La diversità di opinioni tra i cultori dell’Omeopatia ed i suoi detrattori fin dall’inizio della diffusione del metodo omeopatico, era rimasta confinata sul piano della clinica medica, della ricerca sperimentale, dei risultati terapeutici, delle possibili teorie che possono spiegare i meccanismi di azione, [dall’effetto inverso di Arndt-Schultz, cardine della farmacologia classica, ai salti quantici con emissioni frequenziali, all’informazione dell’acqua, dalla struttura molecolare dell’acqua del Prof. Del Giudice, alla emissione coerente di biofotoni sec F. A. Popp, agli studi dei fisici sovietici, etc. etc.], e le diatribe restavano comunque nell’ambito squisitamente scientifico e delle conoscenze di chimica, fisica, fisiologia medica, farmacologia. Negli ultimi anni, però, una serie di “piccoli scienziati” improvvisati ed infervorati da uno zelo esorcistico antiesoterico di stampo modernista pseudo cattolico [decisamente settario, come l’attuale apostatica falsa “chiesa dell’uomo” postconciliare Vat. II], si è scalmanata nel voler vedere la pagliuzza nell’occhio dell’avversario [non avvedendosi delle travi nei propri], accusando cioè l’omeopatia ed i professionisti che in tutto il mondo la praticano, di costituire una magia moderna l’una, e dei rozzi operatori dell’occulto gli altri, solo perché non ne comprendono principi, metodologia clinica, ed ignorano completamente le ricerche effettuate da professionisti e società mediche di serietà conclamata, in questo essendo sostenuti dai “nemici di Dio e di tutti gli uomini”, che quando scorgono qualcosa che possa aiutare l’umanità sofferente, si scagliano contro di essa con inaudita violenza. Questi nuovi “asini” moderni [senza offesa per gli asini!], non sapendo a cosa appigliarsi per denigrare un metodo terapeutico dai risultati innegabili, forse il primo in assoluto che si sia dato un assetto scientifico con i cosiddetti “proving”, cioè con il testare i possibili rimedi su soggetti sani, riportandone minuziosamente e scrupolosamente [in certi casi anche maniacali] i risultati, hanno iniziato a dire che i rimedi vengono preparati con metodiche nientemeno che … “esoteriche”, con interventi magici, e direttamente ispirati dal demonio in persona, che poi favorirebbe i risultati evidenti che si ottengono [un po’ come dire che l’aspirina ottiene dei risultati perché preparata con la polvere delle ossa dei morti!]. In questo sono appoggiati da fantasmagorici personaggi di pretesa appartenenza al corpo ecclesiastico cattolico, quasi (togliamo il quasi… ) sempre “falsi” preti mai tonsurati e quindi mai validamente consacrati, o vescovi apostati [gli eletti manichei del rito blasfemo montiniano], ed al servizio del “signore dell’universo”, cioè il lucifero-baphomet adorato nelle logge massoniche ed oggi purtroppo anche nei riti quotidiani, di sapore rosacrociano, che hanno soppiantato la santa Messa cattolica di sempre. Ora con questi personaggi, che definire “ignoranti” sarebbe per essi un onore ed un elogio eccessivo, non vogliamo parlare di cose scientifiche, visto che il loro livello è presso a poco quello della scuola dell’infanzia (senza offesa per i bambini … ), ma a causa dei tanti poveri pazienti sedicenti cattolici, ingannati e spaventati dalle terroristiche pubblicazioni che mettono in guardia dal rivolgersi all’omeopatia in quanto pratica magico-esoterica, vogliamo per loro tranquillità ricordare quanto la Santa Madre Chiesa Cattolica, per mezzo dei Santi Padri che, lo ricordiamo solo per inciso a chi eventualmente lo avesse dimenticato o facesse solo finta, è, quale successore di S. Pietro, il dolce Cristo in terra, assistito in materia di fede e di costume dallo Spirito Santo, sono l’espressione più alta della “verità” che la Chiesa stessa ha il compito di propagare infallibilmente vigilando sulle falsità, eresie, e tutto quanto possa danneggiare la vita spirituale e materiale dei fedeli cristiani. La Chiesa, corpo di Cristo [parliamo di quella “vera” ovviamente, non del baraccone da Cinecittà post-conciliabolo Vat. II della setta modernista del Novus Ordo], non può ingannare i suoi fedeli discostandosi anche di un solo millimetro dal deposito della fede insegnata da Gesù Cristo, deposito tramandato nei secoli dagli Apostoli e dai loro successori, conservato gelosamente da tutti i “veri” Papi succedutisi fino a Gregorio XVIII, felicemente regnante anche se costretto all’esilio. Osserviamo allora quale è stato l’atteggiamento dei Papi del XVIII e XIX secolo nei confronti dell’omeopatia, da Gregorio XVI a Pio XII, quelli che hanno potuto esercitare liberamente la loro funzione di Papa, prima dell’eclissi iniziata con Gregorio XVII cardinal Siri, e provvidenzialmente annunciata dalla Santa Vergine Maria nell’apparizione approvata di La Salette. Ci aiutiamo qui riportando stralci di un lavoro storico approfondito del dr. Fernando Piterà di Genova [“Breve storia dello sviluppo dell’Omeopatia in Italia”], la cui serietà professionale e la valenza indiscussa nel campo medico clinico, è tale da far arretrare sul nascere effimere contestazioni da parte di improvvisati “dilettanti allo sbaraglio”, anche se direttori di cattedre universitarie o funzionari di organizzazioni sanitarie e parasanitarie.
RAPPORTI DELL’OMEOPATIA CON LA CHIESA CATTOLICA
Sin dalla prima comparsa in Italia l’Omeopatia incontrò il favore dei movimenti cattolici e del Vaticano. La posizione del Vaticano nei confronti dell’Omeopatia era ben nota anche in Francia. Nel Giornale Omeopatico del 1875 edito a Nîmes, comparve un articolo dei Fratelli Peladan i quali scrivevano: « La Chiesa Romana lascia piena libertà alla scienza, è scritto, finché questa rimane nel campo che le è proprio. Ciò è talmente vero che mai nessuna opinione medica fu oggetto della minima censura. D’altra parte i Papi non hanno mai mostrato quell’odiosa intolleranza che l’aggruppamento degli scienziati sapienti ostinati nella loro routine hanno ostentato uno dopo l’altro contro i medicamenti eroici, contro le riforme farmaceutiche, contro le nuove scoperte, le proprietà dell’Antimonio e quelle della China, le preparazioni spagiriche, la teoria della circolazione del sangue e infine contro l’Omeopatia, la più importante delle novità mediche. Mentre molte Università e molti governi, essendo influenzati dai rappresentanti degli studi ufficiali, rifiutavano l’Omeopatia senza averne nemmeno studiato il nome e impedivano ai successori di Hahnemann di dispensare dei rimedi direttamente e liberamente – condizione indispensabile al successo in ogni località in cui non esiste una Farmacia Omeopatica specializzata, – la Corte di Roma procedeva con grande larghezza di vedute nei confronti del nuovo metodo di guarigione. Tutti quelli che considerano l’Omeopatia come una verità in medicina devono testimoniare a Pio IX tutta la gratitudine che la nostra scuola gli deve per i favori eccezionali che le ha concessi. » – Fu nel 1827 che l’Omeopatia fu introdotta a Roma dal Dottor Kinzel, un austriaco. Il metodo hahnemanniano ottenne in quella città un trionfo completo sugli avversari, cioè i partigiani della vecchia scuola allopatica. Il loro decano, il Dottor Luppi, era riuscito a convincere il Papa che era necessario proibire agli Omeopati la libera distribuzione dei rimedi a Wahle, nativo di Leipzig, omeopata, i cui numerosi e brillanti successi hanno dato alla nuova medicina un’immensa popolarità, fece invano valere i suoi privilegi di straniero e l’influenza di uno dei suoi protettori, il Barone Liedderkerke, Ambasciatore olandese. Ma, nel 1841, sebbene non possedeva nessun titolo accademico regolare, questo Medico ottenne l’autorizzazione di praticare l’Omeopatia negli Stati Pontifici da Sua Santità essendo questi, dopo essersi fatto fare un resoconto del modo in cui gli Hahnemanniani preparano le loro medicine, stato sollecitato da qualche nobile famiglia romana. [quindi il Santo Padre era a corrente per conoscenza diretta del metodo di preparazione dei rimedi – ndr.-]. Da allora Wahle vide crescere notevolmente la cerchia della sua clientela, e il convento dei Gesuiti l’adottò come Medico, concedendogli onorari doppi rispetto a quelli assegnati ai suoi predecessori allopati. Egli, in seguito alle sue energiche proteste contro il divieto di distribuire rimedi e grazie alla protezione di prelati eminenti, riuscì a rendere nulle le severe ordinanze pubblicate in proposito dalla municipalità di Roma e Bologna. Infine, nel 1842, Sua Santità, meglio istruito sul modo di preparazione dei rimedi Omeopatici, revocò in favore dei Medici Omeopatici il divieto di distribuire medicine ai malati [Sua Santità prima di decidersi in tal senso aveva perciò adottato una linea di somma prudenza imponendosi una conoscenza diretta del metodo – ndr. -]. – Per di più, nel 1852, una bolla di Pio IX sanciva, come anche il suo predecessore, il diritto agli ecclesiastici di distribuire delle medicine Omeopatiche in caso di urgenza o in assenza degli uomini dell’Arte. Tale permesso era esteso alle regioni senza medici. Il Dottor Charge di Marsiglia, in seguito agli importanti servizi resi in ospizio religioso durante l’epidemia di colera nel 1849, ha ricevuto dal Santo Padre un’onorificenza del tutto particolare: la Croce di Cavaliere di San Gregorio Magno. Inoltre, il nostro governo, che non ha potuto disconoscere la devozione di questo Medico intrepido, gli ha assegnato la Croce della Legione d’Onore e lo ha innalzato, in seguito, al grado di Commendatore dello stesso ordine. Credo che il Dottor Charge sia il primo Omeopata, per lo meno in Francia, che abbia ricevuto una decorazione pontificia. »
I PONTEFICI E L’OMEOPATIA: PAPA GREGORIO XVI DIFENSORE DELL’OMEOPATIA
Se i Pontefici Leone XII e Pio VIII si erano manifestati sempre favorevoli all’Omeopatia, fu il Papa Gregorio XVI (1831-1846) che si distinse più degli altri a difesa del metodo omeopatico, come si può rilevare dal seguente documento (simile a quello francese precedente -ndr.-): « Il metodo omeopatico ha ottenuto a Roma un trionfo completo sugli avversari partigiani dell’antica scuola. Il decano di questi, Dott. Lupi, era riuscito a persuadere il Papa Gregorio XVI che bisognava interdire agli Omeopatici la libera distribuzione dei rimedi. Il Dott. Wahle, brillante medico omeopatico, i cui numerosi e brillanti successi terapeutici hanno guadagnato all’Omeopatia la popolarità attuale, mise al servizio della causa i suoi privilegi di straniero, e l’influenza di uno dei suoi protettori: l’ambasciatore olandese, il barone di Liederkerke. Il Papa però, meglio informato del metodo di preparazione dei rimedi Omeopatici [vieve ribadito anche in questo caso che il Papa aveva personalmente acquisito informazioni – ndr. -], e sollecitato da qualche nobile famiglia romana, rese a Wahle il diritto di distribuzione. Da allora il nostro compatriota ha visto estendersi considerevolmente il cerchio della sua clientela, e il Convento dei Gesuiti al Gesù l’ha nominato Medico dell’Istituto, accordandogli onorari doppi di quelli già dati al suo predecessore allopatico. » [Estratto del Deutschen Allgemeine Zeitung, n. 827, del 22 Novembre 1844.]. – È dunque Papa Gregorio XVI che autorizza, nel 1841, il Dottor Wahle all’esercizio dell’Omeopatia, sebbene egli non possedesse alcun regolare titolo accademico conferitogli dalle Università Pontificie. Con quel riconoscimento ufficiale di Wahle l’Omeopatia si afferma sempre più, ma il decano dei medici allopatici, il Dottor Lupi, riesce a persuadere Gregorio XVI ad interdire agli Omeopatici la libera distribuzione dei loro medicinali. Dietro questa sordida manovra era evidente non soltanto l’ostilità della scuola allopatica ma anche il palese interesse dei farmacisti. Il Dottor Wahle, nativo di Lipsia, cerca allora di difendere come meglio può l’omeopatia e gli interessi dei colleghi, facendo valere i suoi privilegi di straniero e l’influenza di uno dei suoi protettori, l’Ambasciatore olandese Barone di Liederkerke, nonché quella di numerosi patrizi romani suoi pazienti. Il Papa Gregorio XVI allora si informa più dettagliatamente sul metodo di preparazione dei rimedi Omeopatici ed infine rende giustizia al Dott. Wahle concedendo a lui ed ai suoi colleghi il diritto di distribuire gratuitamente i rimedi Omeopatici ai loro pazienti, rendendo così nulle le vessatorie ordinanze delle Municipalità di Bologna e di Roma che invece lo proibivano. Wahle, inoltre, viene nominato Medico del Convento dei Gesuiti ed ottiene un salario doppio a quello già accordato al suo predecessore. In seguito Papa Gregorio XVI concede la Gran Croce di Cavaliere al Dottor Centamori, intimo amico di Hahnemann, che dedicò tutta la sua vita alla diffusione dell’Omeopatia nello Stato Pontificio. E fa ancora un gesto che certo dovette allarmare notevolmente gli allopatici: con una Bolla accorda agli ecclesiastici l’autorizzazione di somministrare rimedi Omeopatici in casi urgenti in assenza del Medico, e in tutte le località che sono sprovviste di Medici Omeopatici.
PIO IX – LA CATTEDRA DI FILOSOFIA DELLA NATURA
Gregorio XVI non fu l’unico Papa a manifestare interesse per l’Omeopatia. Il suo successore, Pio IX (1846-1878) nomina nel Marzo del 1848, per interessamento del Cardinale Orioli, del Gioberti, del Ventura e del Rosmini, il Prof. Ettore Mengozzi, Medico Omeopatico, alla Cattedra di Filosofia della Natura nell’Università di Roma. Nel 1869 lo stesso Papa affida al Prof. Ladelci la Cattedra di Botanica nell’Università Pontificia di Macerata. – Papa Pio IX insignì di decorazioni e riconoscimenti Medici Omeopatici italiani e stranieri e qui ricordiamo: la Croce di San Gregorio Magno, conferita, nel 1849, al Dottor Charge di Marsiglia per i servizi resi durante l’epidemia di colera in un ospizio religioso; l’Ordine di San Silvestro conferito, nel 1855, al Conte De Guidi in riconoscimento dei suoi meriti di Medico Omeopatico; un breve Apostolico Speciale inviato nel 1847 al Dottor Perrussel, Medico Omeopatico a Parigi; nel 1862 il Dottor Ozanam di Parigi viene insignito dell’Ordine di San Gregorio e, sempre nello stesso anno, un altro Medico Omeopatico di Parigi, il Dottor Tessier, viene nominato Commendatore dell’Ordine di San Gregorio Magno. – « Il 10 Marzo 1848 venne presentata a Papa Mastai dal Cardinale Orioli, a nome dei Professori dell’Università di Roma, mentre già il sommo Gioberti, il Chiarissimo Ventura, l’Illustre Rosmini al medesimo verbalmente avevano fatta la identica commendatizia, la petizione per la nomina del Prof. Ettore Mengozzi, Medico Omeopatico, alla cattedra di Filosofia della Natura nell’Università di Roma. » – « Per la testimonianza dello stesso Cardinale Orioli, il Papa mentre scorreva con l’occhio la Petizione esclamò: “Oh! Il Prof. Mengozzi è già creato Maestro della Romana Università. Non vede, Eminenza, che sono sette i Maestri che lo desiderano?” – E soggiunse: “Dica al nostro Ministro di Pubblica Istruzione Cardinale Vizzardelli che lo munisca della nostra nomina!”. » La Petizione e la Nomina in originale si trovano presso il Notaro Camerale di Roma, Giacomo Gaggiotti; la prima registrata l’anno 1848, Atti Pubblici; la seconda registrata l’anno prima della Repubblica Romana 1849, Atti Privati. – Felice Argenti, Segretario e Cancelliere delle R.C. Apostolica. »
[Una deliberazione del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione sul Libero Insegnamento della Medicina Omeopatica. Memoria del Prof. MENGOZZI, Roma, 1879, Tipografia Altero e C.].
PAPA LEONE XIII GUARITO DALL’OMEOPATIA
Anche Leone XIII (1878-1903), successore di Papa Mastai, fu nettamente a favore dell’Omeopatia e si fece curare dal Dottor Francesco Talianini, che esercitava ad Ascoli, come risulta dalla Rivista Omiopatica, (Anno XXXVIII, n. 3, 1892, pag. 99): “S.S. Papa Leone XIII che investito di lenta affezione tracheale con grave pericolo di vita allorché nell’Accademia Ecclesiastica in Roma addestravasi nelle prove per la futura grandezza, ebbe meravigliosamente ristorata e rinnovata e può ben dirsi la salute. Si che fu indubbiamente merito dell’Omeopatia e del Dott. Talianini se il sapientissimo Pontefice gode di una bene auspicata e provvidenziale longevità.”. – Il Dottor Francesco Talianini nacque a Trevi in Umbria il 21 Maggio 1776 e morì il 13 Ottobre 1857. Si laureò nell’Università della Sapienza di Roma e divenne Assistente nell’Ospedale di San Gallicano. Fu Medico condotto a Trevi, San Severino, Tolentino, Cingoli, Gubbio, Foligno e Ascoli dove fu nominato Membro della Commissione di Sanità. È concordemente ritenuto come uno dei primi Medici Omeopatici italiani. Conobbe l’Omeopatia studiando la Materia Medica Pura sulla traduzione di Romani e la traduzione dell’Organon del Dottor Bernardo Quaranta. Nel 1826 si recò a Napoli dove incontrò il Necker, Romani, De Horatiis e Mauro. Il Dott. Talianini fu il primo ad introdurre l’Omeopatia nello Stato Pontificio, dopo aver constatato a Napoli i successi terapeutici del Romani che pare gli sia stato maestro. In Ascoli rimase celebre la guarigione della Marchesa Vittoria Mosca di Pesaro che riacquistò la vista, grazie alle cure omeopatiche, dopo essere stata tenuta al buio per ben cinque anni dai medici allopatici per una grave affezione agli occhi. La Marchesa visse ancora molti anni dopo tale guarigione. Celebre fu, come già accennato, anche la guarigione di Sua Santità Papa Leone XIII, il quale, “ammalatosi di lenta affezione tracheale, con grave pericolo di vita, allorché nell’Accademia Ecclesiastica in Roma addestravasi nella prova per la futura grandezza, ebbe meravigliosamente ristorata e rinnovata la salute.” (Pompili, Rivista Omeopatica, Ottobre 1892, n. 4). – « Si che fu indubbiamente merito dell’Omeopatia e del Dott. Talianini se il sapientissimo Pontefice gode di una bene auspicata e provvidenziale longevità. » – (Dalla Rivista “La Strenna Spoletina”, del 1892: Una pagina dell’Omeopatia nell’Umbria, del Dott. Gioacchino Pompilj). Per i suoi servigi e l’alta professionalità dimostrata, il Dott. Talianini ebbe in dono dal Vaticano una medaglia d’oro, e continuamente vi era chiamato per consulti. Nel 1830 andò in Inghilterra con il Dottor Romani, al seguito del Principe Doria Pamphili, su invito di Lord Shrewsbury. Anche in Inghilterra egli ebbe molto successo e fu nominato Membro di varie Accademie.
SUA SANTITÀ PIO XII CURATO DALL’ARCHIATRA OMEOPATA
Anche, Sua Santità Papa Pio XII fu un convinto difensore dell’Omeopatia. Si legge infatti nell’Europeo del 16 Luglio 1947: “Il primo curante è Galeazzi–Lisi. Segue il metodo Omeopatico e lo applica al Papa Pio XII ”. È doveroso ricordare che questo stimabile clinico specialista, divenuto in seguito Archiatra Pontificio, fece molto per la causa Omeopatica ai tempi del C.O.R. (Centro Omeopatico Romano). La sua opera venne molto apprezzata da tutti gli Omeopati italiani. – Con tanti riconoscimenti ufficiali, la vita dell’Omeopatia nello Stato Pontificio non fu così difficile come in altre regioni d’Italia. Dopo un primo tentativo di ostacolare la libera distribuzione dei rimedi Omeopatici, fortunatamente superato grazie all’intervento di Papa Gregorio XVI nel 1842, per alcuni anni lo Stato Pontificio non si occupò più giuridicamente dell’Omeopatia. I Medici Omeopati poterono così distribuire gratuitamente i loro medicinali e non subiranno più denuncie e polemiche. – Con l’andar degli anni il numero dei Medici Omeopatici crebbe però al punto che lo Stato non poteva più restare indifferente di fronte alla quantità, sempre maggiore, di ricette mediche che passavano incontrollate direttamente dalle mani del Medico a quelle del paziente. Basandosi sul fatto che la precedente legge permetteva ai Medici Omeopatici di distribuire gratuitamente i rimedi omeopatici là dove non vi era una farmacia omeopatica, un Decreto Ministeriale Notificato il 15 Novembre 1856, (n° 53196, sull’ordinamento delle Farmacie nello Stato Pontificio) ordinava l’apertura di Farmacie Omeopatiche esclusive a Roma e in Provincia. Così là dove vi era una Farmacia Omeopatica, i Medici non potevano più distribuire gratuitamente i loro medicinali, senza incorrere nei rigori della legge.
L’OMEOPATIA ALL’OPERA PIA COTTOLENGO NELLE PAROLE DEL CHIRURGO LORENZO GRANETTI, AMICO DEL SANTO
Il Dottor Lorenzo Granetti racconta come divenne Medico Omeopatico: “Anch’io pensava come pensa la maggior parte dei medici allopatici sul merito di questa scienza; anch’io nutrii per gran tempo gli stessi pregiudizi, la medesima incredulità all’annunzio del principio hahnemanniano, Similia Similibus Curentur, quando ancora era digiuno della nuova dottrina e dei suoi risultamenti, e sentiva d’essere fondata sul principio opposto all’abituale ed invecchiato assioma – Contraria Contrriis – quantunque persone degnissime di fede mi raccontassero con entusiasmo molti casi di guarigione press’a poco miracolose.” (Giornale di Medicina Omiopatica, n. 1, 1848, pp. 155 e segg.). Queste “storie sorprendenti” lo indussero a sperimentare l’Omeopatia nella clinica chirurgica. Abbandonò salassi e sanguisughe e scelse per il trattamento Omeopatico i casi più difficili e, consigliato e guidato in principio da Omeopati esperti, ottenne anch’egli guarigioni sorprendenti. – “Io sarò eternamente riconoscente ad alcuni medici insigni di questa Capitale, che mi indussero a studiare ed a sperimentare l’Omeopatia, e ad osservare ed impiegare l’Aconito nelle febbri infiammatorie; l’Arnica nelle malattie traumatiche; la Tuja nella sicosi, il Solfo nella psora, ecc.; e difatti sono ormai più di dieci anni che nella mia vasta clinica all’Opera Pia Cottolengo, in grazia dell’Arnica, dell’Aconito, ecc. un caso solo io non posso contare d’averlo perduto. Io mi chiamerei pago se i miei colleghi, già benemeriti della Patria per i loro incessanti e gloriosi servizi resi, e che tuttora scientemente e con somma singolarità rendono ai nostri prodi difensori della Patria e della libertà italiana, prestassero attenzione all’azione specifica ed elettiva dell’Arnica, perché sarebbero meglio coronate le loro fatiche e più presto guarirebbero i loro feriti.”. Dottor Lorenzo GRANETTI, Chirurgo Direttore dell’Ospedale Cottolengo a Torino de La Medicina specifica applicata in particolare al trattamento delle lesioni organiche risultanti da violenza di corpi meccanici, massime dei proiettili di guerra. Dissertazione dedicata al prode e valoroso Esercito Piemontese. Torino, Tipografia di Enrico Mussano, 1848, pag. 8, 10. – Nel 1851 partecipò a Parigi al Congresso di Medicina Omeopatica. Nel 1855 fu nominato Medico di Re Carlo Alberto e di Casa Savoia. Fu intimo amico del Santo Giuseppe Cottolengo e Direttore Chirurgo dell’Opera Pia Cottolengo. Ebbe il coraggio di esercitare apertamente l’Omeopatia nell’Ospedale del Cottolengo in un momento particolarmente difficile. I risultati furono superiori ad ogni aspettativa e le reazioni nel campo avverso furono così numerose e violente che il Granetti fu nominato Direttore delle Terme di Acqui ed allontanato dall’Ospedale. Nel 1858 era Direttore dell’Istituto dello Spirito Santo di Nizza. Ebbe una vivace polemica con il Dott. Borelli, direttore della Gazzetta Medica Italiana. Moriva a Torino il 5 Settembre 1871.
LE CONDOTTE OMEOPATICHE NELLO STATO PONTIFICIO
Con la creazione delle Condotte Omeopatiche nello Stato Pontificio la legge implicitamente riconosceva l’Omeopatia. La prima Condotta Omeopatica ad essere istituita fu a Bevagna, in Umbria, ma il Dott. Giuseppe Bonino precisa che fu per lui il primo ad avere la prima Condotta Omeopatica perché accettò la Condotta Sanitaria in due Comuni, cioè Villar Perosa nel 1859 e nell’anno successivo a Pinasca… inotre a Montedoro in Sicilia fin dal 1862 fu istituita una Condotta Omiopatica, occupata dal Dott. Pappalardo, cui più tardi si è associato il Dott. Stonaci. (Ricordo Cronografico dell’Omeopatia in Italia, l’Omiopatia in Italia, Agosto 1907). Il Dottor Agostino Mattoli si era prodigato per anni a favore della popolazione curando i concittadini sempre omeopaticamente finché, come riconoscimento ufficiale della sua opera, fu unanimemente deliberata, il 22 Aprile 1869, nello stesso giorno del suo decesso, l’istituzione di una Condotta Omeopatica. Il 20 Dicembre 1869 (visto del 9 Luglio 1869, n. 821, della R. Sottoprefettura del Circondario) si apre così il concorso alla prima Condotta Medica Omeopatica. I concorrenti erano tre ed il vincitore, con unanime consenso, fu il Dottor Vincenzo Massimi di Teramo. Per tale avvenimento vi furono molte polemiche, specialmente ad opera del Dottor Agostino Bertani (Gazzetta Medica Italiana Lombarda, n. 3, pag. 23-24), in quanto si riteneva un sopruso da parte del Municipio di Bevagna l’imporre ai cittadini di curarsi Omeopaticamente. Tutto fu messo a tacere quando si rese noto che contemporaneamente esisteva anche una Condotta Allopatica, affatto soppressa, e che i cittadini avevano la più ampia libertà di scelta. Con il tempo la Condotta Omeopatica di Bevagna fu eliminata per il motivo, si dice, che fu impossibile trovare un successore poiché il trattamento economico era troppo esiguo e inadeguato. Il 31 Ottobre 1875 anche il Consiglio Municipale di Piperno delibera con voto unanime l’istituzione di una Condotta Medica Omeopatica, affidata al Dottor Pasi, che la tenne fino alla sua morte, avvenuta nel 1878. – Ugualmente il Dottor Carlo Berretti tenne, per 27 anni, la Condotta Medica di Paliano, fino al 1875, anno della sua morte. – Ma non sempre la situazione si risolveva in favore dell’Omeopatia e molte proposte di istituire Condotte Omeopatiche furono bocciate. Il Placci racconta infatti a proposito di una Condotta nello Stato Pontificio dove già esistevano una Farmacia ed un Medico Omeopatico. Accettando condizioni economiche più favorevoli, questo medico si trasferì in una città vicina. Rimasta la Condotta scoperta, fu bandito un concorso nel quale si esigeva espressamente che il Medico fosse perfettamente istruito nella teoria e nella pratica Omeopatica. Ma il bando fu bocciato dal Consiglio Provinciale di Sanità e gli abitanti del luogo furono costretti a ritornare alle sanguisughe, ai vescicamenti, ai cauteri, ai setoni, ai purganti, agli emetici della scuola allopatica (Giornale di Medicina Omiopatica, anno IV, 1847, Vol. XII, pag. 135).
RICONOSCIMENTI E ONORIFICENZE VATICANE CONCESSE A MEDICI OMEOPATICI:
Ripetiamo in uno schema riassuntivo alcune informazioni già ricordate in precedenza: “nel 1841 il Dott. Wahle ottiene da Papa Gregorio XVI il diritto ai Medici Omeopatici di distribuire gratuitamente i farmaci omeopatici ai pazienti rendendo così nulle le vessatorie ordinanze delle Municipalità di Bologna e di Roma che invece lo proibivano. Wahle, inoltre, viene nominato Medico del Convento dei Gesuiti ed ottiene un salario doppio a quello già accordato al suo predecessore. – Papa Gregorio XVI concede la Gran Croce di Cavaliere al Dott. Centamori, intimo amico di Hahnemann, che dedicò tutta la sua vita alla diffusione dell’Omeopatia nello Stato Pontificio. – Papa Gregorio XVI con una Bolla accorda agli ecclesiastici l’autorizzazione di somministrare rimedi Omeopatici in casi urgenti in assenza del Medico, e in tutte le località che sono sprovviste di Medici Omeopatici. – Nel 1847 Sua Santità nominò il Dott. Tessier, Medico Omeopata che introdusse l’omeopatia negli ospedali di Parigi, Commendatore dell’Ordine di S. Gregorio il Grande. – Nel 1849 Pio IX conferisce al Dott. Charge di Marsiglia, la Croce di Cavaliere di San Gregorio il Grande per gli importanti servizi resi in ospizio religioso durante l’epidemia di colera nel 1849. – Nel 1847 Pio IX invia un breve Apostolico Speciale al Dottor Perrussel, Medico Omeopatico a Parigi; – Nel Marzo del 1848, Pio IX nomina il Prof. Ettore Mengozzi, Medico Omeopatico, alla Cattedra di Filosofia della Natura nell’Università di Roma. – Nel 1855 Pio IX conferisce l’Ordine di San Silvestro al Conte de Guidi in riconoscimento dei suoi grandi meriti di Medico Omeopatico; – Nel 1862 Sua Santità Pio IX conferì le insegne dell’Ordine di S. Gregorio Magno al Dott. Ozanam, medico omeopatico a Parigi, fratello del Beato Federico Ozanam. – Nel 1869 lo stesso Papa Pio IX affida al Ladelci la Cattedra di Botanica nell’Università Pontificia di Macerata. – Per i suoi servigi e l’alta professionalità dimostrata nel curare e guarire Papa Leone XIII, il Dott. Talianini ebbe in dono dal Vaticano una medaglia d’oro, e continuamente vi era chiamato per consulti. – Nel 1947 il primo medico curante di Papa Pio XII è il Dottor Galeazzi–Lisi, medico omeopata. È doveroso ricordare che questo stimabile clinico specialista divenne infatti Archiatra Pontificio e applicava con successo il metodo omeopatico al Papa Pio XII. [In verità ci sono diverse perplessità e dubbi sull’operato di Galeazzo-Lisi, in particolare durante la malattia terminale e la morte del Pontefice!-ndr.-] – Verso la metà del secolo XIX cominciano a intravedersi i segnali, che porteranno ad una fase di declino dell’Omeopatia italiana che si prolungherà per alcuni decenni. In Italia l’Omeopatia, essendosi legata ai movimenti cattolici popolari, con l’aperto consenso delle gerarchie ecclesiastiche che favorivano tutto ciò che poteva contrapporsi al materialismo illuminista, è destinata a pagare un caro prezzo. Ben presto infatti il Prof. Ettore Giovanni Mengozzi, dovette abbandonare la Cattedra di Omeopatia presso l’Università romana, assegnatagli nel 1848 da Pio IX, per il precipitare degli eventi. Le successive vicende storiche e politiche [determinate dalle logge massoniche -ndr. -] che porteranno all’unità d’Italia, saranno realizzate contro il Cattolicesimo e l’Omeopatia italiana, essendosi troppo schierata con quest’ultimo, non poteva che essere emarginata nel nuovo clima culturale che si andava configurando. Si instraurava il regime della massoneria imperante, come al giorno d’oggi, che non si fa scrupolo di utilizzare ogni mezzo, anche il più ridicolo, come l’accusa di “stregoneria”, “magia moderna” o esoterismo, essi che adorano il baphomet, per contrastare l’espansione del metodo omeopatico, che allevierebbe le sofferenze di tanti malati costretti a curarsi “legalmente” e senza risultati con ferro [interventi chirurgici mutilanti ed inutili], fuoco [le famigerate radioterapie] e veleno [chemioterapie tossiche]. – È evidente quindi che, allora come oggi, dietro il movimento anti-omeopatia c’è la “longa” mano delle logge, braccio operante e tentacolo della piovra nemica di Dio e di tutti gli uomini, di coloro cioè che hanno per padre il diavolo. I maggiori detrattori in Italia ad esempio, sono noti frequentatori delle logge che in cambio hanno permesso loro rapide e brillanti carriere, e sono gli stessi che si sperticano al contrario nelle lodi dell’evoluzionismo e della psicanalisi, basate su teorie assurde e mai provate [-ndr.-]. Pertanto stiano sicuri i cultori e gli utilizzatori dell’omeopatia, metodica dichiarata dalla “vera” Chiesa di Cristo utile e benemerita, e cerchino caso mai di evitare pittoreschi operatori sanitari che utilizzano impropriamente l’omeopatia in associazione estemporanea con metodi dichiaratamente anticristiani, e quindi suggeriti dal nemico infernale … medicina cinese, yoga, meditazioni orientali ed occidentali, antroposofia, magnetismo e mesmerismo, psicoanalisi gnostico-cabalista, e via di seguito.