FESTA DELLA NATIVITA’ DELLA SANTA VERGINE

J.-J. Gaume: Catechismo di preseveranza; vol. IV- Torino 1881]

Origine di questa festa. – Se la Chiesa Cattolica celebra con tanta gioia e magnificenza l’Assunzione di Maria, perché mai non avrebbe dovuto consacrare con una festa solenne la gloriosa sua nascita? Agli 8 di settembre ella aduna i fedeli attorno alla culla della beata fanciulletta. Giusta i computi più esatti e le più autorevoli tradizioni, Maria nacque in Nazareth, sotto il Regno di Erode, allora quando questo empio principe era tutto inteso a distruggere la stirpe reale di Davide, a fine di rendere impossibile l’adempimento delle profezie che annunziavano come il Salvatore del mondo sarebbe uscito dalla famiglia di Jesse. Ciò dunque avvenne l’anno 22 del regno di Augusto, sotto il consolato di Marco Druso Livio e di Quinto Calpurnio Pisone; e per conseguenza l’anno di Roma 738. La sua nascita ebbe luogo li 8 di settembre, come si raccoglie dalle autorità menzionate, né fu senza mistero che fu scelto un tal giorno pel nascimento dell’Eva novella. Una tradizione, che si conserva presso gli ebrei, insegna che in tal giorno fu messa al mondo la prima Eva. La madre antica, portento di grazia e di beltà, colmò di gioia il cuore di Adamo, e compì la felicita del primo nostro genitore; nello stesso giorno la nuova Eva, di cui la prima era semplice figura, apparve sulla terra, e incomparabile per grazia e bellezza, offrì, se così è lecito esprimersi, agli occhi il più attraente spettacolo che egli avesse giammai contemplato. Ciò nondimeno per le ragioni esposte nell’antecedente lezione, e per altre eziandio fornite dalla ineffabile sapienza della Chiesa, che svolge con la successione dei secoli i mezzi di ravvivare la pietà dei suoi figli, la festa della Natività della Vergine non venne celebrata, almeno con esteriore magnificenza, nei primi tempi del Cristianesimo. Il primo e più antico monumento che ne abbiamo è il Sacramentario dì san Leone il Grande e dei Papi suoi predecessori, nel quale si trova egualmente che nel Sacramentario di san Gregorio, la festa della Natività della santa Vergine con una Messa e con orazioni proprie. Innanzi il settimo secolo ella era generalmente celebrata nella Chiesa, e prima della fine del nono era in Francia fra le più solenni. La città di Angers specialmente dimostrava la sua fervente devozione verso Maria celebrandola con pompa straordinaria e con indicibile affluenza di popolo. Da ciò viene, secondo congetture assai probabili, che i paesi a quella circostanti chiamano una tal festa l’Angioina, come avente origine dall’Anjou ‘. 1 [Oggidì pure la fiera della Natività è chiamata in Bretagna la fiera angioina]. – L’Oriente gareggiò tosto nello zelo con l’Occidente, e fino dalla metà del secolo dodicesimo, sappiamo che la festa della Natività era osservata come una delle più solenni fra le cattoliche. – Il nome solo di Natività indica l’oggetto della nostra devozione. Se i figli ossequiosi aspettano impazienti l’alba del giorno natalizio d’una madre diletta, se si affrettano a gara ad offrirle voti e mazzi di fiori, lascio decidere da quali sentimenti esser debbono animati i cuori dei figli di Maria nel giorno che diede loro tal Madre. Anche i genitori celebrano con tripudii la nascita e il giorno anniversario della nascita dei loro figli; uso efficacissimo e da coltivarsi per conservare lo spirito di unione nelle famiglie. Eppure a chi non sembrerebbe più ragionevole piangere sui figli quando entrano nella valle delle miserie, nel pensare che non solo essi nascono senza ragione e senza merito, ma figli inoltre di sdegno, contaminati dal peccato e destinati ai dolori e alla morte? Perciò la Chiesa cattolica, innalzandosi con tutta la sublimità della fede sopra l’ordine e i sentimenti della natura, celebra non già la nascita, ma bensì la morte dei propri figli. E osservate la profonda aggiustatezza del suo linguaggio! Essa chiama natività o nascita la morte dei suoi santi. Infatti nel giorno della loro morte i giusti abbandonano questa vita di angosce per nascere ad una vita vera, immortale e gloriosa. Da questa grande regola la liturgia cattolica non ammette che due eccezioni, cioè, san Giovanni Battista e la santa Vergine. Ella celebra la festa del primo giorno nel quale è venuto al mondo, perché nacque santificato e confermato nella grazia. Tanto più doveva ella celebrare la natività di Maria, poiché questa comparve sopra la terra piena di grazia e arricchita di tutti i doni di Dio. – Affrancata dalla legge del peccato originale e predestinata alla maternità divina, è indubitato che Maria fu l’anima più bella che uscisse dalle mani del Creatore, come, tranne l’Incarnazione, ella fu l’opera più degna dell’Onnipotente in questo mondo. « Perché, dice san Tommaso, Dio proporziona le grazie che concede agli uomini al grado di dignità ch’ei destina loro; talché prima di essere Madre di Dio, Maria ricevette dal cielo le grazie che dovevano renderla degna di quella eccelsa prerogativa ». Ed ecco perché l’arcangelo Gabriella la saluta con quelle parole: Tu sei piena di grazia.

Mezzi per celebrarla degnamente.— Noi pure dobbiamo salutarla piena di grazia. Figli di Maria riuniamoci oggi intorno alla sua culla, indirizzando alla nostra Madre adorabile le nostre preghiere ed i nostri omaggi. Benché bambina, Ella ci vede e ci ode; sicché da piena fiducia dobbiamo essere animati! Qual madre poté nel giorno della sua festa negare cosa alcuna ai suoi figli ? Se siamo colpevoli, Ella chiederà grazia per noi; se giusti, Ella ci elargirà i segni di una speciale tenerezza. Vogliamo noi cattivarcene il cuore? Imitiamone le virtù. Voi specialmente, o giovinetti, venite a vedere questa Santa Bambina, vostro esempio e vostra Madre. Ella ama, Ella desidera di preferenza i gigli e le rose del pudore. E voi, giovinette, che tutto dovete a Maria, Ella vi chiama intorno alla sua culla, essa vi invita a mirare lo spettacolo dei suoi primi anni. – « Accorrete, dice sant’Ambrogio, e ponetevi innanzi agli occhi la vita e la verginità di Maria: sarà questo come uno specchio in cui vedrete il modello della castità e della virtù. Uno stimolo di emulazione è la nobiltà del Maestro. Ora qual più nobile della Madre di Dio? Ella era vergine di corpo e di spirito, e di una purità incapace di ogni finzione; Ella era umile di cuore, grave nel suo parlare, savia nelle sue determinazioni; Ella parlava raramente, e non esprimeva più del necessario ; Ella leggeva con assiduità i libri della legge, e poneva la propria fiducia non nelle ricchezze caduche, ma nelle preghiere dei poveri. Sempre fervorosa, Ella non voleva che Dio per testimone di ciò che accadeva nel proprio cuore, Ella riferiva a Lui tutto ciò ch’Ella fa o possedeva. » – Anzi che fare il minimo torto a chicchessia, tutti sperimentavano il suo cuore benefico; Ella onorava i su superiori, e non invidiava gli eguali, scansava la vanagloria, seguiva la ragione, amava caldamente la virtù. I suoi sguardi erano pieni di dolcezza, le sue parole di affabilità, tutta la sua condotta portava l’impronta della modestia. Nulla si vedeva in lei che non fosse decente; la sua allegrezza nulla aveva di leggiero, la sua voce nulla annunziava che derivasse da amor proprio. Il suo esteriore era tanto ben diretto, che l’acconciamento del suo corpo era la pittura dell’anima sua e un modello perfetto di tutte le virtù. La sua carità per il prossimo non conosceva limiti. Faceva lunghi digiuni, e sceglieva per nutrimento non quello che poteva lusingare la sensualità ma ciò che bastava a sostentare la natura. Consacrava agli esercizi di devozione le ore destinate al sonno; non usciva che per recarsi al tempio, e sempre in compagnia dei suoi genitori ». – E noi tutti, cristiani, qualunque sia l’età nostra o la nostra condizione, rallegriamoci con Maria bambina per essere nata sì santa, sì cara a Dio, sì piena di ogni grazia. Rallegriamoci non solo a riguardo di Lei, ma anche per noi medesimi, perché la grazia ch’Ella recò nel mondo non è meno per noi che per Lei. Temiamo qual grande sventura il perdere la fiducia e la devozione in Maria, perché Ella è il canale di tutte le grazie. Quando Oloferne volle impadronirsi di Betulia, incominciò da chiuderne gli acquedotti. Quando il demonio vuole entrare in un’anima, cerca subito di toglierle la devozione a Maria, ben persuaso che intercettato il veicolo delle grazie, quell’anima perderà ben presto la luce, il timor di Dio, e finalmente la salute eterna. Perciò, qualunque sia lo stato dell’anima nostra, qualunque sia il numero e l’enormità delle nostre offese, ricorriamo a Maria, rifugio dei peccatori i più abbandonati; essa ci porgerà una mano soccorritrice, ci salverà dal profondo delle miserie. Facciamo dunque salire verso Lei quella preghiera, alla quale il suo cuore non può resistere: Rammentati, Vergine pia, ecc. Memorare, o piissima Virgo Maria, etc.

III. Esempio. — Fa egli d’uopo rammentare quel fatto divenuto sì celebre, e che solo basterebbe, anche la testimonianza di tutti i secoli, a stabilire la nostra fiducia in Maria nei nostri maggiori bisogni, come l’ancora tiene il naviglio in mezzo alle tempeste? Al tempo di Luigi XIII viveva in Parigi un prete chiamato Bernardo o il povero prete. Egli aveva consacrato le proprie sostanze ai poveri, e la propria vita e la propria compassione a quegli sventurati che la giustizia percuote con la sua punizione. Ora accadde che un reo, condannato ad essere mazzolato, non voleva udir parlare di confessione. Questa nuova fu portata al povero prete, che immediatamente si recò alle prigioni, e fattosi condurre al carcere del prigioniero lo saluta, lo abbraccia,lo esorta, gli suggerisce sentimenti di fiducia, lo minaccia dell’ira di Dio. Ma tutto ciò non produce effetto; che il reo neppur degnavasi guardarlo e sembrava sordo a quanto venivagli detto. Il confessore Io prega a volere almeno recitare una preghiera brevissima alla santa Vergine, che egli protestava non aver mai recitata senza essere esaudito nelle proprie domande. – Il prigioniero con atto di disprezzo ricusa di dirla, e il buon sacerdote la recita per l’intero egli stesso; ma vedendo che il peccatore ostinato neppure aveva voluto aprir bocca, la sua carità lo vince, il suo zelo lo inspira, e ponendo alla bocca dell’ostinato una copia di quella orazione che portava sempre seco, fa forza per ficcargliela dentro, dicendo: Mangiala, poiché non vuoi leggerla. Il reo, costretto dai ceppi e non potendo sottrarsi a tanta importunità, promise anche per liberarsene di recitare la preghiera. Bernardo s’inginocchia con lui, ricomincia l’orazione (Memorare), e il prigioniero non appena ebbe pronunziato le prime parole si sentì tutto mutato. Un torrente di lacrime scorse dai suoi occhi, e pregò il prete a dargli il tempo di prepararsi alla confessione: e siccome ei ben rammentava i traviamenti della sua vita, nell’amarezza del suo cuore fu sì colpito dalla considerazione dei suoi peccati e dalla grandezza delle divine misericordie, che spirò di dolore all’istante. – Apprendiamo da questo esempio quanto la protezione di quella che la Chiesa chiama il rifugio dei peccatori può essere utile a coloro che la invocano con fiducia; e rammentiamoci sempre che l’imitazione delle virtù della Madre nostra ci renderà meritevoli dei suoi favori.

 

Autore: Associazione Cristo-Re Rex regum

Siamo un'Associazione culturale in difesa della "vera" Chiesa Cattolica.