Re delle nazioni.

 Re delle nazioni.

[Dom P. Gueranger]

Cristo Re

   Aspettando la conclusione finale dei destini dell’umano genere, Gesù oggi riceve anche dal Padre l’investitura visibile del potere legale su tutte le nazioni della terra. Avendoci riscattati col prezzo del suo sangue, noi Gli apparteniamo; che Egli, dunque, d’ora in avanti sia il nostro Signore. E lo è infatti, ed il suo titolo è quello di Re dei re e Signore dei signori (Apoc. XIX, 16). I sovrani della terra non regnano legittimamente che per Lui e non per la forza, o in virtù di un preteso fatto sociale, la cui sanzione non sarebbe che di quaggiù. I popoli non appartengono a loro stessi: sono suoi. La sua legge non si discute; deve librarsi al disopra di tutte le leggi umane, quale loro regola e loro padrona: « A che prò cospirano le genti e le nazioni brontolano vanamente? Insorgono i re della terra e i principi congiurano insieme contro Dio e contro il suo Messia: “spezziamo i loro legami e scotiamo da noi le loro catene” » (Ps. II, 1-3). Inutili sforzi! poiché, come ci dice l’Apostolo, «è necessario che egli regni finché non abbia posto sotto i suoi piedi tutti i suoi nemici » (I Cor. XV, 25), finché non apparisca una seconda volta per abbattere la potenza di Satana e l’orgoglio degli uomini.

Così dunque il Figlio dell’uomo, incoronato nella sua Ascensione, dovrà regnare sul mondo finché egli ritorni. Ma, direte voi, regna dunque in un tempo in cui i principi confessano che l’autorità é venuta loro da un mandato dei popoli; in cui i popoli stessi, sedotti da quel prestigio che chiamano libertà, hanno perduto financo il senso dell’autorità? Sì, Egli regna, ma nella giustizia, visto che gli uomini hanno tenuto in disprezzo l’essere guidati per mezzo della bontà. Essi hanno scancellato la sua legge dai loro codici, hanno accordato il diritto di cittadinanza all’errore ed alla bestemmia; allora egli li ha abbandonati al loro senso assurdo e menzognero. Presso di essi, quel potere effimero che la santa unzione non rende più sacro, sfugge ad ogni momento da quelle mani che si sforzano di trattenerlo; e quando i popoli, dopo essere precipitati negli abissi dell’anarchia, cercano di ricostruirlo, sarà per vederlo crollare di nuovo, perché principi e popolo vogliono tenersi fuori del dominio del Figlio dell’uomo. E sarà sempre così, finché principi e popoli, stanchi della loro impotenza, Lo richiameranno per regnare su di essi; finché non abbiano ripreso quella divisa dei loro padri:

  Cristo vince! Cristo regna! Cristo comanda!

Si degni Cristo di preservare il suo popolo da ogni disgrazia»!

In questo giorno della tua incoronazione, ricevi dunque gli omaggi dei fedeli, o nostro Re, nostro Signore, e nostro Giudice! Noi che, per i peccati, fummo causa delle umiliazioni e delle sofferenze avute durante il corso della tua vita mortale, ci uniamo alle acclamazioni che gli spiriti celesti Ti tributarono nel momento in cui il diadema reale fu posto sul tuo Capo divino. Noi non possiamo che intravedere i tuoi splendori; ma lo Spirito Santo che ci hai promesso finirà di rivelarci tutto ciò che possiamo sapere quaggiù sul tuo sovrano potere, di cui vogliamo essere, per sempre, sudditi umili e fedeli.

La persecuzione contro i discepoli di Cristo.

 

La persecuzione contro i discepoli di Cristo.

[da: “I sermoni di S. Antonio di Padova”]

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“Vi ho detto queste cose perché non vi scandalizziate. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi verrà l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E vi faranno ciò perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma Io vi ho detto queste cose perché quando giungerà la loro ora, vi ricordiate che ve ne ho parlato.” (Gv. XVI, 1-4), e poiché i dardi che si prevedono feriscono di meno (S. Gregorio), per questo il Signore ha prevenuto i suoi soldati affinché, contrapponendo ai dardi della persecuzione lo scudo della pazienza, non si scandalizzino quando si imbatteranno nel momento della prova. “Vi ho detto queste cose perché non vi scandalizziate”. Io, Verbo del Padre, da cui dovete prendere esempio di pazienza, parlo a voi affinché non vi scandalizziate.

Chi si scandalizza nel momento della persecuzione, con lo scandalo della sua impazienza si separa dai discepoli di Cristo: “Vi scacceranno dalle loro sinagoghe”. Infatti, dice Giovanni “I giudei avevano già stabilito che se uno avesse riconosciuto il Cristo, sarebbe stato espulso dalla sinagoga” (Gv. IX, 22).

Cristo dice: “Io sono la verità” (Gv.XIV,6), chi predica la verità professa Cristo. Chi invece nella predicazione tace la verità, rinnega Cristo. “La verità genera l’odio” (Terenzio), e quindi alcuni per non cadere nell’odio di certe persone, si coprono la bocca con il manto del silenzio. Se predicassero la verità, se dicessero le cose come stanno, come la stessa verità esige e come la sacra Scrittura espressamente comanda, incorrerebbero nell’odio dei carnali, e forse questi li scaccerebbero dalla loro sinagoga, siccome si regolano secondo l’esempio degli uomini, temono lo scandalo degli uomini, mentre non è lecito rinunciare alla verità per timore dello scandalo.

E infatti i discepoli dissero a Gesù: “Sai che i farisei, sentita questa parola, si sono scandalizzati? Allora Gesù rispose: “Ogni albero che non è stato piantato dal Padre mio celeste, sarà sradicato. Lasciateli perdere: sono ciechi e guide di ciechi” (Mt. XV, 12-14).

O predicatori ciechi, poiché temete lo scandalo dei ciechi, per questo cadete nella cecità dell’anima! Questi fanno con voi ciò che fa la vacca selvatica con il cacciatore. Si legge nella Storia Naturale che la vacca selvatica lancia da lontano il suo sterco contro il cacciatore che la insegue e lo colpisce: il cacciatore viene così trattenuto e ritardato, ed intanto essa fugge. Sicuramente fanno oggi così anche alcuni prelati, vacche grasse sul monte di Samaria (cf. Am. IV , 1), “vacche belle e molto grasse che pascolano in luoghi paludosi” (cf. Gen XLI, 2), le quali al cacciatore, cioè al predicatore, lanciano lo sterco delle cose temporali per sfuggire alle sue rampogne. Leggiamo infatti nell’Ecclesiastico “Il pigro sarà lapidato con sassi infangati» (Eccli. XX,1) . E il Signore dice, per bocca di Isaia: «Susciterò contro di loro i Medi», cioè dei predicatori, “che non cerchino l’argento, né bramino l’oro, affinché uccidano con le frecce i loro pargoli», cioè gli amatori del mondo con le frecce della santa predicazione (Is XIII, 17-18).