapporto del Cattolicesimo, desiderino tutti per i loro figli l’insegnamento cattolico? Chi può disconoscere che questi padri di famiglia costituiscano ancora oggi la maggioranza, o la quasi totalità dei contribuenti? Tuttavia chi dei nostri lettori si ferma per contemplare con orrore ciò che accade? Che si fermino quindi a contemplare questa infamia, che non ha ancora fissato la loro attenzione: essi pagano l’insegnamento ufficiale, danno i loro soldi ai maestri, sostengono le università, le istituzioni, le scuole normali e primarie; essi sostengono tutto questo con i loro contributi dapprima, e poi con la loro adesione ed i loro nomi iscritti sui registri delle matricole, quando affidano i loro figli a queste istituzioni. Sembrerebbe dunque che pagando l’istruzione che è venduta loro sicuramente a caro prezzo, essi debbano almeno ottenere che sia conforme al loro desiderio ed alla loro volontà. Ma non è affatto così: lo stato vende il “suo” insegnamento, lo vende caro, lo vende con privilegio esclusivo, non permettendo che si consideri valido ciò che non sia di gusto né di colui che lo paga, né di colui che lo riceve, condizione che si considera obbligatoria in ogni contratto di vendita; ma al contrario esso dà questo insegnamento contro la volontà e gli interessi dell’uno e dell’altro, violando così con il suo dispotismo professorale, i diritti del portafoglio, della dignità e della coscienza. Lo Stato insegnante, convertito in un mercato di programmi, li offre in cambio di denaro buono e sonante … dopo averli falsificati ed avvelenati; ed il dio-stato non arrossisce nel praticare ciò che ogni giorno punisce in ogni individuo che altera un commestibile o una bevanda! Ed il padre, il povero padre deve pagare con il suo denaro l’avvelenamento morale di suo figlio, e acconsentire a questo avvelenamento, almeno nel caso in cui voglia fargli abbracciare una carriera: perché lo stato massonico ha tagliato tutti i canali dell’acqua della scienza, obbligando tutti i cittadini a non poter bere se non alla sua sorgente mefitica ed avvelenata, onde ottenere un diploma che metta i loro figli in condizione di entrare in una facoltà o di esercitare una professione. Questa tirannia è simile a quella che utilizzavano negli ultimi tempi della persecuzione contro il Cristianesimo, gli Imperatori romani, quando imponevano degli idoli nei luoghi ove si vendevano i generi di prima necessità, sul mercato pubblico, ed esigevano da ogni cittadino l’adorazione dell’idolo prima di cedergli la carne, il vino o il pane di cui avevano quotidianamente bisogno. È quanto è predetto puntualmente per i tempi dell’anticristo, nell’Apocalisse di San Giovanni, quando si dice che « … verrà un tempo in cui nessuno potrà comprare né vendere, se non è marchiato dal carattere della bestia » cosa che può ben significare la rivoluzione. È così già anche ora con l’insegnamento ufficiale, dispensato unicamente dall’organo e dal sigillo della massoneria: nessuno potrà essere avvocato, medico, ingegnere, etc., se non sia passato sotto il rullo di questa macchina, che ne fa per bene un massone completo, o per lo meno indebolisce il vigore e la forza delle proprie convinzioni cristiane. Lo stato massonico vuole le coscienze, che esso proclama libere, come la moneta che non può circolare senza il marchio del suo conio o del suo punzone. – Che la Chiesa abbia le stesse esigenze per i “suoi”, che dopo tutto sono suoi e “vogliono” esserlo, questo viene indicato come una oppressione dispotica, la servitù del pensiero; che lo stato massonico agisca allo stesso modo verso le intelligenze è invece cosa nobile, generosa, liberale, con questa particolarità nuova: che qui ci si sente oppressi da un processo unico, ci si vede obbligati, con suprema umiliazione, a pagare ed a mettere da se stessi la catena ignominiosa che si deve portare. Così va oggi il mondo, così va nell’Europa, così va, padri cattolici, per i figli di questa nazione cattolica! L’Episcopato e la buona stampa lanciano ogni giorno il loro grido d’allarme, denunciando i discorsi ed i libri che il cattolico paga con il proprio denaro, affinché la massoneria faccia loro servire a strappare la fede alle anime. Che non si dica che noi esageriamo, perché su questo soggetto noi non diciamo che un quarto di ciò che occorrerebbe dire. La rete massonica è una trama sì abilmente ed universalmente ordita in tutta la nazione. Alla scuola primaria, o al collegio, o all’università, non c’è un’anima che non veda esposta la sua fede a cadere in una qualche trama di questa rete. E questo non parlando che dell’insegnamento ufficiale; se noi esaminiamo poi quello che si offre in una moltitudine di atenei, circoli, accademie, biblioteche popolari: quasi tutte, ad eccezioni di quelle che sono francamente cattoliche, sono delle vere succursali del massonismo, i nostri amici vedranno quanto potremmo generalizzare ancor più la nostra proposizione. Riassumendo: satana, sotto il mantello del professore, regna oggi nel mondo ed è la causa dei principali disastri. Non prova questo in modo tanto eloquente che è su questo terreno che tutti i buoni Cattolici devono immediatamente condurre la battaglia principale? [Continua …]