SIMEONE VESCOVO E MARTIRE
18 FEBBRAIO.
Narra una pia leggenda che S. Simeone fosse figlio di una cugina della S. Madonna. Quello che è certo, si è che era cugino del Signore, secondo la testimonianza del S. Vangelo, e compreso fra quelli che sono chiamati « Fratelli di Gesù » (Matth. XIII, 55). – Nacque otto o nove anni prima di Gesù Cristo e non può dubitarsi che ben presto lo seguisse assieme ai suoi genitori. Divenne poi discepolo fedele nella sua vita pubblica, e si dedicò con ardore alla predicazione. Il dì di Pentecoste anch’egli ebbe l’inestimabile fortuna di trovarsi presente nel Cenacolo con Maria e gli altri Apostoli a ricevere lo Spirito Santo. – Quando nel 62 i giudei ebbero ucciso San Giacomo suo fratello, primo Vescovo di Gerusalemme, egli vi fu eletto per unanime consenso degli Apostoli e dei discepoli riuniti per l’elezione. – Sotto il suo Episcopato i Romani, stanchi delle continue insurrezioni dei giudei, deliberarono di distruggere la città. Fu allora che il Signore avvertì i pochi cristiani d’uscire di città col proprio pastore. Docili al miracoloso avviso, essi partirono e si recarono a Pella, piccola città posta al di là del Giordano. L’anno 66 infatti, Vespasiano assediò la città e la distrusse. Ma appena le orde romane abbandonarono la città distrutta, i fedeli ripassarono il Giordano ed andarono ad abitare fra quelle rovine e in tal modo rifiorì in breve la Chiesa. – Il Signore poi con miracoli la glorificò e lo zelo di S. Simone si raddoppiò sì che una gran parte di giudei passarono alla nuova religione, unica e vera. Le conversioni, dopo d allora si moltiplicarono ogni giorno riempiendo di santa letizia il cuore dell’ormai vegliardo vescovo. – Ma quella canizie venne presto turbata dal sorgere di due eresie: quella dei Nazareni e quella degli Ebioniti. – Quelli ritenevano che Cristo non fosse vero Dio; questi aggiungevano ancora che certi peccati, anche gravi erano leciti. – Intanto Traiano aveva emanato un editto di ricerca e seguente condanna a morte dei discendenti del Re Davide, perché erano troppo turbolenti e perché troppo spesso insorgevano. – S. Simeone, che già era sfuggito alle ricerche di Vespasiano, imperatore precedente, questa volta fu accusato dagli eretici e dagli stessi giudei. Arrestato per parecchi giorni fu torturato da crudeli tormenti, destando stupore negli stessi persecutori per la sua coraggiosa resistenza. Lusingato da certuni a rinunziare alla religione cristiana, egli rispondeva: — Oh, stolti che siete! Per quattro giorni di cui potrei allungare la mia vecchiaia, dovrò prepararmi un’eternità di tormenti? Ah, non sarà mai! Dopo tanti supplizi fu crocifisso come il suo divin Maestro e questo egli stimò grande grazia, onore e premio. – Era l’anno 106; contava 120 anni di vita ed era l’ultimo superstite dei discepoli del Signore.
PRATICA. — Varrebbe nulla essere anche cugini del Signore, se poi non stessimo ai suoi insegnamenti, se non seguissimo i suoi esempi, se non usassimo dei SS. Sacramenti da Lui istituiti a nostra santificazione! Per farci santi, questo basta.
PREGHIERA. — Riguarda, Dio onnipotente, alla nostra debolezza: e perché il peso del nostro mal operato è grave, ci protegga la gloriosa intercessione del tuo beato Vescovo e Martire Simeone. Così sia.