Papa SILVERIO e Papa Gregorio XVII
SILVERIO PAPA E MARTIRE 20 GIUGNO.
[da: I Santi, per ogni giorno dell’anno. Soc. S. Paolo, Roma 1933]
Quando l’aprile 536, moriva Papa S. Agapito, succedeva in Roma l’anarchia e già si prevedeva, a sola vista umana, difficile l’elezione d’un successore. Ma l’elezione del Papa è opera dello Spirito Santo ed ecco, all’annuncio del novello Papa, nella persona di Silverio, rifarsi la bonaccia. – Nella politica intanto avvenivano rovesci per l’Italia meridionale: Belisario, generale degli eserciti di Giustiniano, occupava la Sicilia e l’anno dopo il napoletano; poscia si spinse su, su, fino all’occupazione di Roma. Teodora, moglie di Giustiniano Imperatore, seguace dell’eresia di Eutiche, approfittò dell’occupazione di Roma per cercare di ottenere dal Papa che fosse ristabilito Antimo, della sua setta, nella sede episcopale di Costantinopoli. – Belisario, cui fu affidata l’impresa, si presentò al Papa ed espose la sua domanda. Questi però si oppose energicamente: — “Non possumus!” – Non possiamo affidare le pecorelle redente dal sangue, di Cristo, ad un eretico. Ne potrà andar la vita: non importa. Sta scritto nei Vangeli che il buon pastore dà la sua vita per le pecorelle, e noi la daremo se sarà necessario: il Signore è il nostro aiuto ed il nostro sostegno! Dopo altre inutili preghiere, minacele e promesse, Belisario se ne ritornò alla Regina. – Per segreta intesa dei due iniqui, si sparsero calunnie d’ogni sorta contro il santo Pontefice e non mancarono i falsi testimoni. – Condotto dinanzi alla regina lo spogliarono degli abiti pontificali e lo vestirono da semplice monaco; poscia su d’una nave lo relegarono a Pàtara nell’Asia Minore. – AI popolo poi, nel quale già si sentivano i sintomi d’una sollevazione per il malcontento suscitato da questo fatto, si fece credere ch’egli spontaneamente aveva chieste comunicazione col popolo, non poteva palesare la verità. – A Patara, dove sbarcò, fu accolto con grande stima dal vescovo e n’ebbe da questi promessa d’un ricorso a Giustiniano, il quale godeva stima di cristiano e dal quale perciò si sperava giustizia. – Dapprima egli si mostrò dispiacente del fatto e mostrò volontà di adoprarsi onde il Papa fosse rimesso nella sua sede. Giunse anche persino ad ordinare che fosse ricondotto a Roma ma poi, lasciatosi influenzare dalla moglie e dagli eutichiani, accondiscese vilmente che fosse relegato nell’isola di Ponza del gruppo delle Pontine. – In relegazione il santo Pontefice ebbe a soffrire grandi dolori, sete, fame, umiliazioni; ma sempre stette forte nei suoi doveri di cristiano e di Pontefice. – Egli coronò dell’aureola dei martiri la sua vita che, quanto fu poco attiva per la lunga prigionia, altrettanto fu proficua. Perché è sempre vero, e più tangibilmente vero a questi tempi, l’aforisma di Tertulliano: “Sanguis Martyrum semen Christianorum”: il sangue dei Martiri è semenza di cristiani. – Morì abbandonato da tutti il 20 giugno del 538.
# # # #
Quante affinità con Gregorio XVII, Cardinal Siri, indicato già come suo successore da Pio XII ed eletto Papa all’unanimità nel conclave del 1958 e subito destituito dai “poteri forti” che manovravano i marrani della “quinta colonna” infiltrati nel conclave e nella Chiesa, con minacce di ogni genere, non escluso l’impiego di armi atomiche. Il Santo Padre fu esiliato così nella sua Genova, costretto a fingere una carica arcivescovile, senza poter esercitare il suo “vero” mandato Apostolico atteso ed accettato, al quale lo aveva designato lo Spirito Santo, dovendo subire ed assistere alle imposizioni sacrileghe degli usurpanti occupanti il soglio di Pietro, come da profezie mariane, che mandavano al massacro [si fueri potest] la Chiesa di Cristo, minandola dal suo interno e propagando perniciose eresie, sempre protetti dai “poteri forti”, braccio operativo di satana. Sofferenza dell’anima vissuta per ben 31 anni, quella di Gregorio XVII, che amava la Chiesa di Cristo al di sopra di ogni altro bene, donando tutto se stesso, in uno stato di sorveglianza continua e totale isolamento pratico, offerto come sofferenza al Gesù del Getsemani, prima di essere stroncato dalle “goccine” di digitale e probabilmente da aqua tofana: martirio nel quale aveva profuso sangue spirituale accomunandosi a Gesù nella Passione dell’orto degli ulivi, passione durata oltre trent’anni in un lento stillicidio offerto per la salvezza della Chiesa e dei suoi veri fedeli. Ma il Signore scrive dritto sulle righe contorte, a dimostrazione della sua potenza che si irride dei vani disegni dell’uomo, anche di quelli che possono utilizzare le armi atomiche ed i mezzi di comunicazione di massa, pensando così di essere arbitri delle sorti del mondo … “irridebit eos Dominus”, ed ha utilizzato questo mezzo per perpetuare la successione Apostolica nella sua Chiesa, fedele all’impegno evangelico di essere alla guida della sua Chiesa fino all’ultimo giorno del mondo, con una serie ininterrotta di suoi Vicari. Che Papa S. Silverio, uno dei Papi esiliati della storia, esaudisca le nostre preghiere ed interceda affinché la Santa Chiesa Cattolica possa essere liberata finalmente dai lacci degli empi e mostri orgogliosa e visibile a tutti, dai sotterranei in cui è costretto, il Sommo Pontefice “vero”, il Santo Padre, il Vicario di Cristo. Amen!